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SERVO DI DIO PADRE GIUSEPPE MARIA LEONE CSSR
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Opere

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Le Delizie Eucaristiche

OVVERO


LE ASCENSIONI  DELL'ANIMA  VISITANDO L'AMORE IN SACRAMENTO

CON APPENDICE SULLE QUARANTORE E SUI SANTI SEPOLCRI E CON AGGIUNTA DI ALCUNI CANTICI SPIRITUALI DEL PADRE GIUSEPPE MARIA LEONE DELLA CONGREGAZIONE DEL SS. REDENTORE

A vulnere amoris pascor
Il mio cibo è l'amore.



Alla Sempre Vergine Immacolata Madre Di Dio

Io vi saluto, o Maria, piena di grazia, il Signore è con voi, voi siete benedetta fra le donne. Così vi saluta l'Arcangelo e la santa Chiesa, e così vi saluto  anch'io in questo dì solenne e sacro alla vostra Immacolata Concezione. 0 Maria, vedo le Chiese in questo dì augusto affollate di devota gente.
Vedo innumerevoli ferventi fedeli intorno alla sacra Mensa Eucaristica. Vedo fumar gli Altari d'incenso  e di timiama. Vedo... Che è? E' la Immacolata! Si offrono alla Maestà divina grazie e benedizioni. Si offre in tanti punti dell'orbe l'Ostia sacrosanta ed il calice della salute. Che è? La Immacolata! I cuori giubilano d'ineffabile gioia: i vecchi,  i fanciulli, i grandi, i ricchi, i poveri, uomini d'ogni età e condizione, le vergini, le vedove, le coniugate sono nella esultanza di spirito. Che é? E' la Immacolata!... 0 amabile Maria... 0 Immacolata! io vi saluto! 0 Vergine intemerata, o Eva  novella, che schiacciaste col glorioso piede il capo al serpente antico, io vi adoro! 0 stella fulgida di Giacobbe, che diradaste coi vostri fulgidi splendori le tenebre del mondo, io vi venero. 0 invitta Giuditta, che recideste il capo all'infernale  Oloferne, io vi benedico! 0 Maria. Oggi é il giorno dei vostri trionfi delle vostre vittorie. Oggi é il giorno della nostra gioia e delle nostre speranze. Oggi è il giorno della grazia e dell'amore.
0 Maria, o Madre mia, ogni devoto, ogni  vostro figlio vi presenta in questo dì l'omaggio del suo amore per voi. Anch'io vi presento la tenue offerta mia; vi presento l'omaggio del mio cuore, della mia mente, della mia penna. Vi presento questa operetta, la quale a voi dedico e consacro.  0 Maria, o sede della sapienza, accettate e gradite la tenue offerta mia. In queste pagine si parla di Gesù vostro dolcissimo figlio, ora vivente in Sacramento, ora conversante in mezzo agli uomini, ed ora spirante dolcissima carità, patendo e morendo  per gli uomini. Si parla del nome augustissimo di Gesù, e degli insegnamenti datici circa la preghiera. Si parla di voi, o Benedetta fra tutte le donne, degnissima di ogni encomio, e si scioglie infine la lingua alla lode ed al cantico spirituale per  gl'immensi beneficii celesti a noi largiti.
Vi supplico perciò, o clementissima Madre mia, di rimirare con occhio benigno queste carte, o lettere di celeste amore, acciò abbiano vita ed efficacia ad accendere in tutt’i cuori fiamme di  carità divina. Fate che ogni parola sia uno strale infocato di amore, affinché sempre più si ami Gesù, si ami Voi, o amabilissima Maria. Gradite dunque, o lmmacolata Signora, l'offerta mia, e beneditela. Benedite anche me e tutti coloro che  leggeranno le mie povere operette, acciò tutti correndo spediti nei sentieri soavi della dilezione verso Gesú e verso voi, un dì giungessimo sotto la vostra guida e protezione sicuri in Paradiso, a cantare in eterno le misericordie di Gesù  e vostre. Cosi sia.



Giuseppe M. del SS. Redentore

Alle anime amanti del SS. Sacramento e di Maria  SS.


P R O E M I O


Oggi è l'Immacolata ed io vi parlo del SS. Sacramento. Oggi si celebrano le glorie ed i trionfi della Donna senza peccato, ed io vi predico l'Uomo-Dio, il quale tolse i peccati  del mondo. Oggi è la Madre, ed io vi annunzio il Figlio. Oggi il canale delle divine grazie scorre copioso nella Chiesa, ed io vi addito la Origine. Oggi infine è Maria concepita senza macchia originale, ed io vi parlo di Gesù, il quale in virtù  dei suoi previsti meriti ce la preservò.
O Maria... O Gesù… O SS. Sacramento! Se intendiamo prestare a Maria un omaggio, un ossequio in questo augusto giorno, esso si é di onorare, amare e glorificare il suo benedetto Figlio Gesù  in Sacramento. Se vogliamo consolare oggi il cuore amante di Maria, consoliamo il Cuore sacratissimo di Gesù, visitandolo spesso sugli altari e spesso ricevendolo nelle anime nostre. Lo spirito di Maria esulta in Dio suo Salvatore: exsultavit spiritus  meus in Deo salutari meo.
Quando gl'interessi del suo amabile ed amante Dio-Salvatore vanno felici e prosperi, il suo spirito ne esulta; quando il suo Gesù è conosciuto ed amato di un sol grado dippiù, Maria è in esultanza! S. Paolo si  protestava di non voler altro conoscere che Gesù Cristo. Ovunque non predicava che Gesù Cristo. Parlava, scriveva, respirava,pensava sempre come glorificare il suo Gesù. Disse anatema a chi non ama Gesù. Questo era S. Paolo il vaso di elezione.  E Maria, la dolce Madre del Verbo incarnato, quale zelo, quale ineffabile attività e potenza non dovette usare nel promuoverne in tutt’i modi la conoscenza e l'amore del suo benedetto Gesù? Gesù morendo disse a ciascuno di noi : Ecce Mater  tua. « Ti raccomando la madre mia; ricevila, onorala, amala come madre tua ». E Maria partendo dal mondo, quale fu l'ultimo addio che dava agli Apostoli, a noi, a tutti? Ah l’ultima sua parola, l'ultimo suo ricordo parmi che fosse: Amate  il Figlio mio; amate Gesù Cristo: e parmi dicesse : Ecce Filius meus. E questa missione Maria l'ha continuata in tanti secoli segretamente ed invisibilmente nelle anime.
Notaste un fatto costante ed universale, cioè che i più ferventi nella  divozione di Maria sono gli amanti i più teneri di Gesù, e di Gesù in Sacramento? Questa Maestra celeste scovre ai figli suoi le grandezze, le bellezze, le gioie del suo Figlio nel Mistero della Eucaristia. Li illumina colla sua forte e vibrante  luce, li riscalda del suo fuoco, li eccita coi suoi esempi, li guida per strade fiorite di mistiche rose. Per Maria si va a Gesù sugli altari. Per Maria e da Maria si riceve Gesù. Si gode e si delizia di Gesù ed in Gesù. Maria è la vaga  e candida Aurora che precede il sole di giustizia: prepara nei nostri cuori luogo degno della Maestà di Dio. Maria è la prodigiosa Verga di Jesse, dal cui piede rampollò il Fior Nazareno; dal cui seno cioè nacque al mondo il Redentore Gesù.  Maria infine è la vivente Arca del Nuovo Testamento, la quale contenne nelle sue intemerate viscere il Dator della Legge, contenne la vera Mamma celeste, Gesù dico, che un dì dar si doveva alle anime nostre in cibo ed in bevanda nel SS. Sacramento.
Laonde stimai far cosa grata alla Regina degli Apostoli, alla Madre del bello Amore, offrirle nel dì sacro al suo immacolato Concepimento questa operetta scritta in onore dì Gesù Sacramentato, e presentarla specialmente alle anime amanti di Maria  e del SS. Sacramento. L’ho poi intitolata "Le Delizie Eucaristiche" perché vi si parla del Sacramento della Eucaristia, il quale è il cibo dell'anima che nutre, sostenta ed insieme diletta. E' la Manna celeste, la quale in sé contiene  ogni sapore e dolcezza. E' la sorgente inesausta di tutte le grazie e benedizioni celesti, le quali quanto più si gustano, più si desiderano, e quanto più sì ricevono più dilettano. La Eucaristia è la fortezza dei Martiri, la sapienza  dei Dottori, la rocca inespugnabile delle vergini, il centro degli amori di tutt’i Santi. Ed è giusto che gli amanti di Gesù fermino la loro dimora e facciano le loro delizie ai piedi del suo trono Eucaristico; mentre sappiamo che Gesù  si dichiara di formar le sue delizie nello stare in mezzo a noi colà, notte e dì nel SS. Sacramento dell'altare: Deliciae meae esse cum filiis hominum. Gesù dunque, ripete il Padre mio S. Alfonso, si protestava di trovar le sue delizie con noi,  e noi non le troveremo con Gesù? Oh quali e quante delizie che in sé contiene la santa Eucaristia: Gustate et videte.
L'operetta poi è divisa in altrettanti trattenimenti spirituali quanti sono i giorni del mese, intitolandoli Ascensioni  dell'anima:
1°) perché Maria ogni dì fa crescere ciascuno degli amanti suoi nella conoscenza e nell'amore di Gesù sacramentato, ponendo nel di lui cuore nuove ascensioni: Ascensiones in corde suo disposuit;
2°) perché ogni  atto di amore fatto a Gesù è un inoltrarsi dell'anima verso il suo beato centro, Dio; vieppiù vi si appressa, si eleva ed ascende in alto, come l' Arca di Noè, la quale quanto più crescevano le acque, più si elevava dalla terra;
3°) perché queste pagine in se considerate hanno un valore comune ed ordinario; ma offerte e consacrate a Maria acquistano altro pregio e valore. Maria le purifica, le santifica, le offre al suo Figlio come dono suo proprio: Maria le eleva, le fa  ascendere ad un'alta potenza e virtù.
Queste ascensioni furono scritte non per vedere la luce ma per privati trattenimenti innanzi al SS. Sacramento. L'amicizia e la carità mi decisero a darle alle stampe con un'appendice sulle Quarantore e  sui santi Sepolcri, aggiungendovi per diletto delle anime alcuni cantici spirituali. Lo stile è andante, familiare, cordiale: è l'anima amante che spande se stessa innanzi il suo Diletto in Sacramento. Gli parla ora col voi, ora col tu, secondo  i diversi affetti: ed all'amante di Gesù questo è lecito.
Quando un sentimento vi fa impressione, fermatevi, trattenetevi in affetti collo Sposo. Amate, e crescete nella grazia e nella cognizione di Gesù Cristo sacramentato: Crescete in  gratia, et in cogitatione. Domini nostri Jesu Chisti. Amate assai Gesù, e procurate secondo le proprie forze che altri lo conoscano ed amino. Pregate per me, che io lo prometto per voi. Vivete felici nel cuore di Gesù e di Maria. Pax vobis.


Ascensione prima


La Divinità


Ego sum qui sum (Exod. III.)

Sì, mio Gesù, voi siete colui che siete! Cosi dirò a tutti gli uomini, i quali mi domanderanno di voi: Gesù, il benedetto Figliuol di Dio, è colui che è! Venite,  dirò loro, venite e vedrete chi è il mio Gesù! Oh come si strugge e come si consuma di amore per voi... 0 uomini... o popoli... o nazioni... Venite con me tutti a prostrarvi dinanzi al mio e vostro caro Dio. Venite; esultiamo d'ineffabile gioia  dinanzi la sua Maestà infinita, ma per noi velata sotto pochi accidenti. Venite... apriamogli il nostro cuore, ch'egli è il Re dei nostri cuori, il Principe della pace, la nostra sospirata felicità!... Venite!... Ma chi ode? Chi mai m'intende?  Ah! gli uomini come onde del mare passano, e vanno per i fatti loro! e lasciano il mio Gesù abbandonato e solo! Lasciano la Letizia del Paradiso in questa santa custodia affatto derelitta!!!
Mio Gesù, mio bene, mio Dio, voi siete colui che  siete. Sì, siete il Dio della pazienza nel mirare le nostre tante e si mostruose ingratitudini; eppure non lasciate di trattenervi sui nostri altari! Mirate la freddezza dei nostri cuori; eppure il vostro divin cuore arde di nuovo amore per noi, e  cercate colle vostre tenerezze di amore e col vostro fuoco divino di sciogliere i nostri ghiacci e vincerci pur una volta.
Siete, o mio Gesù, colui che siete! Ed a me e per me, o Padre mio, che cosa voi siete? E che non siete, o Verbo, per l'ultima  vostra creatura che nel mondo esiste? E che sono io senza voi? Posso mai vivere? posso respirar senza voi? Mio dolce Diletto, finisca la mia vita se non vi amerò quanto vi debbo. Siete per me colui che siete, cioè siete l'unico del mio cuore, dell'anima  mia. Siete la luce degli occhi miei. Siete la mia unica gioia, unica e gloria. Siete, o mio Gesù, tanto prezioso e caro agli occhi miei, come l'eravate ai vostri figli, come l'eravate (perdonate) alla vostra medesima divina madre. Sì, con tutt  ?i Santi ed Angeli, o mio Gesù, con la stessa immacolata Madre vostra io vi adoro… io vi amo... io vi lodo e benedico. Con essi e per essi io mi offro alla vostra divina Maestà desiderando e supplicandovi che in me e su di me si compiano  ora e sempre tutte le vostre divine volontà.
Mi rallegro, o mio Gesù, che voi siete colui che siete. Siete cioè beatissimo, felicissimo, gloriosissimo; e che questa vostra beatitudine e gloria è eterna. Mio Dio e mio Signore, quanto siete  grande e magnifico; la vostra maestà e gloria ricopre tutta la terra!... Ed io più grande vi contemplo, mirandovi per nostro amore umiliato ed impicciolito in questo adorabile Sacramento! O Amore!... 0 Amore!... 0 Amore quanto siete bello ed amabile!  Dirò, esclamerò, griderò ora e sempre che il mio Gesù è tutto amore…
Sì, egli solo che è colui che è, poteva inventare questo ineffabile cibo ed alimento all'anima nostra! Dunque tutte le lingue umane ed angeliche lodino  e benedicano, o mio Gesù, tanta vostra degnazione e bontà. Tutte le ginocchia si pieghino, o Diletto del mio cuore, dinanzi a voi nascosto in Sacramento, riconoscendovi e confessandovi per colui che siete, cioè il nostro amante Creatore, l'amabile  Redentore, il tenero Pastore, il Padre, il Fratello, l'Amico, lo Sposo, il nostro tutto!!! Sì, mio Gesù, principio e fine di ogni cosa, desidero che tutti vi conoscano, vi amino, vi lodino, perché voi solo siete colui che è degno perciò  di tutti gli amori e di tutte le benedizioni nostre, per tutt’i secoli. Così sia.

Ascensione Seconda


Il ritrovamento

Num quem diligit aníma mea vidistis! (Cant.III).

O belle figlie di Gerosolima, avete voi visto il Diletto dell'anima mia? Ahi! Qual pena amara che sento! Qual crudo martirio che io provo ad ogni ora vedendomi lontano dall'unico  oggetto dei miei pensieri e degli affetti miei!!! Qual felicità mai io posso godere su questa terra, priva del mio Bene, del mio Signore?! Dov'è dunque, dov'egli è? Sentirmi « Amami » e l'Amato dov'è, io non lo vedo! Mi ferisce più  e più volte il cuore; e la sua mano perché non mi è dato di stringerla e mille baci imprimervi di amore? Mi ricolma delle sue grazie, lo benedico; ma, e il Donator dov'è, per donargli per gratitudine questo mio povero cuore? Bevo in ogni dì  alle acque delle sue celesti benedizioni, ne son contentissimo, ma sazio no, no, no; allor sarò sazio quando mi apparirà egli medesimo nella sua gloria: Satiabor cum apparuerit gloria eius.
Sì, sono molto gravi le pene che affliggono gli  uomini su questa terra, ma, o Santi, o Angeli del Cielo, ci è, ci potrà mai essere pena, dolore, tormento, martirio simile al mio? No, solo in purgatorio ci è una tal pena: le sole anime Purganti ponno compatire al mio dolore, e pregare per me  che presto, presto, presto ritrovi colui che pur esse stan sospirando per abbracciare!... Dove adunque ritroverò il Diletto dell'anima mia, il mio Gesù?! Mi sian di guida i santi Evangeli. Questi mi parlano di lui. Mi dicono ch’egli è  nato in Betlemme.
Quell'umile grotta io visito, l'adoro; bacio quella terra benedetta e il mio Gesù dov'è?: « Qui fu, mi si risponde ma ora più non è ». Muovo i passi per la santa Casa di Nazarette, spero qui ritrovar colui che  io amo; vedo, ammiro, osservo quelle venerabili mura; piango di gioia e di tenerezza; adoro, prego; intanto il mio Gesù dov'è? La casa e il suo Tabernacolo io trovo, e il mio augusto Signore dov'è? Quelle mura mi ripetono: « Il tuo Gesù  qui fu, ma or non é più ».Volo in Gerusalemme, teatro ult imo della sua infinita dilezione per me. Lo addimando per le strade e per le piazze: Circuivi per vicos et plateas; num quem diligit anima mea vidistis? «Per queste egli passò»,  esse mi dicono. Lo chiedo su per i tribunali, ma il mesto silenzio mi annunzia che il Verbo fatto carne per di là passò, ma ora tace. Forse è al pretorio? Gli Evangelisti me lo narrano insanguinato e pesto dai flagelli e dalle funi. Ahi vedo  quella colonna ove il mio mansueto divino Agnello fu straziato; la vedo intrisa del suo prezioso sangue, ma il miobuon Gesù non v'è! Ascendo al Calvario; ahi, miro strisce del suo sangue: le strade spruzzate di sangue ! E il mio Gesù dov'è...  Il sepolcro certo lo chiuderà nel seno: no, esso è vuoto, e mi ripete: « Gesù qui fu, ma or più non è ».
Dunque!... Chi mi consolerà? Chi mi conforterà? Ah nessuno! Solo chi mi piagò potrà guarirmi. Solo il mio Gesù;  perché egli solo è il Dio del mio cuore; solo il mio Gesù, potrà consolarmi: Non est qui, consoletur eam, ex omnibus, charis eius! E se egli ancor tarderà a mostrarmi il suo bel viso, se tarderà!... certo morrò d'amore. Morrò!...  Morrò!!! Adunque, o amabili figlie della celeste Síonne, o gloriosissimi Angeli di Dio, insegnatemi, ditemi, il mio Diletto dov’è?... E se pur conoscete dove egli è, annunziategli che io languisco per lui di amore: Amore langueo!!!  Ma, é perché qui vi miro, o Angeli beati, a mille a mille intorno a questo altare in atto di profonda adorazione, e sciogliendo sempre nuovi cantici di amore e di gloria? Ah! me felice! Me beata! perché voi mi dite dov'è il re, là è  la corte! Mio Gesù! Maestro mio! Credo, Domìno, Credo: Credo in voi che siete qui presente in questo divin Sacramento dell'altare. Credo che voi siete vivo e vero come ora regnate in Cielo alla destra del vostro eterno Genitore… Credo! Oh  si, credo che ho qui trovato il mio Dio, il Diletto unico del cuore mio! Ho trovato il mio Gesù!!! Quaesivi... Inveni... Tenui eum!... Mio Gesù, l'anima mia desiderava mirare e vagheggiare il vostro bel volto. Mio Gesù, perché farmi penar  cotanto? Perché farmi versare, in cerca di voi, tante amare lagrime? Venite, unico mio desiderio: voi siete la mia vita, la mia gioia, la mia grandezza!!! 0 Angeli, o Santi, o creature tutte... Ho trovato il mio Diletto: esultiamo di nuova gioia! Ho  trovato il mio Gesù: beneditelo ed amatelo per me e con me, ora e per tutti i secoli. Così sia.

Ascensione Terza

L' Agnello di Dio


Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi. (Joan.I).

Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo: così gridava il Battista sulle rive del Giordanoagli Ebrei, e questi non l'ascoltarono. Ecco l'Agnello  di Dio, intuona il Vangelo ai popoli ed alle nazioni, e molte non compresero il divino annunzio, perché non lo accolsero. Ecco l'Agnello di Dio, ai fedeli predicano i ministri del Signore: ahi, oh quanto pochi docili prestarono l'udito ed il cuore  ad un sì soave oracolo! Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo, ripete finalmente in ogni dì il celeste Padre sul capo del Sacerdote celebrante ed al popolo astante!... Ecco, egli dice, ecco l'Agnello di Dio!... Ecco il  mio Figlio da me generato fra lo splendore dei Santi, a voi io lo dono: prendetelo, ricevetelo... Ecco Gesù, l'Agnello divino si è immolato per voi, ha disarmata la mia giustizia, ha placato lo sdegno mio, ed a voi tutto si è donato in cibo ed  in bevanda; prendete e cibatevi delle sue carni; prendete ed inebriatevi del suo sangue! Ecce Agnus Dei!... E' mite, è amabile, è mansueto: venite sì, venite a lui, ricevetelo nelle anime vostre. Egli vi mira con occhi di misericordia, vi aspetta  con cuore paterno, v'invita a promesse ineffabili: Ecce Agnus Dei! Non ha rimproveri pel peccatore, non castighi, non amarezze pei delinquenti, ma è Agnello umile, dolce, amabile ; è l'Agnello di Dio! Viene a voi e toglie i peccati: tollit peccáta:  purifica le vostre anime, corregge le inclinazioni, doma e frena le immoderate passioni, cancella le macchie, i difetti, le imperfezioni, tollit peccata. Viene e fortifica colla sua grazia, illumina l'intelletto, infiamma alla virtù la volontà,  impedisce il peccato: tollit peccata mundi.
Amatelo e beneditelo chè questo Agnello è il Figlio mio, in cui io ritrovo le mie compiacenze! Ecce Agnus Dei! Oh amore, con qual lingua vi benedirò per tanta degnazione?! Come vi ringrazierò  di un dono sì augusto e prezioso? Dirò a tutte le genti che lodino da per tutto le tenere invenzioni del mio caro Signore: notas facite in populis adventíones ejus! 1) Oh qual consolazione è per me ripetere: Ecce Agnus Dei! Sì, finirono  le ombre e le figure, venne la realtà. Finirono i simboli del sacrificio legale e dell'Agnello Pasquale; il sacrifizio della croce e dell'altare è già compiuto.
Ecce... Ecce Agnus Dei. L'Agnello di Dio con effusione di sangue un dì s'immolò  per noi sul legno della croce, ed ogni dì s'immola misticamente con sacrificio incruento su i nostri altari. Ecce... Eccolo, è in mezzo a noi, vicino a noi... Pochi passi e lo troveremo nelle nostre chiese. Non più l'amante di Gesù fa bisogno  uscir per le strade e per le piazze in cerca del suo Diletto: non più stancarsi per mari e monti anelando e sospirando l'amabile volto del suo Sposo; no, è là, sempre che vuole, lo trova, lo adora, lo stringe al seno: Ecce! Ecce! Il solo pensiero  che il mio Gesù è sempre con me, e che io son sempre con lui, qual gioia pel mio cuore, qual beatitudine?! Io sono alla sua presenza: fo’ tutto sotto gli amabili occhi suoi; tutto per lui e con lui, qual contento per me?... Ecce... Ecce Agnus  Dei...
Sì, egli mi vede!... mi sente!... Lo vedo cogli occhi dell'amore. Lo sento esultante in me! Conta i palpiti del mio cuore ferito da lui di amore!!  i miei sospiri e slanci ch'egli medesimo riveste di carità. Veglia sui miei  pensieri, perché lui... lui solo sia l'unico oggetto del mio intelletto, come del cuore: Ecce!... 0 mio Gesù, o Agnello di Dio, vi ringrazio ora e sempre che avete nell'eccesso della vostra misericordia, provveduto a tutte le necessità dell'anima  mia. Il Profeta reale vi pregava: De necessitatibus meis erue me. Oh in quanti bisogni era caduta l'anima mia, e voi pietoso, senza neppur esserne pregato, la liberaste. E la maggiore delle mie necessità, o mio Signore, è questa, provvedermi del  SS. Sacramento dell'altare...
Sento un immenso vuoto quando, o mio Gesù, non vi ricevo in me; sento mancarmi la vita quando non mi unisco a voi, vita mia. E' necessità santa, felice dell'anima mia, di volere e dovere sempre stare con voi.  Sì, o mio Diletto, o voi con me ed in me in terra, o io con voi in cielo. O Agnello di Dio, presto svelatevi nella vostra gloria ad un'anima amante! Adveniat regnum tuum! Amen.


Ascensione Quarta


L'istituzione o il giorno dell’amore


Consummatum est. (Joan. XX).

Alla vista, o mio Gesù, dell'eccesso del vostro amore, io resto fuori di me; il mio spirito é compreso da un sacro silenzio di ammirazione, di compiacenza, di gratitudine,  di veemente amore. Dunque!... l'opera vostra, o mio Diletto, é già compiuta: Consummatum est!... l'opera da voi, o sapienza incarnata, dai secoli ideata, è realizzata! L'opera vostra, l'opera dei vostri disegni, delle vostre tenerezze è già  eseguita! L'opera del vostro eterno amore è compiuta: Consummatum est!.. Il divin Sacramento è istituito. Avete già distribuito ai vostri discepoli le vostre carni ed il vostro sangue in cibo ed in bevanda. Loro avete data la potestà, ed a  tutti i vostri Sacerdoti, di fare lo stesso in memoria vostra: Hoc facite in meam commemorationem. E loro, ed a noi prometteste di restarvi con noi in questo Eucaristico Sacramento fino alla consumazione dei secoli: Ecce ego vobiscum sum, usque ad consummationem  saeculi. Mio Gesù il vostro cuore palpita di gaudio e di esultanza. Gli occhi brillano di nuova luce, il volto raggia torrenti di beatitudine, perché? Ah perché venne per voi l'ora della Mensa Eucaristica. Venne l'ora dal vostro cuore tanto sospirata.  Venne la vostra Pasqua, la istituzione cioè dell'adorabile mistero dell'altare: Desiderio desideravi hoc Pascha manducare vobiscum.
Oh qual tesoro che Gesù ci lascia nella santa Eucaristia!... Quand'egli pronunzia le ineffabili parole: Hoc  est corpus meum, quanto ha e quanto è, dice S. Agostino, tutto egli ci dona in questo alimento celeste. Tutti i suoi meriti, tutte le sue grazie ed i suoi beni, tutti comprende e racchiude in questo cibo: Accipite et manducate... Colla sua mente divina  richiama in quell'ora di carità tutt'i giorni della sua vita mortale; i vagiti di Betlemme, le lagrime della infanzia, la fuga in Egitto, la dimora in Nazarette, la predicazione, le sue preghiere, i suoi passi, i patimenti, i sospiri, tutto sì,  tutto egli ci dona quando dice: « prendete e mangiate... questo è in verità il corpo mio». Deve bere il calice della Passione per redimerci e lasciarci questo augusto Sacramento? Ebbene, di gran cuore stende la mano e lo beve fino alla feccia;  si abbandona al furor dei suoi nemici, soffre mille strazi, mille pene, mille umiliazioni; tutto egli abbraccia purché si unisca ai nostri cuori. Patisce sull'altare della croce amarissima morte; tutto da Dio-Uomo sostiene per preparare e dare a noi  la vittima, la qual poi, misticamente dai sacerdoti immolar si dovea sugli altari. E tutti questi infiniti meriti egli ci dona donandoci se stesso in cibo ed in bevanda.
Sicché ora Gesù a noi dice: Consummatum est. L'opera del mio amore, o  figli miei, è già compiuta: prendete e mangiate!... Figli del mio cuore amatemi. Venite, venite, accostatevi a me, ricevetemi nelle anime vostre, che a ciò io mi son rimasto in questo mistero per unirmi a voi, per immedesimarvi con me!...
Mio Gesù, colla fronte nella polvere vi adoro nel SS. Sacramento dell'altare. Credo fermamente, o mio Signore e Dio, che qui vi trovate vivo e vero. Confesso la vostra adorabile Maestà velata sotto semplici azzimi. Ammiro la vostra sapienza; lodo  e benedico la vostra infinita bontà e carità!... Oh in quanti modi, o mio dolce Redentore, voi vi eravate dato agli uomini. Bambino nel presepio, adulto in Nazaret, orante nel tempio, dottore nella predicazione, pastore e maestro nella dottrina,  via, verità e vita a noi erranti in questa valle di lagrime. No, il vostro cuore amante non è contento ancora; non ha compiuto ancora l'opera dell'eterno consiglio. Oggi, sì, oggi è compiuta l'opera vostra: Consummatum est!! 0 Santi, o Angeli,  o Maria, lodate e benedite in eterno la degnazione del nostro Dio-Salvatore. Il suo nome augusto sia per tutt'i secoli benedetto; mentre io compreso dalla maestà e grandezza di tal mistero, taccio, ammutolisco! Consummatum est!!!

Ascensione quinta


Il cuore ferito


Introduxít me in cellam vinariam (Cant.II).

No, no, no, non posso, non posso, o mio Gesù, star senza di te. 0 tu con me in terra, od io con te in Cielo! La tua assenza, o mio Diletto, oh quanto mi è grave e dolorosa!  Sento mancarmi la terra sotto i piedi; si oscura per me il sole, la vita mi vien meno!... O Gesù, delizia del mio cuore, quanto sei bello ed amabile! Mi feristi… mi piagasti… E poi… e poi vuoi lasciarmi abbandonata e sola?! Hai  forse in me trovato cosa che ai tuoi occhi purissimi dispiaccia? Od io amo altri fuor di te solo?... E tu, intanto umiliami, mortificami come e quanto a te piace. Ma lasciarmi, allontanarti da me, privarmi della tua presenza, no, non mai, o mio Diletto  ed unico amor dell'anima mia!!!
Quando ti sottrai ed allontani, o mio Gesù, quali e quante tenebre mi opprimono ! Fugge dagli occhi il sonno, dal cuor la gioia, il riso dal labbro. Da per tutto non scorgo che ombre di morte!... Quando poi a me  ti sveli riede la luce, l'esultanza, il Paradiso! Non ho più desiderio alcuno. 0 mio Gesù, sta sempre con me! 0 mio Tesoro; tienmi sempre con te! Come posso vivere senza di te?... 0 amare o morire, o morir di amore! Beati qui habitant in domo tua  Domine in saecula saeculorum laudabunt te! Beati, ed eternamente beati, o mio Signore, quelli che abitano con te in Paradiso. Ti vedono sempre a faccia svelata. Ti amano con amore perfetto ed eterno. Stanno sempre con te, e per tutt'i secoli cantano inni  di gioia e di amore a te, letizia, gaudio, beatitudine di tutt'i comprensori!!! Ed io quando verrò? Quando ti vedrò e ti possederò?! Spasimava Maria quando ti smarrì, e tu dagli occhi suoi per tre dì ti sottraesti! Povera desolata Madre,  qual crudele martirio che provò! Quanti pensieri funesti per la mente! Quante spade straziarono il suo bel cuore! Mio Gesù, dolcezza mia, quanto patiscono gli amanti tuoi, trovandosi da te lontani! In verità, si può non essere solleciti di  te? Si può non pensare sempre a te? Non desiderare e sospirare la tua presenza, gli amplessi tuoi, i baci tuoi? Oh, quante volte si ripete al tuo orecchio: Osculetur me osculo oris sui! Quando si è lontano si spasima, si piange, si spera, si aspetta  impaziente! Quando si é assente, come si palpita e si teme! « Il Diletto del mio cuore dov'è? Ora che fa? Chi lo corteggia? È fra amici, oppur fra estranei? Chi mai lo visita e lo riceve è figlio della carità o è macchiato di colpe?  Gode o patisce?! ».
Mio Gesù, l'amore tuo è soave e dolce, ma è ancora straziante!!! O mio Gesù, o amore unico del mio cuore, quanto sei bello ed amabile! Lasciami qui vivere e morire ai piedi del tuo Tabernacolo! Dirò : Haec requies  mea in saeculum saeculi; hic habitabo quoniam elegi eam. Sì, qui ai piedi tuoi, o Sposo, nel Sacramento, trovo la mia gioia, la mia pace. Qui la mia gloria, la mia felicità. Qui il mio tesoro, il cibo mio. Qui ogni bene: Deus meus, Deus meus, et  omnia! Ah! che mondo, che mondo! Che onori, che grandezze!... Gesù in Sacramento è l'unico amore dell'anima mia. A lui, a lui tutti ho consacrati gli affetti miei. A lui tutti i miei pensieri. A lui la vita mia!...
Diletto mio, amabile Gesù,  non vuoi darmi un po' di amore? Un poco? E ti contenti? E basta un poco per me, per te? Ah no! Tu sei amore infinito, degno perciò d'infinito amore. Ma se non posso tanto, perché sono creatura, dammi almeno tale amore per te quanto io ti debbo,  tu desideri, ed il mio cuor sospira!... Udisti? Vo' amarti assai...assai... assai... Ascoltasti fuoco... fiamme… incendio... Mio Gesù, non posso più, presto a me ti svela!.. Morte... Morte!… Paradiso... Paradiso! Gesù... Gesù...  Gesù!!! Tesoro... Sposo mio, dimmi, su dimmi, quando ti vedrò da faccia a faccia? Non ti lascerò; non partirò da te se prima non mi consoli!... Quando volerò nel tuo seno? Quando ti abbraccerò e bacerò le tue fulgenti piaghe? Quando,  o Domine Jesus…Te videbo?... Quando veniam et apparebo ante faciem tuam? Quando vulnera tua osculabor?! O Santi... o Angeli… Maria, madre mia, pietà!!!

Ascensione sesta

La solitudine


Sedebit solitarius, et tacebit. (Thren. II).

Come l'ape gira e vola e torna sempre all'alveare,l'alma mia cosi sospira Te mio Ben, su questo altare! Sì...Sì… Sospiro, anelo sempre, sempre te mio Gesù  in Sacramento.. 0 quanto è caro e prezioso questo altare, o mio Signore, su cui siedi in trono di amore! Quanti prodigi, quante meraviglie operi su questi altari per restarti sacramentato in mezzo a noi: Domine virtutum! 0 Signore delle virtù, cioè,  o Signore onnipotente, grande, magnifico, operatore di mille miracoli in questo mistero Eucaristico.
Dimmi adunque, o mio Gesù, dimmi una tua parola; svelami la tua prodigiosa e solitaria dimora su questo altare. Padre, tutto è silenzio, le  sacre tenebre ci nascondono, arde qui una sola lampada : Loquere, loquere, Domine, quia audit servus tuus. Dimmi o Verbo mio, allegrezza degli Angeli e Santi del Paradiso, dimmi quale amore ti legò a restarti notte e dì con noi in questo Sacramento?
E tu tante ore che fai qui abbandonato e solo, mentre gli uomini ti lasciano e ti abbandonano? 0 pazienza! 0 carità! 0 mio Gesù!... Eccomi tutto a te... tutto, tutto. Che bella vita ch'è la tua, o mio Sposo, in questa sacra custodia: umile, povera,  benigna, misericordiosa, paziente, divina, gloriosa, prodigiosa, amabile, ammirabile. Sei vittima pacifica, che sempre t'immoli e ti offri per me all'eterno Padre. Sei perpetuo mio avvocato che efficacemente perori e difendi innanzi a Dio, mio giudice,  la mia difesa. Sei eterno Sacerdote, che presenti come grato incenso alla divina Maestà il tuo incruento sacrificio. Sei mio tesoro, da cui e per cui a me derivano mille tue grazie e benedizioni. Sei il mio maestro, che m'istruisci nelle tue leggi  e nei tuoi consigli. Sei la mia guida nel mio viaggio all'eternità. La mia ricchezza nella mia povertà. La mia luce nelle tenebre. La mia pace e gioia nelle pene. Il mio cibo di amore. Sei per me, e per tutti i figli tuoi che a te vengono, ogni  ricchezza ed ogni bene! Che più? Che più? Ah mio Diletto, basta... basta... Io non posso più sostenere la tua abbagliante luce! Le fiamme che escono dal tuo amante cuore mi circondano, m'investono, mi bruciano: dunque silenzio... silenzio...  mistero... fede... adorazione... amore... lode! Un' altra parola... Altaria tua, Domine, virtutum!
Sì, su questi altari ti addimostri specialmente Signore delle virtù. E chi mai potrà intenderle? Ho considerato, o Signore, l'opera tua,  diceva il tuo Profeta Abacuc, ed ho temuto. Qui in questo Sacramento tu vivi della medesima vita e virtù come lo sei in Cielo in seno al divin Padre. Da lui qui sei generato come lo fosti dall'eternità fra gli splendori dei Santi. Sei Dio come il  Padre e lo Spirito santo. Consustanziale ed eterno, Signore dell'universo, re supremo giudice dei vivi e dei morti. Da questo altare reggi e governi il mondo; provvedi colla tua paterna mano a tutt'i viventi; li alimenti con maggior maraviglia che non  saziasti i cinquemila uomini nel deserto. Crei ogni dì nuove anime per informarne i corpi umani acciò possano un giorno conoscere ed amar te. Desideri ed attendi di ammetterle al tuo convito Eucaristico in terra, per vederle tue commensali nel regno  celeste!... Domine virtutum!… E tutto questo, ed altre immense meraviglie che ad ogni istante qui tu operi, come le compi? Sedendo!... Sedebit!... Tu solo, o mio Gesù, siedi, perché tu solo sei il mio Dio, tu solo hai ogni potestà ed autorità  in Cielo ed in terra. Tu solo hai il diritto di far leggi, dettare precetti ed ordini, perché tu sei il Cristo, il Figlio benedetto di Dio vivo! A te solo compete per natura di sedere, perché tu solo sei il nostro divin maestro e precettore. Nel  tempio insegni fanciullo in mezzo ai Dottori della legge, e siedi!... Sul monte istruisci gli Apostoli tuoi, ed insegni loro le beatitudini, e siedi!... Qui sull'altare reggi e governi ogni cosa dell'universo, ammaestri i tuoi discepoli, formi i Dottori  della tua Chiesa, e siedi!...Sedebit!...
0 mio Gesù, quanto sei umile e sublime! Sii tu il Maestro: insegnami a conoscere ed amare te solo: sedebit... et tacebit... Tacciono, in questa tua vita Eucaristica, tacciono i
tuoi sensi corporei,  quasi fossero ligati. La tua vita esterna qui tace ed è mutola; non offri alla nostra fede che un semplice pane. Adempi secondo il tuo Sacerdote prescrive,
o star chiuso nel Tabernacolo, o esposto sugli altari, o portato agli infermi, o vieni  dato ai degni ed agl'indegni... Tu con pazienza taci... tacebit! Mio Gesù non tacere con me, ma parla sempre all'anima mia. Aprimi sempre il tuo bel cuore, nascondimi dentro di te, acciò anche io possa in pace sedere!... e tacere!...


Ascensione Settima

L'abbandono

Deliquerunt me fontem acquae vitae. (Jer. II).

Eccomi a te, o mio Signore e Dio, eccomi a te... tutto a te... mi chiamasti... adsum. Di pure, mio Bene, parla al tuo indegno servo i tuoi desideri quali sono, che il tutto  compirò colla grazia tua! Ah, solo, solo ti trovo qui in questo altare? Che è? Diletto mio; e gli uomini da te tanto amati e beneficati dove, dove sono? Nessuna ora, nessun
momento nel dì serbano per te?... E come ponno vivere i giorni,  i mesi e forse gli anni ancora senza di te? Come han cuore lasciarti qui le notti e i giorni abbandonato e solo?
Mio Gesù, e che fanno nel dì? di che mai si occupano? a chi pensano? perché faticano e si consumano la vita?... Oh cecità!  Oh ingratitudine! Oh demenza! Dereliquerunt fontem acquae vivae! E come, o mio Signore, tu protestasti, e con esultanza di spirito dicesti, di fare in Sacramento la tua delizia e stare coi figli degli uomini; e questi dove sono?!
Tu stimi tue delizie  che noi stiamo con te: stimi tua la nostra felicità, tuo guadagno il nostro merito, tua la nostra salvezza! Mio Gesù... che facesti?... Vi è, può mai esserci
amore più grande, più tenero, più obbligante i nostri cuori di questo  tuo amore per noi?... La idea, il fine della istituzione Eucaristica, o mio Diletto, dimmi quale fu? Certo
fu d'immolarti quotidianamente per noi all'eterno Padre; fu di restare con noi sui nostri altari, vivere a noi, comunicarti ed immedesimarti  alle anime nostre; fu per averci sempre con te come piante novelle d'ulivi intorno alla mensa : Filii tui sicut novellae olivarum in circuitu mensae tuae. Ah! e questi figli tuoi ora dove sono? Passano, ripassano dinanzi la tua casa, e neppur un ossequio  a te, ricordandosi almeno che qui per loro amore tu stai notte e dì in Sacramento? O mostruosità! Oh terribile delitto!.. Dereliqueruut fontem acquaevivae! Hanno lasciato ed abbandonato te, fonte che dai la eterna vita!... Vi è eccesso più  grande di questa nera ingratitudine? Ah no! no... E poi, miseri, son andati a scavarsi cisterne dissipate, le quali contengono acque pestifere e mortali: Et foderunt sibi cisternas dissipatas!
Infelici, qual pace, qual contentezza mai ponno godere  bevendo a queste putride acque, e lontani da te fonte di ogni beatitudine?! Ingrati, dimenticarono l'amore tuo paterno per essi, n el morire su di una croce, e restarti tutt'ì giorni nel santo Sacramento? Indegne creature!... Ma, mio Gesù, dimenticavo  che stavo innanzi il tuo trono di grazia e non di giustizia; di perdono e non di castighi; di amore e non di vendetta. Dunque ti imiterò, clementissimo Gesù? Ripeterò con te sacramentato: Pater, ignosce illis, non enim sciunt quid faciunt! O  cieli... o Serafìni... stupite, sì, stupite... Vedete, contemplate il mio Gesù in Sacramento! Nonostante la tiepidezza, la freddezza dei nostri cuori, nonostante tanta ingratitudine ed abbandono dai figli suoi, egli non si adira, non si sdegna,  ma quale agnello mansueto soffre in pace tante umiliazioni, contraddizioni e, ripulse... tace... aspetta quale amante appassionato! Se ne sta entro quella sacra parete, e di là come per tanti cancelli e per misteriose finestre vede e considera i figli  suoi che vanno da lui lontani! « Chi sa... chi sa, egli esclama, ed un dì quel figlio a me ritornerà! Chi sa? e quel cuore mi amerà! Io qui l'aspetto, all'altare dell'amore, per unirmi e comunicarmi ad essi, per felicitarli e renderli beati!  Se questo giorno per me verrà, io stimo un nulla i patimenti miei, nulla le mie umiliazioni ed amarezze sofferte; un nulla tutto il tempo che qui sono stato per essi sull'altare, attendendo il loro ritorno, il loro bacio di pace e di amore!... ».
0 mio Gesù, quanto sei bello ed amabile! Chi può narrare e comprendere le vampe di amore che ardono nel tuo petto per le anime da te create e redente?! Lo so, tutte tu desideri che vengano all'altare a cibarsi delle tue sacrosante carni, ma non  vedendole tutte, godi ed esulti che molte vi si accostano a riceverti; perciò stimi bene speso e fatto quel che hai già fatto restandoti in Sacramento, per visitar le molte anime tue dilette. E se per sventura nel mondo non vi fosse che un'anima  sola, che fedele ti ricevesse in se; tu, o mio Gesù, avevi cuore ed amore di restarti in Sacramento per un'anima sola!!! L'eternità è breve per lodare tale e tanta tua carità!


Ascensione ottava


La fedeltà


Maria optimam partem elegit, quae non auferetur ab ea. ( Luc. X).

Maria si scelse la migliore, l'ottima parte! Quanto è dolce, quanto consolante udire dalla bocca della medesima Sapienza incarnata, che lo stare ai suoi piedi è la migliore  sorte per noi, la migliore eredità che mai possiamo ottenere dal celeste Padre in questa vita! Avventurata, saggia Maddalena! Ella intende, sa che il suo divin Maestro è in casa sua, presto sorge, corre, vola, dimentica tutto il creato, è già  ai piedi del suo Signore, dell'amore unico del suo cuore: Stabat secus pedes Domini. Quivi ella che fa? che mai dice? Ella tace al cospetto del suo divin Maestro; adora, ama, loda, esulta perché vive colla Vita eterna: vive ai piedi di colui da cui  ebbe la doppia vita di natura e di grazia.
Maria è con Gesù, è col suo Dio. Maria si elesse per se l'ottima parte: 0ptima partem elegit. Ella beve a larghi sorsi acque di grazia e di sapienza. Il suo cuore benedetto è al
colmo del  gaudio, perché sta vicino al suo Signore. E' dappresso alla sorgente della vita, perciò ella veramente vive, chè vive ai piedi del suo Diletto. I Cieli, la terra, l'universo agli sguardi suoi tutto è scomparso; solo Gesù esiste per lei.  Uno è il suo pensiero, Gesù. Uno il suo affetto, Gesù. Uno il suo cuore, l'anima sua, Gesù!... Gesù...
0 Maddalena!... o Gesù!... Il suo amore per Gesù è grande, immenso, ardente. Conosciuta la verità, ella non più l'abbandonerà.  La porzione che si ha eletta non mai le sarà
tolta: Non auferetur ab ea! Maria, l'amante penitente non vive più in se: ella tutta vive in Gesù. Lo segue ovunque; è avida di udire le sue parole, e quanto ne ode, tutte le riceve nel suo  cuore.
Imitatrice fedele della divina Madre, tutto quanto vede ed ascolta di Gesù, tutto conserva nel suo ferito cuore: conservabat omnia verba haec in corde suo. I Giudei lo dannano a morte, e Maria... la degna sua discepola non lo abbandona!  I più fidi e beneficati amici, nel tempo della sua amara e dolorosa Passione, lo sconoscono voltandogli le spalle, ma la Maddalena no! Segue fedelissima e trafitta dalla spada del dolore le vestigia divine del suo Diletto. Non ha orrore dei tribunali,  non dei carnefici sanguinolenti, non dei ferali strumenti. Maria impavida, costante, generosa segue ovunque può il suo unico tesoro. Sale a fianco della Madre de' dolori l'erta del Calvario: guarda semimorta le pietre dì quel monte asperse del divin  sangue, e lo adora. Il suo Gesù è inalberato sul tronco della croce, e questa inclita donna insieme colla Vergine addolorata sta ai suoi piedi! Gocciola quel sangue preziosissimo, e l'amante di Gesù sta!
Spira, muore il dolcissimo Redentore,  e la figlia col cuore squarciato dal dolore accoglie il suo ultimo respiro nel suo ardente cuore come in una sacra mistica tomba! Gesù dalla croce è deposto, e Maria lo adora prima e lo profuma colle cocenti lagrime che le scorgano dagli occhi a  torrenti! Maria non muore, perché l'onnipotenza la sostiene, la sorregge. Gesù infine scende nel sepolcro, e la Maddalena n'è fuori: rimane ella a piangere la sua Vita estinta, il Sole divino oscurato, la sua gioia dal seno strappata, il morto  suo. Bene!... Spettacolo degno di tutt'i secoli! Prodigio ammirando ai medesimi Angeli! I Discepoli, gli Apostoli, i suoi più intimi lasciano,abbandonano, sconoscono Gesù; ma la donna forte, l'amante penitente, la Maddalena no!!! E con preziosi  unguenti corre verso il sepolcro per imbalsamarlo: Recedentibus discipulis non
recedebam ego.
0 Maddalena, o tipo di fedeltà! 0 Maria, o tipo di amore! 0 eroina, o tipo di saggezza! perché tu dopo la divina Madre amasti Gesù sino alla  morte? Lo amasti dopo la morte sin nel sepolcro. Lo amasti perché lo scegliesti per tua unica eredità: Optimam partem elegisti. Ond'è che il tuo nome sarà sempre in venerazione nella Chiesa del Nazareno, e la tua memoria sarà benedetta  per tutt'i secoli.
Dunque, o mio Gesù, tutta la grandezza, tutta la gloria, tutta la felicità della creatura è lo stare ai vostri piedi, ed il conoscere ed amare voi, sommo ed infinito Bene. Questa sì è l'ottima parte, vivere e morire  innanzi a voi, ai piedi del vostro altare su cui ve ne state per noi sacramentato. O Amore... concedetemi di stare notte e giorno prostrato dinanzi la divina vostra Maestà velata in Sacramento!... Concedete a me quell'amore forte ed ardente della tenera  amante vostra, la Maddalena!... Così vorrei, o mio Signore e Dio, così vorrei ardere per voi. Così palpitare per Voi. Così vivere e morire di pura carità per Voi. O Morte amabile! O morte preziosa, morire ai piedi di Gesù sacramentato,  ardendo per lui di amore!... Chi adunque, diletto mio Gesù, mi separerà da voi? Chi? Ah! né la vita nè la morte, nè la tribolazione, nè l'angustia, nè la fame, nè la persecuzione, nè la spada, nè qualsiasi creatura mi potrà  separare dalla carità di Dio, che é in voi, o mio Gesù, Signore mio, amore mio, bellezza infinita!...


Ascensione nona

La professione di Fede


At ille ait: Credo Domine. Et procidens adoravit eum. (Joan IX).

Si, davanti il vostro trono, dinanzi la vostra Maestà mi umilio, mi profondo nel mio nulla, mi anniento, o mio Gesù... O sempre grande, tremendo,  adorabile mio Dio. Il vostro nome augusto ricopre di gioia i cieli, di gloria la terra, l'inferno di spavento! Maestà infinità del mio Dio, io vi adoro. Sapienza, bontà, bellezza del mio caro Signore, vi benedico ed amo. Accogliete, o mio Dio,  l'omaggio della mia fede. Ricevete quale grato incenso il tributo del mio intelletto, della mia lingua, del mio cuore; il tributo di tutto il mio essere da voi creato, riformato ed in mille modi benedetto.
Adunque: Credo in voi, o mio Dio, Creatore  del Cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili; Dio vero, onnipotente, immortale, eterno, immenso, infinito, principio di tutte le creature visibili ed invisibili. La vostra gloria e maestà come non ebbe principio, così non avrà  mai fine. Credo e confesso che voi siete un solo vero Dio, Padre, Figlio e Spirito santo: tre persone sì, ma una essenza, una semplice ed indivisa natura. Il Padre è ingenito, il Figlio generato dal Padre, lo Spirito santo procedente dal Padre e  dal Figlio. E tutte tre queste divine persone sono eguali, hanno la stessa potenza, la stessa sapienza, la stessa bontà. Sono consustanziali e coeterne. 0 santa ed adorabile Trinità! 0 santa ed individua Trinità! 0 Trinità nell'unità, ed  unità nella Trinità, col mio cuore vi credo, colla bocca vi confesso! Grazie, sì, io vi rendo, o mio Dio, grazie vi rendo, che a noi rivelaste, sì augusto mistero. Ne siate glorificata per tutt’i secoli, o vera ed unica Trinità:  siate sopraesaltata in terra ed in Cielo, o santa ed una Unità! Gratias tibi Deus, gratias tibi, vera et una Trinitas, una et summa Deitas, sancta et una Unitas.
O mio Gesù, credo e confesso che voi siete vero Dio e Signor nostro, unigenito  Figlio di Dio, creatore, redentore mio e di tutto il genere umano: Dio da Dio, lume da lume, Dio vero da Dio vero: non fatto, ma generato, consustanziale e coeterno al Padre ed allo Spirito santo. E per voi tutte le cose dal principio furono fatte. Credo  che voi per la grande carità verso di noi prendeste carne umana per opera dello Spirito santo da Maria sempre Vergine; da lei foste concepito e partorito al mondo.
E così, essendo voi unigenito di Dio, impassibile ed immortale, secondo la divinità,  vi faceste secondo la umanità assunta per la nostra salute passibile e mortale.Vi degnaste quindi di patire e morire sul legno della croce per liberare noi dal peccato e dalla morte eterna. Risorgeste glorioso il terzo dì da morte, ascendeste sopra  tutti i cieli, trascendendo tutti gli ordini degli Angeli, ove ora sedete alla destra di Dio Padre onnipotente. Verrete di là nella fine dei secoli a giudicare i vivi ed i morti, dando a ciascun secondo le opere sue, ai buoni cioè il premio eterno,  ai cattivi le pene dell'inferno: Credo, Domine, Credo.
Credo ancora e confesso voi, o divin Paraclito vero Dio dal Padre e dal Figlio procedente, ad entrambi consustanziale e coeterno. E voi discendeste in forma di lingua di fuoco sugli Apostoli.  Voi insegnaste dal principio col dono della vostra grazia tutt'i Santi e tutti gli eletti. Voi siete luce vera e lume indeficiente. Fuoco vivo e Maestro delle anime; mentre colla vostra unzione c'insegnate ogni verità, o Spirito di verità, c'istruite  ad amare Gesù benedetto, il quale vive con voi e col Padre nei secoli. Vi confesso adunque, o mio Dio, vivo e vero, Padre, Figliuolo e Spirito santo, uno in verità nell'essenza, ma trino nelle persone. Vi credo col cuore, o mio Dio; vi confesso  colla bocca, o mio Signore; Vi adoro, o divina Maestà, Vi glorifico con tutto l'essere mio. Così vi ho conosciuto, o mio Dio, conoscitore di me; così io vi ho conosciuto per la vostra fede che m'ispiraste, o luce mia, o lume degli occhi miei,  o speranza unica che letificate la mia vita. Così vi ho conosciuto, così vi ho confessato. Così vi ho conosciuto per mezzo della santa Madre Chiesa Cattolica, così vi credo.
Credo, e fermamente anche credo, o mio Signore e Dio, a tutte  le altre verità che alla medesima santa Chiesa avete rivelate, e per essa a me proposte a credere. Credo a tutt'i misteri, a tutt'i dommi, a tutti i Sacramenti. E specialmente credo all’augusto ed adorabile Mistero del SS. Sacramento dell'altare.  Confesso perché credo, che qui nella divina Eucaristia vi è il mio Gesù vivo e vero, e realmente e personalmente qui si trova in anima, corpo, sangue e divinità: è bello, glorioso ed immortale, come siede alla destra vostra, o eterno Padre,  cui sia gloria col vostro Figlio e collo Spirito santo, per tutt'i secoli. Così sia.

Ascensione decima

La lode

Benedicam Domino in omni tempore: semper laus ejus in ore meo. (Ps XXXIII).

O dolce ed ineffabile mio Signore e Dio, quali grazie vi renderò, quali lodi vi darò per il prezioso dono della fede a me fatto? Quid retribuam tibi, pro 0mnibus quae  retribuisti mihi? Colla fede vennero in me tutte le altre vostre grazie e benedizioni: colla fede Voi m'illuminaste, e perciò io conosco, vi credo, vi adoro. Faceste splendere sul mio volto questo vostro santo lume, e rimasi illuminato. Perché voi  mi chiamaste, io sono venuto alla verità. Perché mi sceglieste, io son del vostro gregge. Perché a me vi svelaste, io vi ho conosciuto. 0 mio Dio… o luce mia... o lume degli occhi miei, io sono con voi! La creatura ha trovato il suo adorabile  Creatore! La pecorella errante e smarrita ha ritrovato il suo Pastore! L'uomo, il suo Dio! La redenta il Redentore ! La figlia, il Padre! La sposa il suo Diletto!... 0 Cieli!... 0 Angeli... o creature tutte, lodiamo, benediciamo, glorifichiamo oggi e  sempre l’amabile, il laudabile, il grande, il santo, il nostro caro Dio, perché per sola sua degnazione m’illuminò, mi chiamò alla vera fede nella sua Chiesa! Benedicamus Patrem, et Filium,  cum sancto Spirito, laudemus et superexaltemus eum in saecula.
Ma, e quale lode potrà mai dare a voi, o Dio sommo, eccelso ed infinito, l'ultima e la più indegna creatura che uscita sia dalle vostre mani?...  Voi siete l’increata Luce, io le tenebre; voi la verità eterna, io la menzogna; voi la santità per essenza, io lo stesso abominevole peccato! Dunque non è miglior lode; più gloriosa per la vostra divina Maestà il mio silenzio, ed  eterno silenzio?... Mentre la vostra lode punto non é bella e speciosa nella bocca del peccatore!... Chi adunque vi loderà? Chi annunzierà la vostra inenarrabile lode? 0 caro ed incomprensibile Signore Iddio, la vostra lode è eterna, la quale  giammai finisce. Voi stesso siete la vostra perpetua sempiterna lode, ed io vi loderò; il fieno che oggi è, domani gittato nel fuoco loderà voi? La miseria, la corruzione loderà voi, Dio santo ed immortale? La polvere, la cenere, e il niente  loderà la vostra sovrana ed assoluta sovranità? Chi fu concepito nella iniquità oserà pronunziare il vostro grande, ineffabile, tremendo nome: Labia mea laudabunt te? E se volete che anche io, mio Signore, vi lodassi e benedicessi mandatemi  prima un Serafino, il quale come altra volta purificò con un carbone ardente le labbra di Isaia Profeta, così mondi e santifichi anche le mie acciò degnamente io dica in tutt’i giorni della mia vita la vostra dolce, soave ed amabile lode.  Anzi prego e supplico che voi medesimo, o mio pietoso Signore, apriate la mia bocca per lodare e benedire divotamente il vostro santo nome: Aperi, Domíne, os meum ad benedicendum Nomen sanctum tuum.
Sì, comandatemi, o Signore, che io vi benedica,  che io degnamente allora vi benedirò: Jube, Domine benedicere.
La lode è vostro dono: concedetemelo, o Padre mio, per le viscere della vostra misericordia. La lode è dei vostri figli, dei vostri amanti: sia anche io in mezzo ad essi, e vi  lodi e benedica con essi. La lode a voi, o amabile ed amante Signore, è l’indice del cuore, il segno della predestinazione, il profumo dell'anima innamorata della vostra bontà e bellezza infinita. La vostra lode è il pane dei giusti, il  conforto dei tribolati, la speranza dei peccatori, l’allegrezza degli Angeli: è il Paradiso terrestre! Dunque la mia lingua vi lodi, o bellezza, o carità, o luce, o Dio!... Vi lodi al mattino, al mezzodì, al vespro. Vi lodi nelle tribolazioni  e nelle gioie. Vi benedica nelle infermità e nella sanità. Vi esalti e glorifichi in vita, in morte, nel tempo e nella eternità!... Sì, vi benedirò per quanto so e posso con tutte le potenze dell'anima mia. Sù, sciogli, il tuo cantico  di amore al tuo caro Dio, o anima mia, benedici il suo santo nome. Non ti scordar delle tante grazie a te fatte, concedendoti il dono della fede. Adora la sua maestà, ama la sua bontà, loda in tutt'i giorni tuoi la sua gloria. Benedici il Signore  coi Santi suoi. Lo esalta coi Troni e colle Dominazioni, ed insiem coi Cherubini e Serafini con voce incessabile ripeti: Santo, Santo, Santo, siete, o nostro Signore Dio!...Unisciti col tuo Gesu e con Maria: con essi loda e benedici Iddio. Ed allora sarà  certo la tua lode piena,
melodiosa, gradita, e quale verghetta di odoroso incenso ascenderà nel cospetto della Maestà divina.
O Maria, o madre di grazia, impetratemi il dono di degnamente celebrare le divine lodi. 0 mio Gesù sacramentato,  Maestro dell'anima mia, istruitemi, insegnatemi a lodare e benedire degnamente il Vostro e mio Dio. Compiacetevi che io lodi e benedica Dio con voi in terra, in Cielo e nell'eternità: Domine in unione illius divinae intentionis, qua ipse in terris  laudes Deo persolvisti, has tibi, et tecum persolvo. Amen.

Ascensione undecima

Ecco come si ama

Ecce quomodo amabat nos. (Joan. XI).

Scriverò sulla soglia del Tabernacolo, entro cui sta rinchiuso il mio Ben sacramentato, scriverò, a caratteri d'oro la gloriosa epigrafe: Ecco come si ama!… 0 mistero  di amore! 0 amore misterioso, chi potrà mai, non dico misurare, scandagliare la tua profondità, ma intendere almeno la tua superficie?! Il tuo amore per noi, o mio Gesù, è un oceano senza limiti e senza fondo! La sua origine dov'è? Dove  il suo termine? Sono tutti abissi incomprensibili ad ogni mente creata, sia umana, sia angelica! Un Dio in Sacramento!!!
Perché sta? Come sta? Per chi sta? Dove sta? Chi sta?.. Sciogliete sì, sciogliete pure, o sapienti del mondo, queste celesti  verità! Intendete voi questi arcani misteri?! Venite, prostratevi dinanzi la Maestà infinita del mio e vostro Dio, nascosta nel SS. Sacramento, e profondamente adoratela, beneditela ed amatela. 0 uomini, o creature, e
perché fuggite dal  vostro amabile Signore? Venite, accostatevi al fonte delle grazie e delle benedizioni: venite, che il divin Pastore anelante ad ogni ora vi attende! Venite, rinfrancatevi alquanto dalle vostre umane tribolazioni. Tutti sì, tutti venite al mio e vostro  Gesù che qui sull'altare per noi si trattiene, a noi pensa, pàlpita per noi.
Egli si è dato tutto a noi! Leggete in fronte al suo trono Eucaristico: Ecco come si ama!... Intendeste? Ecco come Gesù ci ama! Ecce quomodo amat nos!... 0 quante  difficoltà ha dovuto superare per compiere e realizzare questo suo amoroso disegno! Quanti colli e quanti monti di ostacolo ha pur dovuto trascendere per contentare il suo
cuore tanto innamorato di noi, per cibarci della sua carne ed abbeverarci  del suo sangue! Ecce iste venit saliens, in montibus, transiens colles. Ah, che il mio Diletto è simile ad un cerbiatto il quale dà su pei monti dei forti e grandi salti. Ecco i salti del mio Sposo. Scende egli dal Cielo nel seno illibato di Maria  Vergine... Dal seno della divina Madre alla grotta di Betlemme, dal presepio in Egitto, dall'Egitto ritorna nella Giudea, e quivi dopo predicato il regno di Dio passa al Calvario, ascende alla croce. Dalla croce al sepolcro, dal sepolcro sale trionfante  in Cielo; ma già egli si è lasciato in Sacramento in terra per essere ed abitar cogli uomini fino alla consumazione dei secoli: Ecce ego vobiscum sum, usque ad consummationem saeculi.
0 amore! 0 amore!... 0 carità!... 0 diletto!... Sì...  Sì... Ecce quomodo amabat nos!!! Venite, contemplate Gesù nell'ora della istituzione dell'adorabile Eucaristia. Egli è a mensa coi suoi discepoli, gli balza di novella gioia il cuore in petto, gli occhi scintillano sovraumana bellezza, splendore,  amabilità: Gesù è giunto infine all’ora sua. Venit hora mea! All'ora cioè dell'amore!... All'ora del suo lungo desiderio! All'ora della unione dei cuori e delle anime: Venit hora mea! Prende già nelle sue venerabili mani il pane,  alza gli occhi al Cielo, lo benedice, e dice... Ah mio Gesù, un momento, e poi... Non sapete, o mio Diletto, che per restarvi nella S. Eucaristia è necessario, che prima perdiate la vostra preziosa vita; è necessario per apprestar la divina Vittima  all'incruento sacrificio dell'altare, che prima siate voi, Agnello di Dio, sacrificato ed immolato sull'albero della croce; è necessario infine, che il vostro sangue tutto sia sparso!... Sì, Gesù risponde, sì tutto so... tutto accetto... tutto  spontaneamente io voglio... Ego pono animam meam a me ipso: perciò si muoia, e sian salve le anime! si muoia, e mi unisca a ciascuna nel Sacramento della Eucaristia! Fortis ut mors dilectio!
Dunque!… Ma, o Sposo del mio cuore, ma, e quante  umiliazioni, quante amarezze, derisioni e contumelie non soffrirete voi nel Sacramento? Quanta freddezza, sconoscenza, ingratitudine non incontrerete da parte degli stessi uomini, pei quali istituir volete sì adorabile Mistero? Tutto so… tutto  accetto… tutto abbraccio! E perché privar tante anime a me fedeli, per la sconoscenza di altre, di un tanto tesoro e conforto?! No, non mi regge il cuore! Il mio amore non può!... E cosi consacra il pane ed il vino, compie gli augusti misteri.  Ha vinto l’amore! Gesù è già nell'Eucaristia... Egli è nel suo Tabernacolo, nel cui ingresso è scritto: Ecco come si ama! Ecce quomodo amabat!!!
O mio Gesù, è giusto che tutt’ì cuori vi amino, che tutte le lingue  vi lodino, che tutte le anime vi adorino. Sì, è giusto che Voi regnate e possediate nel tempo e nell'eternità tutti i nostri affetti, tutti i nostri pensieri, tutto l'essere nostro. 0 mio Gesù, siete amabile sopra tutti gli amori, bello sovra  tutte le bellezze, grande e glorioso su tutte le create grandezze e glorie!
Siete! oh siete il nostro Dio, che ci amaste fino alla morte, e morte di croce! Ci amaste fino a restarvi per noi nel SS. Sacramento dell'altare! 0 Cieli, o terra, o creature,  venite, venite: Ecco come si ama!!!

Ascensione duodecima

Il reciproco amore al monumento

Dilectus meus mihi, et ego illi. (cant. II).

Oh che bel cuore che avea il mio Diletto! era umile, mite, tenero, compassionevole: era tutto di tutti. Ognun che ricorrea a lui trovava pronto facile accesso. Il perdono, la  misericordia, la grazia piovevano su tutti dal suo labbro. Non si adirò mai, giammai usò rigore coi peccatori, neppure un lamento nel tempo della sua passione e morte. E come fulgeva dal tuo amabile volto tanta luce di benignità, ed i tuoi nemici  non ti conobbero, o non vollero ciecamente e stoltamente conoscerti?!... Gesù mio, amore unico del mio cuore, io ti adoro, io ti amo, ti benedico!... Un dì fosti pregato, o mio Signore, di consolare colla tua presenza la casa delle tue amanti, Maddalena  e Marta, perché il di loro fratello e tuo amico Lazzaro era già morto. E tu vi andasti. Vedesti piangere ai piedi tuoi queste due tue discepole, e tu tutto ti commovesti di spirito per compassione… e tu piangesti con esse!... Jesus ergo infremuit  spiritu... Et lagrymatus est? Le lascerai tu sconsolate? Il tuo tenero cuore consente. E’ uopo operare un miracolo strepitoso: la risurrezione di Lazzaro quatriduano; il miracolo si faccia; la natura ceda all'amore compassivo del cuore di Gesù:  Gesù è al monumento. Gli dice con voce di Dio: Lazzaro, vieni fuori, risorgi. Lazzaro è già risorto. La consolazione riede nei cuori afflitti delle sue figlie; ma più, qui resta consolato il cuore tenero di Gesù! Quanta degnazione, Gesù  al monumento! Gesù che s'intenerisce e piange per compassione: piange, si commuove sulle altrui sventure!
Ah mio Diletto, un dì il Creatore si degnò recarsi al monumento della creatura... ed oggi la tua creatura viene a visitare te Creatore  in questo amoroso monumento dell'altare! Lazzaro era legato mani e piedi, quindi immobile, e tu volontariamente sei qui ligato dai vincoli dell'amore! Quegli avea velato il volto, e tu adombrasti coi veli degli azzimi e specie sacramentali la tua Divinità  e la tua Umanità in questo Sacramento! Piangesti e ti commovesti allora; ed oh quante volte da questo monumento vitale compatisci alle nostre pene, ti commuovi di tenerezza, ti struggi di amor per noi! Lazzaro era morto nel suo monumento, ma qui in  questo altare tu sei vivo e vero, glorioso ed immortale! Tu qui sei per dare ai nostri cuori il tuo fiato di vita, la risurrezione, per comunicare alle anime nostre tutto te stesso!
0 monumento adorabile del mio Signore, quante glorie, quante meraviglie  contieni in te? 0 Trono augusto del mio Dio, quanta pietà che ti circonda! Quante schiere angeliche sono alla tua custodia! O casa sacra del Re dei Cieli, sei l'unico centro degli amori miei.
Presso di te io abito… Dentro di te io vivo,  perché in te abita e vive Colui che io onoro ed amo! Disse il Profeta, che il sepolcro, monumento di Gesù sarebbe tanto glorioso? Et erit sepulcrum ejus gloriosum. Sì lo fu, lo è, sarà sempre glorioso quel monumento, che in se raccolse  per tre dì il mio Signore esangue e morto! Ma chi narrerà, chi comprenderà le glorie ineffabili di questo monumento Eucaristico in cui vive realmente e personalmente, impassibile ed immortale il medesimo Redentore, lo stesso mio Gesù? Pronunziava  Isaia, che tutte le genti sarebbero andate a venerare quel sacro sepolcro, e colà spandere il cuore nell'invocazione ed amore del loro Dio-Salvatore! Stat in signum populorum, ipsum gentes deprecabuntur.
O dolce… o completa profezia: sì,  oggi ti considero pienamente verificata! Ecco già che tutte le genti, tutte le nazioni sono a venerare nel monumento Eucaristico il loro medesimo Signore! Lo credono... lo adorano... lo pregano… Ipsum gentes deprecabuntur!... Quale gioia, quale  pace trovar Gesù nel suo monumento! Adorarlo, spandere al suo cospetto lagrime di tenerezza e di amore. Sì che io sono felice... son contenta... ho trovato il mio Paradiso in terra! Ho trovato il mio unico Tesoro, Gesù nel monumento! Egli si  dà a me, io mi do, mi consacro tutta, tutta a lui: Dilectus meus mihi, et ego illi! Epperò, o mio Gesù, considero che tu non hai solo questo monumento lapídeo per tua abitazione in terra: no, altri, molti ve ne sono, che pur son tuoi; non  manufatti, ma di carne; dico i nostri cuori. Sì i cuori degli amanti tuoi sono i tuoi prediletti monumenti di amore. Questi tu ami spesso visitare colla S. Comunione. In questi cerchi di sempre abitare colla tua grazia. Li riempi delle tue benedizioni,  ti compiaci in essi e di essi. Si moltiplichino, o mio Signore, in ogni dì questi spirituali monumenti! Crescano ad ogni ora nel merito, nell'amore, nella santità; mentre è giusto che la tua casa sia santa: Domun tuam decet sanctitudo. E fa che  questi nostri cuori sian sempre dintorno al tuo Eucaristico monumento a lodarti... a consumarsi di amore per te, o unico ed amabile nostro Re!!!

Ascensione decimaterza

L'Amore sconosciuto

Medius vestrum stetit, quem vos nescitis. (Joan. 1).

Che desolante verità! E' in mezzo a voi Colui che ignorate!... Quale mano pietosa mi caverà dal cuore questo crudele chiodo, la dimenticanza cioè… l’ignoranza  del mio Gesù fra i medesimi figli suoi? E’ o non è, fra noi colui che tanto spasima di amore? Se è e dove?... E’ nel suo trono!... Siede nella sua amabile maestà! È nel SS. Sacramento, vivo,  bello, glorioso ed immortale!!!  Dinanzi a lui stanno le angeliche schiere dì e notte, adorando e benedicendo il loro e nostro Dio nascosto in Sacramento per amor degli uomini, e con voce unanime ripetono Santo, Santo, Santo sei tu, o Signore degli eserciti! E gli uomini dove sono?  Che fanno?
Ah quando io sto davanti al mio Diletto sacramentato sono la più lieta e contenta che al mondo sia. Godo, gioisco, esulto, amo, lodo, piango, vivo! sono col mio Dio!... Vedo la sua bontà, contemplo il suo bel cuore, considero le  sue grazie, i suoi meriti, le sue perfezioni... ardo di desiderio che tutte.. tutte le creature lo conoscano, lo adorino... lo amino!...
Gemo, sospiro, prego, grido!... Ahimè l’amore non è amato, perché non conosciuto!... Esco dal  tempio, vado, volo per le strade, per le piazze... quale pena al mio cuore, quale amarezza… Non odo il nome del mio Gesù!... Non trovo negli angoli e nelle pareti, scritta la cifra del mio Amore! Non vedo in fronte agli uomini la pace, la contentezza  degli amanti di Gesù! Non si trattano gl'interessi del cuore di Gesù!... Non si parla di lui!... Non si pensa a lui!... Onde trafitta dal dolore alzo la voce e grido.
Le genti attonite mi guardano, a me si accostano. Sì, sì, venite o  popoli... venite o genti, uditemi, ponete mente alle parole, le quali sono di eterna vita!… A me concedette Iddio di parlare secondo quello che io sento: Mihi dedit Deus dicere ex sententia. Desiderai, chiesi l'intelligenza, e mi fu conceduta:  invocai lo spirito di sapienza, ed ei venne in me: Optavi, et datus est mihi sensus: invocavi, et venit in me spiritus sapientiae.
Senza finzione io la imparai, e senza invidia la comunico, e non tengo ascose le sue ricchezze: Sine finctione dici,  et sine invidia communico, vel honestatem illius non abscondo. Ahi, l’amore è un tesoro infinito per gli uomini! Infinitus thesaurus est hominibus! L'amore increato è Iddio, da cui e per cui vive ogni creatura, sia in Cielo, sia in terra.  Da questo Dio-Amore noi fummo creati ad immagine e somiglianza sua. Il peccato di origine guastò, contraffece l'opera delle sue mani, ci separò dal suo cuore amante. Il Padre manda in terra il suo unigenito Figlio: il Figlio prende carne umana da  Maria Vergine per opera dello Spirito santo: nacque in Betlemme, visse fra gli uomini, patì, morì in croce, fu sepolto, risuscitò il terzo dì, ascese al Cielo siede!... dove?! Ah egli siede alla destra del Padre lassù nei Cieli fra gli  splendori della gloria e della maestà; e siede nel SS. Sacramento dell'altare tra le fiamme del più ardente amore per noi...
Questo Dio sacramentato, questo amabile Gesù è vicino a voi, dappresso alle medesime vostre case! Questo Gesù  Amore io vi annunzio, io vi predico. Questo Gesù io vi reco, il quale essendo sacramentato in mezzo a voi lo avete ignorato finora: Medius vostrum stetit: quem vos nescitis!... Intendetemi!... Dal momento che lo incontrai, tanto mi rapì la sua bellezza,  che io abbandonata ogni cosa lo seguii: Relictis omnibus secuta sum eum. Il mio Diletto, il mio Amore è più bello del sole ed ogni ordine di stelle, egli sorpassa, ed ove alla luce si paragoni, le va innanzi; imperocché egli è splendore di  eterna luce, è specchio senza macchia della maestà di Dio!
Onde io l’ho amato, e lo amo. A lui ho già consacrato il mio cuore; a lui tutta la mia vita! Io sono contenta... Io sono felice... ho trovato il mio Dio... il mio Gesù:  Inveni Iesum!... E se desiderate conoscere dove egli abita: Ubi abitat! vi rispondo: Venite, et videte. Su, su andiamo alla casa, all'abitazione di Gesu!... Andiamo ad adorarlo, a venerarlo sul sacro altare!... Ecce.. Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata  mundi!... 0 Gesù!... Tesoro delle anime nostre, prostrati dinanzi alla vostra Maestà, vi crediamo… vi adoriamo… vi benediciamo... vi amiamo. Noi siamo le vostre pecorelle, voi il nostro tenero Pastore! Noi i vostri figli, voi il nostro  padre! 0 Gesù! 0 Pastore!... O Padre!... Rallegratevi cogli Angeli, che già ritrovate avete le pecorelle, i figli perduti. Voi già siete nostro, noi siamo già vostri! 0 gioia! O felicità! O Gesù!!!


Ascensione decimaquarta

Il dottore zelantissimo

Vidi: ut ecce Ostium Apertum in coelo. (Apoc. IV).
Quali e quanti danni abbiano arrecato alle anime ed alla Chiesa di Dio i Giansenisti del secolo passato a tutti è noto! Quanto pestifere erano le loro dottrine, restringenti ed opprimenti al cuor dell'uomo! Iddio, secondo essi, non era per noi che  un essere inaccessibile, terribile, colle folgori alla mano, un gigante formidabile, sotto i cui piedi gli uomini pallidi, tremanti per lo spavento, appena davano segni di vita. Inoltre chiusa aveva ai credenti la porta del Tabernacolo, perocchè con  mano di ferro scritto avea di sopra: «E' vietato all'Amore di scendere nel cuore dell’uomo più di una volta l'anno, però dopo lunga ed austera preparazione! In tutto il resto dell'anno basta loro di semplicemente guardar da lungi il tremendo  altare! Non conviene certo alla grandezza e maestà del Salvatore sì di frequente nel dì uscire dalla custodia per semplice desiderio dell'anima. La creatura non deve trattare alla dimestica col Creatore. Il trono di Dio è nei Cieli, e l'uomo  abita in terra!... Sicché queste desolanti dottrine ci staccano violentemente dal seno amoroso del nostro caro Dio! Ci rubano la gioia più bella del nostro cuore, cioè l'amore a Dio! Cancellano dalla mente e dall'anima la fiducia e la tenerezza  filiale verso il nostro celeste Padre! Pongono un muro di bronzo, di separazione tra noi ed il nostro benedetto Gesù!... Coraggio, o anime amanti di Gesù!... Fiducia nel nostro Dio…l’aiuto già pronto. Mirate, ecco, spedito dal cielo  viene Alfonso de’ Liguori! Questo serafino in carne, di apostolico zelo lacera tutte le pestifere esiziali dottrine giansenistiche, predica ai popoli e reintegra fra essi la paternità di Dio. Annunzia ai peccatori la divina misericordia. Esalta  ai giusti la sua infinita bontà. Indi passando di mezzo ai suoi nemici entra nel tempio, sale i gradini dell'altare, e sfavillante di fuoco celeste con una chiave d'oro apre la porta del mistico Cielo, cioè del Tabernacolo: « Vidi, et ecce Ostium  apertum in coelo » e con voce grande e sonora a tutti dice: ecco Dio, Salvatore nostro, ha fissato il suo tabernacolo di amore in mezzo agli uomini per vivere con essi ed unirsi nel Sacramento ad essi.
Su figli, venite, accostatevi al sacro altare.  Venite, cibatevi delle carni sacrosante del divino Agnello; bevete del suo preziosissimo sangue. I figli, è giusto che seggano e mangiano alla mensa del celeste Padre: Filii, tui sicut novellae olivarum in circuitu mensae tuae. E’ giusto che  le pecorelle stiano dappresso al loro Pastore. Le redente vivano col Redentore. Le creature col Creatore!... Sì, venite, accostatevi e mangiate. La porta del Tabernacolo è a voi già aperta: Ecce Ostium apertum. Con fiducia entriamoci tutti ed  adoriamo con lagrime di tenerezza il luogo ove ha posato i suoi piedi: Introibimus in Tabernaculum aius; adorabimus in loco ubi steterunt pedes eius. Disse il novello Dottore, e la sua voce risuonò per tutto il mondo. Le anime ricevettero novella vita.  Fameliche si appressarono in ogni dì a ricevere il loro Dio in Sacramento. I loro cuori sono già appieno soddisfatti, perché si uniscono con questa Manna Eucaristica al loro Amore! Alfonso con questa celeste dottrina ha moltiplicato le virtù  nelle anime, diminuito peccati e delitti: ha eretto il peccatore, infervorato il giusto, illustrata ed edificata la Chiesa. E sopra tutto ha consolato il cuore dolcissimo, tenerissimo di Gesù: il quale perciò si è restato sugli altari, per comunicarsi  alle anime dal sangue suo redente! Consolati, si consolati, o cuore amatissimo del mio Gesu sacramentato! Le tue brame già sono soddisfatte. La porta del tuo Tabernacolo è già a tutti aperta. Alza gli occhi tuoi all'interno, o mio Diletto, e  mira: leva in
circuitu oculos tuos, et vide. Mira quanti si son radunati, ed esultanti di fede e di amore a te vengono: Omnes isti congregati sunt venerunt tibi. Vengono a mille schiere per adorarti nel Sacramento, per riceverti e benedirti nel Sacramento.  Tu vedi e vedrai sempre la prodigiosa loro moltitudine ai piedi del sacro altare, ed il tuo cuore esulterà di gioia, si dilaterà di amore: Videbis, et affluens… et dilatabitur cor tuum. Verranno, ed a te porteranno oro, incenso e mirra, riconoscendoti  per Dio, uomo e re: Venient, aurum et thus deferentes laudem Domino annuntiantes.
Grazie ti rendo, o mio Gesù, grazie ti rendo che in tempo opportuno mandasti a noi il tuo aiuto. Ci mandasti il tuo servo fedele Alfonso Maria de’ Liguori,  lo mandasti affinché colla celeste dottrina attinta dal tuo cuore c'istruisse nella scuola dell'Amore. Venne, e ci schiuse la porta del Tabernacolo, serrata con mano gelida dal Giansenista. Ci rivelò i misteri del tuo amore sacramentato, le tenerezze,  gli affetti del tuo amante paterno cuore. Alzò la cortina della Eucaristia, e ci fe’ sentire e vedere le fiamme della tua ardente carità. Ci prese per mano, ci appressò al tuo altare acceso nel volto come un Cherubino di Dio, a noi gridando  Imitatores mei estote. Zelò come un Paolo la gloria del tuo amore. Visse di amore e per l'amore in Sacramento. Impiegò in difesa dell’amore la sua voce, la sua penna, il suo esempio, la sua vita, le sue forze… tutto se stesso! Visse  di amore... morì per l’amore. Spirò contento, che schiusa già avea ai fedeli, al mondo la porta del Tabernacolo, e rivelato l’Amore: Vidi et ecce Ostium apertum. Alfonso dunque si chiamerà il Santo dell’amore, il dottore  del SS. Sacramento.

Ascensione decimaquinta

L'allegrezza dei Santi

Introibo ad altare Dei: ad Deum qui laetificat juventutem meam. (Ps. XLII).

Si, entrerò, mi accosterò all'altare del mio Dio, mi appresserò al mio Dio vivo e vero nel Sacramento: al mio Dio, il quale letifica e conforta la mia giovinezza. Così  disse ogni Santo della Chiesa di Dio, così fece. L'istinto soprannaturale di tutt’i Santi uno è stato, è, e sarà: Amore a Gesù Cristo, specialmente nel mistero della Eucaristia.
L'uccello si conosce al volato, l'oro al fuoco,  ed il vero servo del Signore dall'amore verso Gesù in Sacramento. Quanti sono Santi che splendono lassù nei Cieli di gloria e di santità, tutti ebbero in vita un amore appassionato inverso dell'Uomo-Dio, e singolarmente nascosto nel Sacramento.  Venite, sì venite, o fedeli, contempliamo questo spettacolo venerando, e da noi imitando, dico i Santi, i quali dì e notte fanno la loro amorosa dimora dinanzi al Tabernacolo dell'Amore. Vi sono col corpo sempre che ponno: collo spirito sempre.  La loro gioia, la loro felicità in terra è Gesù in Sacramento. Parlano sempre di lui, pensano a lui, faticano per lui, sono beati se patiscono qualche travaglio per lui. Sono i mistici animali spiranti fuoco dì amore e vanno sempre innanzi  nella conoscenza e nella dilezione del loro Bene: Non revertabantur cum íncederent sed unumquodque ante faciem suam gradiebatur. Ed ovunque portava l'impeto dello spirito, colà si recavano a predicare il Dio della Carità: Ubi erat impetus spiritus,  illuc gradiebantur. Il fuoco del divino amore tutto li avvampava e li consumava: onde è che giammai era ozioso in essi ma sempre attivo ed operoso, desiderando che il loro Signore Sacramentato da tutti fosse ed ovunque conosciuto, benedetto ed amato.
Alla predicazione unirono le loro penne intinte nel cuore dell'amore, tutte concordi ed unanimi nel celebrare le glorie e le ricchezze, le gioie e le delizie di Gesù in Sacramento: Junctaeque, erant pennae eorum aterius ad alterum. Epperò, se nei  popoli recavansi a bandir la lieta novella, seminato e soddisfatto all'apostolico ministero, ritornavano tosto al centro del loro cuore, a Dio in Sacramento: Ibant, et revertebantur.
Mirate questi amanti di Gesù dinanzi il Tabernacolo. Quale tenero  commovente spettacolo!... Sono essi alla presenza del loro Dio… del loro Padre... Fratello... Sposo!........
Quale onda di affetti nei loro ardenti cuori!... Quante calde lagrime come inestimabili margarite ne irrigano le venerande gote!...  Quanti amorosi infuocati sospiri escono dal petto!... Quante sublimi ed angeliche elevazioni di mente e di anima!... Sono col loro Dio!... Lo sentono… lo godono... lo amano... Giubilano ed esultano nel loro Dio- Salvatore!... Saltò Davidde nell'eccesso  dello spirito dinanzi l'arca del Signore: David saltabat totis viribus ante Dominum. Saltò, chiuso ancora nel sen materno il Battista quando a sé vicino sentì la presenza dell'Incarnato Verbo: Exsultavit in gaudio infans in utero meo. I Santi  egualmente esultarono al cospetto del loro Amore sacramentato: balzava e saltava loro in petto il cuore; pareggiavano nel fervore i medesimi Serafini. E cogli Angeli che assistono al trono Eucaristico, essi immischiandosi, cantavano il nuovo cantico con  loro al Dio per amore in Sacramento: In conspectu angelorum psallam tibi: adorabo ad templum sactum tuum, et confitebor Nomini tuo.
Gesù in Sacramento è per essi il Paradiso in terra, il tesoro nascosto, il sole di bellezza, il fonte delle  grazie. E' il trono della sapienza, la vita dei cuori, il riso dei giusti: è ogni bene, perché è il loro amabile Dio!... Oh Santi, oh gloria della umanità!... Oh Santi, oh tipi di amore! Oh Santi!... amore... impetrateci amore al vostro...  al nostro Gesù nel Sacramento di amore!... Quanto gioisco, o mio Diletto, quanto mi rallegro, che tanti e tanti cuori arsero di amore per te! Quanto esulto che il tuo bel cuore di grande gioia esultò in essi. Ah, mio Bene, ed io perché non sono  per te come uno di essi? Perché non ardo per te?... Non mi consumo di amore per te?! Potuerunt isti et istae, cur non ego? Non lo puoi forse, o Padre mio, o non lo vuoi?! Sì... sì... sì che tutto puoi... ed efficacemente lo vuoi, che io sia  partecipe di tutti quelli che ti amano e custodiscono i tuoi precetti: Particeps ego sum omninm tìmentium te, et custodientium mandata tua.
Mio Gesù: Nunc coepi: oggi incomincio ad amarti! oggi mi dono e mi consacro tutto a te! Mio Gesù,  o mio tenero Amante, tu mi ami, ecco che anche io ti amo. Oh il più bello e specioso tra i figli degli uomini, desidero amarti quanto io pur devo, e tu ben meriti!... Tu sempre ardi per me su questo altare, vieni e mi accendi tutto del tuo santo fuoco!  0 buon Gesù.. Tu sei immenso, devo perciò amarti senza modo e misura! Vieni, o mio Diletto, luce amabile degli occhi miei; vieni, possiedimi tutta, trasformami tutta in te. Trafiggimi il cuore, come un dì alla tua Teresa, con un dardo di fuoco  scoccato dal tuo costato. Struggimi, consumami coll'amore tuo, colla dolcezza tua, colla dilezione tua, colla soavità tua, acciò io ti ami con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze; e cosi ti abbia sempre con me nel cuore,  nella bocca, innanzi agli occhi ed ovunque; sia teco nel tempo con te nell'eternità, oh Gesù... oh Dio... oh carità!

Ascensione decimasesta

Amiamo l’Amore

Columba mea in foraminibus petrae, in caverna macerie. (Cant. II).
Ah mio Dio! e perché non sono io come l'angelo dell'Apocalisse, per fare con tromba sonora  udire ai quattro venti, a tutte le genti il mio grido: Amiamo!...Amiamo l'Amore? Che v'ha nel mondo di bello, di grande, di amabile sì come è il nostro Amore?! Percorrete la terra, valicate gli oceani, penetrate i Cieli, dimandate se vi sia un altro  simile all'Amore? E padri, e madri, figli, sposi, Santi, Angeli, tutte insieme le ragionevoli creature amano esse come... e quanto ci ama il nostro Amore?... No.... no.. no... Uno è in terra ed in Cielo! Uno è in vita ed in morte!... Uno è sempre,  lo è stato e sempre sarà il Padre, lo Sposo, l'Amore, Gesù... Gesù.. Gesù!!! Chi ha fatto a noi quello che il nostro Gesù ha fatto? Chi ha mai tanto per noi patito quanto il prezioso, l'amabile, il diletto nostro Gesù?! Gesù è  amore! e quel che ha fatto e fa, è tutto per amore. S'incarnò, nacque, visse, morì solo per amore. Oggi è con noi nel Sacramento dell’Eucaristia, e ciò fece per solo amore. Non vive che di amore. Si delizia dei cuori che lo amano,  o che gli chiedono amore. Il principio ed il fine di tutte le sue operazioni è il solo amore. E per contentare le brame ardenti del suo cuore, di noi tanto amante, istituì particolarmente un sacramento che lo chiamò il sacramento dell'amore,  in cui se stesso lasciava vivo e vero, realmente, sostanzialmente. Non tratta su questo altare che di cose di amore. Il suo pensiero in questo sacro ciborio è uno... amare... e beneficare.
E quale amante appassionato altro da noi non chiede che  amore e corrispondenza. Vieni colomba mia, vieni, egli invita ogni anima, a me vieni, che qui in questa maceria di pietre sto per te rinchiuso! Vedi la mia abitazione in terra! Un sasso, una pietra, una maceria! E il tutto per te feci, tutto per l'amore!..  Colomba mia, io qui sospirando ti aspetto... Rifugiati in questo sicuro asilo... Fuggi dalle acque del diluvio che il mondo allagano. Quante reti, quanti lacci i tuoi nemici a te tendono! Vieni... ti ricovera in questa amorosa maceria!... in questo porto  di salvezza!... Entra poi nei misteri di questa sacra pietra! Entra nelle potenze del Signore! Entra cioè nei forami delle mie piaghe, nella maceria del mio cuore!
Intendesti? 0 colomba, quanto mi costi! Quanto mi sei cara! Un Dio come un grappolo  di uva di Cipro pestato sotto il torchio della sua passione! Un Dio come candido giglio dei campi calpestato dai ruvidi piedi dell'agricoltore! Qui Io sono per te! Sono per tuo amore!... Amami!!! Oh mio Dio in Sacramento! Oh dolce amore, e chi non ti  amerà?... Chi non si nasconderà nel lacero insanguinato tuo costato? Nei forami delle tue piaghe? Dirò: Haec requies, mea: hic habitabo in saeculum saeculi. Il mio riposo, la mia requie qui la fermo; qui abiterò io tutt'i giorni della mia  vita, nella sacra custodia, nelle piaghe del mio Diletto... nel cuore amante del mio Gesù!!! Oh Gesù... oh fonte... Oh abisso di amore! Che dirò? Che farò presso di te? L'anima mia non beve da te; vuol, nè può attingere se presente non  è al fonte, dico a te in Sacramento, fonte di vita e di amore.. M'inviti, o Diletto, che io mi nasconda nella tua amabile dimora, e fermi il mio riposo entro i tuoi preziosi forami. Oh amore, ecco io sono con te; su, dimmi che sono queste fulgenti  piaghe nelle tue mani? Quid sunt plagae istae in medio manuum tuarum?. Ah sono il prezzo della mia redenzione, sono monumenti eterni della tua carità! La sola carità dal più eccelso e sublime ti fe' l'ultimo e il più umile fra tutti! Per l'amore  violento ed eccessivo ti assoggettasti a tante pene, a mille umiliazioni!
T’inclinasti, e mi erigesti. Ti esinanisti, per farmi grande nel tuo regno. Scendesti fino a me, per farmi ascendere insino a te. Mi attraesti colla tua grazia, colla  tua soavità, ed ecco che già sono fra i tuoi amplessi, fra le tue dolcezze! Oh Gesù, oh Amore in Sacramento, che sempre ardi e mai ti raffreddi, accendimi, bruciami, consumami tutta fra le tue beate fiamme. Le tue piaghe mi feriscano! Il tuo  cuore mi stempri liquefacendomi tutta in te! Viva io nelle tue piaghe adorate! Dimori nel tuo paterno cuore. Chi chiederà di me, venga alla sacra maceria dell'Amore, qui mi ritroverà nei forami del mio Redentore, nel santuario del suo cuore. Io  sono di Gesù in Sacramento. A lui mi consacrai. Nessuno mi molesti e disturbi il mio riposo, imperocché le piaghe del mio Diletto, porto io impresse nel mio cuore: Nemo mihi molestus sit: stigmat Domini Jesu in corpore meo porto. Io terrò, o  mio Gesù, queste tue purpuree rose, dico le tue piaghe, come un fascetto di amore che a me donasti. In esse sempre leggerò l'amore tuo per me. Viva io sempre con te, ed in te. Muoia di amore per te! E sulla mia tomba fa scrivere, o mio Sposo: Qui  giace l'amante del Sacramento.

Ascensione decimasettima

Tutto per l’Amore

Omnia per ipsum facta sunt. (Ioan. I).
Tutte le cose visibili ed invisibili furon fatte per l'Amore, e senza di lui nulla fu fatto di cíò che è stato fatto.  Ecco il tipo, ecco la forma del mio vivere: Pensare, dire, operare, tutto patire per l'Amore. Iddio creò la luce, la vide, la lodò ch’era buona; perché buona? perché creata dall'Amore e per l’Amore. Creò i cieli, creò la  terra, creò tutto l'universo. Lo vide, si compiacque; ogni cosa creata e fatta lodò ch'era buona, perché ogni cosa fu fatta dall'Amore e per l’Amore: Omnia per ipsum facta sunt.
L'Amore è dunque la vita delle opere, l’anima  dei cuori, il suggello del merito, la grazia del Salvatore che ci rende degni di abitare nel suo cospetto, come oggetti delle sue più tenere compiacenze. L'Amore oh quanto è prezioso ed inestimabile! L'argento e l’oro, e tutte le pietre preziose  sono fango ed arena a quello paragonate. L'Amore è quella beata luce che illumina ogni uomo che viene nel mondo. Con questa luce conosce Dio, fonte indeficiente ed eterno lume. Conosce ogni verità da Dio rivelata: l'abbraccia, gode, esulta di aver  trovato il suo Dio, suo sommo ed unico Bene. L'amore è quella fiamma celeste che viene, parte, procede dal cuore medesimo di Dio penetra i cuori, li purifica, li nobilita, li eleva insino agli amplessi del loro tenero Padre, del sempre amabile Dio!...  L'amore è quella veste nuziale che ci introduce alla mensa dello Sposo celeste. E' quello che ci rende partecipi dell'amicizia e benevolenza di Dio: Quo, qui usi sunt participes facti sunt amicitiae Dei. Ci dà diritto di chiamare ed invocare Padre,  il nostro caro Dio. Accepistis spiritum adoptionis filiorum, in quo clamamus: Abba (Pater), Il buon Gesù, nostro fratello: Dicit ei Jesus vade ad fratres meos, Maria, nostra Madre: Ecce mater tua. Ci rende cittadini e familiari dei medesimi Santi ed  Angeli di Dio: Cives Sanctorum, et domestici dei.
L'amore unisce le distanze, le più lontane, la terra al cielo, la creatura al Creatore. E' bello ed amabile, e non si percepisce che dagli amanti di Dio. E' forte ed invincibile, supera tutte le  difficoltà, sormonta ostacoli per contentare Dio unico oggetto dei suoi desideri. È fuoco irrequieto se non perviene alla sua sfera, al suo centro, Iddio. Non mai si sazia di quanto ha e possiede; sempre vuole, dimanda sempre, sempre ha sete: Qui  biberit ex hac aqua, sitiet iterum. Però è sete che non crucia, non molesta; ma è come quella dei Comprensori celesti, i quali veggono a faccia svelata l'oggetto dei loro eterni amori, ne godono, esultano, e sempre lo desiderano! L'amore dà  penne di robusta aquila per servire l'Amante. Ha, come i mistici animali, immensi occhi di fuori e di dentro, per scoprire ed indovinare i voleri ed i desideri dello Sposo. Non cura il suo comodo, ma il solo beneplacito del Diletto. Soffre, patisce mille  pene, anche la stessa morte per la fedeltà giurata al suo Dio. Non pensa che a Dio; non parla che di Dio; non scrive, non predica che Dio; non respira, non vive che in Dio e di Dio. Il cuore è uno, una é l’anima: Et erant cor unum et anima  una.
Chi insegnò all'anima questa dottrina celeste? Il Verbo. Chi venne nel mondo a spandere questo beato fuoco? Il Verbo: Ignem veni mittere in terram et quid, volo nisi ut accendatur. Exemplum enim dedi vobis. Vi ho dato già l’esempio,  egli ci dice, imitatemi. Sì, tutto si faccia per l'amore: Omnia in chàritate fiat. Tutto per l’Amore. 0mnia per ipsum facta sunt. Oh Verbo... Oh Amore... quanto è amabile e soave la tua legge! Quanto arcana e gloriosa la tua scuola, perché  legge e scuola di amore!... O mio Dio in Sacramento, e Sacramento d'amore, la tua grandezza e maestà mista a tanta benignità e soavità forma l’oggetto della più alta contemplazione degli Angeli e dei Santi tuoi.
Deh, insegnami,  o divin Maestro. Io vengo a te…nella tua casa... Mi appresso al tuo trono acciò mi renda quale tu vuoi, mi dica e comandi quanto a te piace. Ah me lo dicesti, o Diletto, me lo comandasti, che io tutto faccia per Amore, tutto ciò per te  ? O mio Dio, e si può vivere ed agire senza l’Amore, senza di te?... Oh vita della mia vita: oh anima dell'anima mia! o amare, morire, e morir di amore! Qual bene ci può mai essere senza di te. Qual male con te? Tutte le cose per te fatte  son buone, appunto perché fatte per te. Bontà infinita. Quindi tutte le cose non fatte per te, non son buone; perciò male, perciò niente, perché fatte senza te, Verbo divino. Chi adunque mi separerà da te, che sei il mio sommo Bene?  Da te che sei la mia via, verità e vita? E come, o mio Gesù, o Verbo del Padre, tu pel troppo amore che a me porti, non sai stare senza di me, e ti restasti nel Sacramento per me, per avermi sempre con te; ed io potrò vivere e respirare senza  di te?... L'amore ti legò in questo Sacramento, e l'amore mi fa vivere per te.. tutto a te... e sempre con te! Tu facesti e fai ogni cosa per me e senza di me, ed io farò ogni cosa per te... e con te... e niente farò senza di te: Omnia per ipsum  facta sunt, et sine ipso factum est mihi quod factum est. L'amore lo fece. L’amore lo insegna. Seguirò l'Amore!!!

Ascensione decimottava

Il martirio dell'Amore

Domine, vim patior,responde pro me. (Is. XXXVIII).
Vengo… vado... ritorno, o mio Dio, pace non mi do! Chiedo... Sospiro... anelo il tuo volto, o Amore!...  Su dimmi dove… quando io ti vedrò? Straziato è il mio cuore dal veemente desiderio di possederti presto... di abbracciarti... e baciar le tue amabili fulcide piaghe!... Domine, vim patior, responde pro me! Io mi appello al tuo trono di grazia  e di misericordia! Io a te commetto la causa mia! Da te mi aspetto, o mitissimo, dolcissimo, tenerissimo mio Gesù, favorevole sentenza! 0 Amore, tu mi sei incomprensibile martirio! 0 martirio di amore, quanto molteplici ed acute sono le tue spade dì  fuoco. No, non è martire solo chi finisce la sua vita sotto al ferro, nelle fiamme o con altro supplicio materiale: oh come sono ineffabili le ferite e gli strazi dell'Amore! E' più fiero, più veemente ed acuto perché è occulto, è di  spirito, è prodotto da Dio medesimo.
Il martirio del corpo è di poche ore, anche di alcuni giorni; ma quello del cuore e dello spirito è diurno! e fin quando durerà?... Misteri dell'Amore!... Quanti mezzi possiede, quanti modi!... L'Amore  ferisce il cuore, lo piaga, lo lascia languire, gli dà ardente sete e desiderio della presenza del suo Amante ma questi già dal suo cuore si ritira o si nasconde. Povero cuore! Desidera il suo Dio Amore; e questo Dio dov'è? Sospira la bella faccia  del suo Diletto: ed il suo Diletto dov'è? Oh pena... Oh crucio... Oh martirio!... Oh Dio!... Le creature con tutte le loro ricchezze e grandezze fan fastidio a tale anima amante sol di Dio. Ama la solitudine, desidera il silenzio. Un sol pensiero ha,  Dio!... Un solo affetto, Dio!... Un sol desiderio, Dio! Dovunque e sempre anela la bella faccia di Dio.... Il possesso eterno di Dio!... Oh Dio... oh mio Gesù... oh Amore, quando... quando ti vedrò?... Quando ti possederò nella patria celeste?  Si, è vero, ogni dì tu vieni a me, o mio Diletto in Sacramento: vieni personalmente e sostanzialmente; io te ne ringrazio, ti benedico. Ma tu da me partendo, qual ferita più ampia non mi lasci, qual più cocente desiderio di presto rivederti  ed abbracciarti?... Tu vieni a me per sanare o per ferire? Mi sembra che sani e ferisci! Sani e guarisci le mie infermità spirituali; ferisci poi coi strali ardenti del tuo amore!... Che vuoi da me? Io quanto più ti godo e ti possiedo in Sacramento  tanto più sospiro ed anelo presto vederti alla svelata in Cielo. L'amore tende all'unione. E se non mi unisco eternamente a te, posso star cheta e contenta? 0 mio Gesù, centro unico degli amori miei, abbi pietà di me! Non conti quanti sospiri,  quante lagrime, quanti gemiti depongo ogni dì ai piedi del tuo Eucaristico trono? Diletto, o fonte di eterna vita, dammi la vera vita! Luce increata, lume eterno, perché non rimuovi questo velo che a me ti nasconde in Sacramento? La fede, quando  finirà e verrà la beatifica visione? Quando avrà termine la speranza e mi vedrò nel pieno ed eterno possesso di te? La carità, la quale giammai
verrà meno, quando comparirà? Caritas nunquam excidit. Ora qui ti contemplo attraverso  quasi di uno specchio; ma allora tì vedrò a faccia a faccia; ti riconoscerò come io son conosciuto. Sì, allora ti vedrò perché oggi son cieca, ti conoscerò perché oggi sono ignorante!... Allora vedrò o mio Verbo, lume indeficiente  al tuo lume, allo splendore
del tuo volto: In lumine tuo videbimus lumen. Vedrò te, lume increato, incorruttibile, eterno. Te che illumini la celeste Gerusalemme la quale non ha bisogno nè di sole nè di luna, perché sua lucerna sei tu,  Agnello divino.
Ti vedrò a faccia svelata, cioè vedrò te in te nel lume della tua faccia. Vedrò te in me e me in te!... Ti vedrò e ti conoscerò, vedendoti al tuo lume ti conoscerò ed esclamerò coll'Apostolo; Dominus meus  et Deus meus!... Mio Signore... e mio Dio!... e giubilante ti adorerò. Ti conoscerò allora tu chi sei. Quanto bello... quanto amabile... quanto prezioso... Conoscerò gli immensi splendori tuoi, tu da chi sei!... cioé Dio da Dio, Lume da Lume,  Dio eterno da eterno Dio, conoscerò te, Verbo dal Padre generato, e col Padre sempre spiri l'eterno Amore, lo spirito santo. Conoscerò la Trinità delle persone nella unità della essenza. Conoscerò quanto hai fatto per me. Conoscerò l'amore  tuo in restarti nel SS. Sacramento per me!... Tutte queste cose, mio Gesù, vo’ nel dì considerando!... Posso io non considerarle? Queste inestimabili ricchezze ho tutto il dì sotto gli occhi miei: posso non sospirarle? Haec recordatus  suum et non effudi in me animam meam quoniam, transibo in locum tabernaculi admirabilisi usque ad domum Dei.

Vedo i cieli aperti, e chi mi vi introdurrà? La corona è già preparata, chi me la darà? La palma è già pronta, quando  la coglierò?... Ah si, il solo Amore potrà spezzarmi le catene adamantine che alla terra mi tengon tuttora avvinta! Il solo amore potrà col suo fuoco potente abbattere e rovesciare questo muro di bronzo, cioè il mio corpo, per così unirsi  eternamente col mio Dio... 0 mio Gesù... 0 Amore mio... non vuoi sciogliermi dai lacci terreni?! Su, vieni, o mio Diletto, vieni, non tardar più!... Vieni ed uniscimi a te! Vieni e mi conduci con te! Tu sei l'aspettazione dell’anima, mia.  Tu la mia corona... la mia palma… la mia beatitudine! Veni, Domine, noli tardare, relaxa facinora mea!!

Ascensione decimanona

Il riposo dell'Amore nella creazione

Requievit die septimo ab universo opere, quod patrarat. (Gen. II).

Dissi che l'anima mia come il cervo assetato corre al fonte di limpide acque, così anela e sospira dì e notte la bella faccia di Dio, forte, vivo. Dissi: finché sarò  nell'esilio giammai mi darò pace, se non mi stringerò sul cuore colui che io ardentemente amo! Dissi... ah, dissi, che io sempre tendo a Dio, penso e sospiro a Dio!... Ma... non dissi la
veemenza dell'amor del mio Dio per me! dei suoi prodigi...  delle invenzioni del suo amante cuore per me ! Ah! sono io che cerco Iddio, o il mio Dio che corre a me? Io solo che penso a Lui, od Egli che prima si è a me manifestato, mi ha attirato, mi ha ligato al suo cuore?! Io ho amato prima Dio o Iddio prima  me?! 0 misteri del divino amore... 0 Amore Unico dell'anima mia, tu m'illuminasti colla tua luce, ed io ti conobbi. Tu mi tirasti colla tua soave carità, ed io a te venni. Tu dicesti al mio cuore: amami, ed io avventurata ti amo!
Tu adunque,  o Amore ami me senza di me, perché sei Dio, ed io non posso amar te se non con te, perché son tua creatura. Io bevo al fonte delle acque che a me da te vengono. Desidero te con te: penso a te con te: sono tua perché sei mio! Oh sì... sì,  quanto è bello ed amabile il mio divino Amore! Venite, venite, consideriamone i prodigi e le sue eccelse opere. Dio è carità : Deus charitas est. Dio é amore sostanziale, necessario, eterno. Amore è il Padre che genera il Figlio, Amore  è il Figlio generato dal Padre. Amor è lo Spirito santo spirato dal Padre e dal Figlio. Tre persone  ma un solo Dio Amore: questo Dio-Amore è beatissimo, fedelissimo in se. Non ha principio né fine. E' immortale, incircoscritto,  immutabile: è incomprensibile, ineffabile, inestimabile. Tutto può, tutto sa, tutto possiede. La sua beatitudine è eterna. Or questo eccelso ed inaccessibile Dio nella sua immensa carità decide di creare l'universo: creare creature intelligenti  e ragionevoli, per comunicare a queste la sua beatitudine, ammetterle cioè alla beatifica visione di sè. L'amore desidera la creazione, vuole beneficare, vuole comunicarsi alla doppia natura angelica ed umana che ha deciso creare. La Sapienza è  coll'Amore: ne fa il disegno, prepara i mezzi, traccia le vie. La onnipotenza è in tutto a compiacer l’Amore: tutto, tutto farà per soddisfare le brame dell'Amore. 0 a meglio dire, nella creazione opera l'Amore sapiente, onnipotente, perché  uno è l'Amore, uno è Iddio.
L'Amore adunque è all'opera. Crea miriadi di spiriti angelici che servano al suo trono, e lo godano ed amino per tutta l'eternità. Crea i cieli e li distende come un suo padiglione: li orna ed abbellisce del  sole, della luna e di un immenso numero di stelle. Crea la terra, e la libra sul suo medesimo niente, l'arricchisce di tante bellezze. Crea i mari, e li popola di svariati pesci. Infine crea l'uomo, e lo crea ad immagine e somiglianza sua: Faciam hominem  ad imaginem, et similitudinem nostram. Lo crea, innocente e santo. Mi serva e mi ami nel tempo; mi ami e mi goda nell'eternità. Farò con l’uomo le mie delizie, dice l'Amore. Compiuti già sono i cieli e la terra, l'Amore ha compiuto l'opera  sua. Esso si riposa nel settimo giorno: Complevit opus suum... Requievit die septimo.
Un Dio si riposa!... Requievit!... Ah si riposa, perché oggi l’Amore è soddisfatto! Si riposa perché l'amore ha raggiunto il suo fine. Oggi è  sazio che ha creato l'uomo: Complevit et requievit!... E si riposa nel settimo giorno. Il numero sette è di perfezione; tutte le opere fatte dall'Amore furono molto buone e perfette: Vidit Deus cuncta quae fecerat: et erant valde bona. Si riposa nel  settimo giorno, perché sono gli atti e le fiamme del divino Amore in amare l'uomo, cioè: fiamma dell'Amore separante con cui l'uomo viene separato dalle altre creature materiali ed irragionevoli. La fiamma dell'Amore  trasformante, con cui l'uomo mediante la giustizia originale è quasi trasformato in Dio. Quella dell’Amore comunicante, con cui sono all'anima giusta comunicati tanti doni e privilegi da Dio. Quella dell' Amore giubilante, il giubilo del Signore nella creazione ed esaltazione dell'uomo su tutto l'universo. La fiamma dell'Amore soporante, la compiacenza, il riposo cioè di Dio nell'anima giusta. Quella dell'Amore  compaziente, la misericordia di Dio per la prevista caduta della sua creatura. Infine la fiamma dell'Amore consumante, con cui l'opera del divino Amore conseguirà tutto il suo effetto: l'uomo rialzato, é di nuovo partecipe  della grazia del Signore e della celeste gloria.
Queste adunque sono le beate fiamme del divino Amore, e Dio-Amore dov’è? Le fiamme vedo, il centro, l’origine dov’è?... La creatura già vive, e il Creatore quando lo  vedrò... adorerò... benedirò!... 0 mio Gesù... O mio Creatore... O dolce Amore! Tu sei qui a me presente in questo Sacramento dell'altare!... Umiliata nel mio nulla ti credo... ti adoro... ti glorifico. Tu mi creasti per tua misericordia!  Mi chiamasti dal niente, ed io alla tua voce ubbidii! 0 amabile Creatore... 0 Gesù, sei già contento!... Perché creandomi a tua immagine, mi hai fatta partecipe di te, delle tue grazie, della tua gloria. Ahi mistero di amore! Tu, per assicurarmi  questa eredità, ti sei restato in questo Sacramento dì e notte, onde assistermi nelle mie necessità, cibarmi delle tue immacolate carni, fortificarmi, guidarmi, ammaestrarmi, unirmi ed immedesimarmi con te!... 0 Gesù... o Sacramento di amore!...  O Amor mio nel Sacramento !!!

Ascensione ventesima
Il riposo dell'Amore nella redenzione

Requievit die septimo ab universo opere, quod patrarat. (Gen. II).

Eccomi, o mio diletto Gesù, eccomi innanzi a te, insieme con te! Tu mi dici che qui su  questo altare trovi il tuo dolce riposo; ed io dove, o mio Dio dove lo troverò? Dove, se non qui, ai piedi tuoi alla tua presenza, insieme con te? Pace mia!... Tesoro mio!... Amore... quanto sei bello!... quanto sei amabile!.. Quanto prezioso agli  occhi miei!... Io ti adoro cogli Angeli che qui ti assistono dì e notte! Ti benedico coi Santi tutti della celeste Gerusalemme!... Ti amo col cuore dolcissimo ed amatissimo della tua e mia Madre Maria!… Mio Gesù, che vuoi da me, quando più  ti veggo e ti contemplo sempre più bello e caro sei al cuore mio! Non sei tu la gioia, la delizia del Paradiso? Non sei tu l'amore dei Serafini e di tutt’i Comprensori? Non sei tu il mio Dio... il mio Signore... lo Sposo mio!!! O mio Diletto,  quanto vorrei che tutti ti conoscessero! Tutti ti amassero! Tutti si consacrassero al tuo ineffabile amore!...
Ah! questa sacra custodia, questo adorabile Sacramento quante memorie che mi rammenta! Memorie di amore si, ma pur di dolore!... Tutto  mi richiama alla mente quanto
hai fatto, o mio Gesù, quanto hai patito per me!!! Sì, venite e contemplate, o genti, quel che l’Amore ha fatto ed ha patito per noi, per la nostra salute! L'Amore dopo creato il cielo e la terra, dopo creato  l’uomo si riposò: Requievit. E questo suo riposo quanto durò?... Ahi, durò finché l’oggetto delle sue compiacenze, l’uomo, si serbò nella grazia originale e nell’amicizia del suo Dio! Cade l’uomo, perde  la figliolanza del celeste Padre, il peccato gli dà la doppia morte dell’anima e del corpo!.. E già il riposo dell’Amore vien turbato! L’amore di nuovo è in moto! Consiglia, decide… la redenzione dell’uomo!...  Ed in qual modo? Che Dio si faccia uomo, prenda, assuma la carne, la natura dell'uomo; e l'amore consente. Che questo Uomo-Dio meni in terra una vita umile, povera, mortificata; e l'Amore consente. Che questo Dio Redentore patisca e muoia immerso in un  mare di pene, d'ignominie, di sangue e l'Amore a tutto, a tutto spontaneamente consente: Oblatus est, quia ipse voluit!
O Figlio, benedetto di Dio, sii in eterno lodato, amato e glorificato!... Ed ecco già che l'Amore è in moto, e muove cielo  e terra: Adhuc modicum est, et ego commovebo coelum et terram. Quindi la rivelazione all'uomo di un tanto Sacramento! E pria che un tal Mistero della incarnazione si effettui, la fede informata nel futuro Messia salverà l’uomo. E per conservar  viva questa fede nel suo popolo, egli vi manda Profeti, istituisce sacrifizi, templi, figure, simboli, leggi che tutti annunziano il Messia. L’Aspettato delle genti viene nella pienezza dei tempi, e prende umana carne nel seno della più pura  delle donzelle d'Israello, nel seno di Maria: Verbum caro factum est! Dal primo palpito fino all'ultimo il cuore del Redentore non palpiterà che per l'uomo!... Tutto egli ha donato e consacrato all'amore dell'uomo. Non pensa, non desidera che salvare  l’uomo… redimere l'uomo... beatificare l'uomo! Dalla culla  Betlemme alla cima del Golgota uno è il pensiero e l'affetto del pietoso Salvatore, risorgere l'uomo, dargli la vita della grazia, ripristinarlo nel diritto della sua perduta  figliolanza di Dio. Come un forte gigante percorre esultante la sua laboriosa carriera. Quasi volesse riformar l'uomo dal suo principio, dal fondamento, dalla infanzia; si fa bambino e ne santifica l'umana infanzia. Percorre tutti gli stati dell'uomo  per verificarli con suo divino contatto e santificarli. È fanciullo, è adulto, è nell'età perfetta: In virum perfectum in mensuram aetatis plenitudinis Christi. . Si degna di appellarsi il Figliuolo dell'uomo. Si protesta di far sue delizie  lo star coi figli degli uomini. In tanti mirabili modi egli si dà, si dona all'uomo! A lui si dà in socio, in esempio, in maestro, in pastore, colla infanzia, colle virtù, colla dottrina, colla grazia. Si dà a tutti ed a ciascuno co  ? lumi ed ispirazioni, colle grazie e benedizioni. Si dà... ma già il suo
cuore arde, sospira, anela di darsi all’ uomo in prezzo nella sua passione e morte! Sospira!... ma già egli è nelle mani dei suoi nemici! Lo ligano.. lo  maltrattano.. lo menano fra mille insulti ed umiliazioni per le vie di Gerosolima. Lo trascinano dall'uno all'altro tribunale!... E l'Amore tace! E l’Amore si pasce e si sazia di tante pene e che soffre per l’uomo! Satiabitur approbiis!  E' scarnificato alla colonna... i brandelli della sua adorabile carne volano per l'aria, son calpestati dai piedi dei manigoldi... Il sangue tutto allaga il pavimento... E l'Amore tutto soffre e tutto offre alla divina giustizia per la salute dell'uomo!  Gesù è coronato di acute spine, condannato alla morte d'ignominiosa croce... Egli l'abbraccia, l'accetta e gode nel suo cuore perché il suo amore per l'uomo già vien soddisfatto! Sale ansante sotto il peso della croce, l'erta pendice del gran  sacrificio. Quale glorioso capitano che vince conquide l'inimico, sale la croce, muore svenato, contento è l'Amore, l'uomo è salvato. Gesù... amabile Gesù,
consolati, l'uomo da te creato è già redento! L'oggetto delle tue tenerezze  è già per te salvo. L'uomo è gia conquista del tuo amore e del tuo cuore. Mio Diletto... su vieni... discendi dal tuo altare di amore… vieni fra gli amplessi miei… La sacra tomba è già aperta... Amore, su ti riposa! Sì,  il mio Diletto è posto nel sepolcro: Jóseph... posuit eum in monumento. Il mio Dio Redentore si è riposato nel settimo lustro della sua vita: Luxtra sex qui jam peregit, come il mio Dio Creatore si riposò nel settimo giorno: Requievit die  septimo! Perchè uno ed il medesimo è il mio Dio Creatore e il mio Dio Redentore: è lo stesso Dio Amore, il quale mi creò.. . mi redense; Perciò egli riposa!!! Requievit… Requievit die septimo!! Mio Gesù... Sposo del mio cuore,  io ti amo... tiamo... ti amo!

Ascensione ventesimaprima

Il riposo dell’Amore nel SS. Sacramento

Hacc requies mea in saeculum saeculi: hic abitabo, quoniam elegi eam. (Ps. CXXXI).
Quale profumo soave della tua dolce  ed amara Passione ch'esce, o mio Gesù, da questo sacro Tabernacolo! Ogni volta che ti adoro, o ti ricevo in sacramento, possa non far memoria delle tue pene, dei tuoi dolori per me sofferti? Tanto più che me ne hai fatto un precetto espresso, dicendomi:  Hoc facite in meam commemorationem. E me lo rinnova il tuo Apostolo: Quotiescumque manducabitis panem hunc, et calicem bibetis, mortem Domini annuntiabìtis. Il Sacramento dell'altare è un memoriale luminoso della Tua Passione! I veli eucaristici  che agli occhi miei ti nascondono, mi ricordano, o mio Diletto, quando i tuoi e miei nemici ti velarono l'adorabile volto: Et coeperunt velare faciem ejus. Qui sei dì e notte, ligato dai vincoli dell'amore, e mi rammentano le funi e le ritorte colle  quali ti ligarono in quella notte dolorosa! Compire ehenderunt Jesum, et ligaverunt eum. Qui in questo Sacramento non mai contraddici alla volontà del sacerdote, se ti dà ai degni o ai peccatori: Ego autem non contradico; e colà fosti consegnato  alla volontà dei tuoi carnefici, senza che tu facessi un lamento; Pilatus Jesum tradibit voluntati eorum.
I sacrileghi all'altare rinnovano il tradimento del perfido discepolo: le irriverenze... e le bestemmie ricordano gl'insulti ed i sarcasmi  contro la tua adorabile persona! La morte Mistica che ci presenti nel sacramento: Vidi agnum tamquam occisum, ci richiama la morte vera e reale che soffristi sulla croce. Il sangue che bevo è il sangue che versasti. La carne che mangio è la carne  medesima che sacrificasti sul monte del dolore!
Che più? Ah qui tutto eloquentemente parla della tua amara Passione!... O Passione del mio Diletto, quanto mi sei cara, e preziosa! O passione... io ti adoro... io ti amo... io ti benedico! O Passione,  per te fui redenta! Da te la vita del Padre mio fu spenta!... O Passìone! O Gesù! O Amore... O misteri incomprensibili di carità!... Quale spettacolo! Un Dio patire e morire! Patire e morire per l’uomo!!! O Passione! O carità!... O  Angeli, venite, adoriamo la Passione di Gesù ! Raccogliamo il suo sangue prezioso sparso per le vie e per le strade! 0 mio Diletto... O Padremio... io adoro e venero ad una ad una le tue dolorose pedate: le bacio, le bagno di amare lagrime! Adoro ad  una ad una tutte le stille del tuo sangue sparso per me! Adoro e venero tutti i tuoi dolori… le afflizioni... le amarezze del tuo desolato cuore!... Benedico ed adoro tutte le affezioni del tuo cuore in amarmi sino a morir per me. Adoro le tue  amorose piaghe!... la tua passione... la tua morte! Tutto, o mio Gesù, dopo adorato, io raccolgo e il tutto ricetto e ripongo nel mio trafitto cuore! Come un fascetto di amara mirra terrò sempre nel mio cuore tutta la tua Passione! Fasciculus myrrhae  Dilectus meus!
Spesso nel dì la mirerò, contemplerò... Sarà la tua passione il mio cibo, la mia vita: in essa troverò il mio riposo, la requie mia: Haec requies mea... hic abitabo!... E come non sarà la tua Passione il mio riposo  quando, o mio Gesù, lo fu per te? In essa ti riposasti, in essa finisti i giorni tuoi: Crucifixus Mortuus!... Requievit! Ti riposasti nel sepolcro dopo che fosti battezzato del tuo medesimo sangue, ed in esso restasti sommerso! Un Dio si riposa nella  Passione!!! E per contentare le brame ardenti del suo cuore tanto amante di questo mistero del Calvario, istituisce il sacramento della Eucaristia come memoriale della sua Passione: 0 sacrum convivum in quo Christus sumitur: recolitur memoria Passionis  eius. Istituisce questo Sacramento di amore ed in questo tutti raccoglie i tesori infiniti della sua Passione e morte. Sicchè dando a noi Gesù in questo sacramento tutto se stesso in cibo ed in bevanda, con lui dona tutti i suoi patimenti, tutt'  i meriti infiniti della sua vita, passione e morte. Quomodo non etiam cum illo omnia nobis donavit.
Onde lieto l'Amore di aver posto in salvo in questo Sacramento i tesori della sua Passione, si protesta di aver trovato in questo Sacramento dell'altare  il suo riposo, annunziando a tutti: Haec requies mea in saeculum saeculi: hic abitabo quoniam elegi eam. O Passione... O Sacramento.. O Gesù! Sul Calvario sborsa il prezzo universale della redenzione: qui applica a ciascuno il frutto della sua Passione.  Colà sul monte della riconciliazione abbatte il muro che separava il genere umano da Dio: qui in questo Sacramento impreziosisce ogni anima delle sue ineffabili grazie e benedizioni. Sul Calvario semina il celeste Agricoltore: qui raccoglie nelle anime  che visita il frutto dei suoi sudori e del suo sangue. Sulla croce colle sue aperte braccia stringe al seno tutta la umana famiglia, dando il bacio della pace: qui nel Sacramento abbraccia ciascun'anima imprimendole il bacio di amore. Colà muore il  Padre: qui hanno l'eterna vita i figli. Sul legno spira il Pastore: nella Eucaristia sono nutrite le agnelle.
Una lancia sul monte della mirra apre il fonte delle celesti grazie: qui bevono i credenti a larghi sorsi. Colà si riposò l'Amore  patendo: qui si riposa godendo. Sicché Gesù oggi ha raggiunto il suo fine col SS. Sacramento, comunicando se stesso a ciascun'anima, e con lui i frutti della sua Passione. Oggi l'Amore è pienamente soddisfatto: oggi è in riposo: Haec requies  mea: hic abitabo!... Da tutti sia lodato e benedetto l'Amore mio Sacramentato!...


Ascensione ventesimaseconda

I prodigi dell'Amore

Sapientiam Dei... quis investigavit?( Eccles.)
Udendo la Regina di Saba tanto magnificarsi da tutti la sapienza del re d'Israello Salomone, stimò farne prova  ed imparar da lui. Si mosse dall'Oriente con ricco apparato,
venne in Gerusalemme e si presentò al re sapiente. Quale fu la sua maraviglia, quale il suo stupore nell’udire l’immenso sapere del figlio di Davidde! 0 sire, ella esclamò,  sono purtroppo vere le cose che io avea udite nel mio paese riguardo alla tua sapienza: ho veduto io stessa cogli occhi miei, e provato, che neppure la metà del vero mi era stato riferito. Sì, che la tua sapienza e le tue opere sorpassano tutto  quello che io giá ascoltato avea: Maior est sapientia et opera tua, quam rumor, quem audivi. O mio Gesù, o Sapienza incarnata, che dirà o mio Gesù, o Sapienza incarnata, che dirà l’anima di te amante trovandosi alla tua adorabile  e maestosa presenza nel Sacramento dell'altare? Quali sono i sentimenti suoi nel mirare le meraviglie della tua sapienza ed amore in questo augustissimo mistero? 0 celeste Salomone, la tua sapienza non ha limite, perché sei l'increata sapienza del  Padre. Il tuo amore è infinito, perché sei Dio. La tua amante sapienza nel mistero della Eucaristia chi mai la misurò?... Chi la investigò? Sapientia Dei… quis investigavit? Deh istruiscimi, o mio Diletto, ed io istruirò. Rivelami  i prodigi del tuo amore, le meraviglie della tua sapienza in questo Sacramento, ed io le narrerò a tutte le genti, acciò tutte più ti conoscano e più ti amino: Domine, narrabo universa, mirabilia tua.
Adunque udite, o popoli, le meraviglie  del mio Diletto in Sacramento: udite i prodigi dell'Amore. Il SS. Sacramento della Eucaristia è per eccellenza il Sacramento dei sacramenti, quello in cui sono moltiplicati i prodigi ed i miracoli della onnipotenza; i quali perché sono invisibili  ai sensi del corpo ed alla umana ragione, dimandano una fede grande ed universale dai fedeli; ond'è che appellasi per antonomasia il mistero della fede Misterium fidei. Tanto è: questo Divin Sacramento non si percepisce dai nostri sensi, né s'intende  dal nostro intelletto, ma tutta la sua realtà è poggiata all'autoritá divina. Sì, Dio ha parlato, ed il Sacramento della Eucaristia veramente e realmente esiste. Egli è verità infallibile, non può mentire.
La parola di Cristo  fa il Sacramento. Quale parola? Quella con cui furono fatte tutte le cose. Il Verbo comandò, ed il cielo fu fatto: comandò, e fu fatta la terra: comandò il Verbo, ed ogni creatura ebbe l'esistenza. Vedi adunque quanto è efficace ed operativa  la parola di Cristo. E se tanta è la virtù ed efficacia della parola di Gesù, che hanno l’esistenza le cose che non erano, quanto più efficace non dev'essere da convertire in altra materia e sostanza le cose che già erano? Sì,  Gesù parlò, e ci disse: « Prendete e mangiate, questo è il corpo mio. Prendete e bevete, questo è il sangue mio ». Disse, ed il Sacramento veramente e realmente è fatto: Ipse dixit, et facta sunt. E’ dunque verità di fede  cattolica, che nel Sacramento della Eucaristia vi è Gesù Cristo realmente, sostanzialmente, vivo e vero, in anima, corpo, sangue e divinità, glorioso ed immortale, come siede nei Cieli alla destra del Padre. Colle parole della consacrazione profferite  in nome di Gesù dai sacerdoti celebranti il santo sacrificio il pane si converte o si transustanzia nel corpo di Gesù; ed il vino si converte, si transustanzia nel sangue di Gesù. E tanto il corpo quanto il sangue di Gesù si contengono sotto  le specie o accidenti del pane e del vino; i quali accidenti si reggono senza la propria sostanza del pane e del vino con miracolo della onnipotenza. Fatta la consacrazione, il pane ed il vino sono interamente scomparsi, restando i soli accidenti di questi  come tanti veli di amore e di sapienza per nascondere ai nostri sguardi Gesù glorioso presente, onde dare a noi materia di fede ed insieme di fiducia nell'accostarci a riceverlo nei nostri cuori.
Le specie poi subiscono gli stessi effetti e van  soggette alle medesime mutazioni, come se fossero unite alla loro primiera materia del pane e del vino; quindi secondo il caso
sono fredde, calde, secche e simili. Finchè si conservano le specie, perdura la presenza sacramentale di Gesù. Quando  poi, o si corrompono, o si consumano, il corpo di Gesù si ritira e sparisce. Su questo altare, in questo Sacramento non si operano che prodigi!... Il sacerdote ha nelle mani il pane, lo benedice, profferisce le parole della consacrazione, e Gesù  è già veramente colla sua presenza sacramentale nelle mani del sacerdote! Questa conversione o transustanziazione del pane nel corpo e del vino nel sangue di Gesù Cristo, che compie il sacerdote in nome di Gesù medesimo, è istantanea; val  dire, appena che il sacerdote profferisce l’ultima parola della consacrazione, in quell'istante stesso Gesù è nel Sacramento; sicchè se morisse il sacerdote prima di terminare le parole della consacrazione non vi sarebbe allora il corpo  o il sangue di Gesù Cristo ma la sostanza del pane o del vino, secondo che lasciasse incompleta o la formula che consacra il pane o quella che consacra il vino.
Fatta adunque dal sacerdote la consacrazione, Gesù è realmente ivi presente  nel Sacramento. Ma i sacerdoti che al dì offrono il divin sacrificio in tanti luoghi e paesi, sono
senza numero. Perciò in cento e mille terre, villaggi e città, Gesù è loro presente nel Sacramento di amore! Potea darsi invenzione  più bella e più amabile di questa del SS.
Sacramento? Potea l'amante Gesù mostrare a noi maggiori tenerezze di amore? Sì, dite pure: Che Gesù Cristo ci amò quanto potè amarci. In finem dilexit eos.

Ascensione ventesimaterza

Seguono i prodigi dell' Amore

Confitebor tibi, Pater, quia revelasti ea parvulis. ( Matth. XI)
Vi ringrazio e vi benedico, o Padre mio, che queste cose avete rivelate ai piccolini. Sì,  ai piccolini, agli umili, ai docili di mente e di cuore sono rivelate dal celeste Padre queste ineffabili ed incomprensibili verità del SS. Sacramento. Questi soli le accolgono nel cuore, perché le hanno accolte docilmente prima nell'intelletto.  Quindi essi soli ora godono di tutte le immense ricchezze e dolcezze di un sì augusto mistero di sapienza e di amore, perché si fecero piccolini. Queste perle preziose sono nascoste ai sapienti e prudenti del secolo: sventurati, le hanno sotto gli  occhi e non le vedono! Ne odono parlare e non percepiscono; perchè l'udito dell'umile fede e del doveroso amore l'hanno ottuso!
Il SS. Sacramento è come la colonna di fuoco, la quale fu luce e guida alla terra di promissione per gl'Israeliti,  e tenebre per gli Egiziani. E questo mistero della Eucaristia
come quello della croce è riputato scandalo dagli increduli e stoltezza dai sapienti del mondo; ma per gli umili credenti è la virtù e la sapienza di Dio: Verbum Crucis pereuntibus  quidem stultitia est: iis autem, qui salvi fiunt, idest nobis Dei virtus est. Oh se tutti intendessero che tesoro è Gesù in Sacramento: Infinitus thesaurus est hominibus! Quali le sue grandezze, le sue ricchezze! Quante le sue dolcezze e le sue  gioie! Quali i prodigi del suo amore per noi, restandosi in questo adorabile Sacramento! Oh se tutti... oh se parte almeno intendessero l'amore meraviglioso di Gesù nella Eucaristia?!... Ahi, egli è nel Sacramento!... Come è? Gesù è tutto  nel Sacramento, è tutto in ciascuna parte; sicchè in ogni particella o frammento si trova tutto intiero il corpo di Gesù. Esiste nel Sacramento per modo di sostanza, e non per modo di quantità dimensiva ed estesa; perciò è tutto intiero  sotto la intera specie del pane, è tutto intiero sotto ciascuna delle sue parti; come l’anima nostra è tutta su tutto
il corpo, e tutta in ciascuna parte di esso. Si frange o divide l’ostia ma non si frange o divide il SS. Corpo:  ma questo si avvera nei soli accidenti. Dai fedeli si mangia la divina carne, ma non si lacera; si consumano gli accidenti, ma Gesù rimane sempre illeso ed intero; mentre il suo corpo è impassibile, incorruttibile e glorioso.
A tutti egli dà  se stesso, e la sua vita eucaristica è indeficiente. Visita con esuberante amore i cuori dei figli suoi, e li converte a se, li unisce a se, li fa vivere della sua vita. Egli è il Dio delle meraviglie. Gesù è tutto intiero sotto la bina specie  del pane e del vino; sicchè è tutto intiero nell'Ostia consacrata, è tutto intiero nel calice o vino consacrato, sebbene in diverso modo.
Nell’Ostia è il corpo di Gesù in forza del Sacramento - ex vi Sacramenti - il sangue poi,  l'anima e la divinità di Cristo vi sono per concomitanza. Similmente nel calice vi è
il sangue di Gesù in forza del Sacramento, o formula direttamente profferita sul calice contenente la materia del vino per la consacrazione; il corpo poi,  l’anima e la divinità di Gesù vi sono per concomitanza. « Il corpo poi di Gesù Cristo non è nel Sacramento come in luogo definitivo; sicchè essendo qui, non possa essere in altro luogo; nè vi è circumscriptive, cioè secondo  la misura della quantità propria corrispondente alla quantità del luogo; onde il luogo in cui è il corpo di Cristo non è vacuo, ma neppure può dirsi ripieno della sostanza del corpo di Cristo; poiché è ripieno delle specie sacramentali  che occupano quel luogo, almeno per miracolo, siccome miracolosamente sussistono per modo di sostanza». Quanti prodigi... quante meraviglie son contenute nel SS. Sacramento della Eucaristia! Le leggi della natura qui sono tutte sospese, e riverenti  ammirano ed adorano il Sacramento della sapienza e dell'amore di Dio. E' prodigio di amore che Gesù si nasconda sotto le specie sacramentali; ma non è prodigio ancor stupendo ed incomprensibile lo starsi dì e notte con noi in un tabernacolo chiuso?  Egli che abita e vive nella gloria e maestà nei Cieli, venire ad abitare in una pietra, in una squallida maceria, in una silenziosa e povera custodia? Ma l’amore neppure è contento di tanta sua umiliazione e degnazione. Moltiplica in tanti  punti dell'orbe la sua vita sacramentale. Ha dato potestà ad ogni sacerdote di consacrare il pane ed il vino nel corpo e nel sangue suo prezioso, per essere con tutti i figli suoi che sono sparsi per tutto il mondo; per vivere con tutte le sue pecorelle;  per accorrere a tutte le loro necessità e bisogni; per consolare tutti colla sua reale presenza sacramentale!
O Padre... O Pastore... O Gesù... quanto sono ammirabili le opere tue! Quanto amabili le tue tenerezze! Tu sei nel SS. Sacramento  per me, tu sei per tutti. In quest'Ostia tu sei tutto in tutta, e tutto in ciascuna sua particella! O amore, così sei tu, di tutti e tutto di ciascuno! Quello zelo e quella tenerezza che tu hai colla tua Chiesa universale, il medesimo zelo e la svisceratezza  medesima hai per ciascun’anima unita alla santa Madre sua. Uno è il corpo mistico di questa, come uno è il tuo corpo reale e sostanziale ch'è nei Cieli e nella SS. Eucaristia. Non si può quindi partecipare alla tua mensa, se prima non  si sia membro della Chiesa. Nè si può venire alla tua Chiesa, se tu nella tua misericordia non lo attiri ed aggreghi. O misteri!... O degnazione!... O Sacramento!... Sì, dirò a tutte le genti: venite ed osservate le opere del Signore; ha posto  dei prodigi di amor sulla terra nel SS. Sacramento! Venite, et videte opera Domini: posuit prodigia, super terram.

Ascensione ventesimaquarta

La S. Comunione o l’ora dell’Amore

Qui manducat meam carnem... in me manet, et ego in illo. (Joan. VI)
L’amore tende all'unione, desidera far bene alla persona amata, vuol renderla felice  per quanto sa e può. Ecco lo scopo, il fine, l’amoroso disegno del sempre amabile Gesù col venire a noi nella santa Comunione. Viene per unirsi all’anima nostra, viene per arricchirla delle sue grazie e celesti carismi; viene per renderla  felice e beata.
Tutto il tempo, tutte le ore son di Dio; ma qui Gesù chiama ora sua quella della Comunione: Sciens Jesus quia venit hora eius. Sì, è ora sua, perché raggiunge in questa il suo fine, cioè di unirsi all'anima da se creata  e redenta. «Non vi è ape che si getta con tanto impeto sopra dei fiori per succhiarne il miele, come io vado e volo alle anime che mi desiderano», disse Gesù alla sua serva Maria d'Ipres. Qual cervo corse mai veloce al fonte di acque limpide  per dissetarsi, come Gesù anela e sospira l'ora sua per comunicarsi all'anima, e temperar cosi la sua sete ardente di versarle in seno i tesori delle sue grazie? Qual padre che per lunghi anni non vide l'unico suo figlio, al primo vederlo gli si getta  al collo, lo stringe al seno, lo bagna di calde lagrime, come l'amoroso Gesù che per ogni dì viene all'anima e di questa mai si sazia; mentre è per lui sempre la prima comunione, sempre il primo amplesso, sempre il primo bacio?
Il suo amore  all’anima è sempre nuovo, sempre fresco, sempre ricolmo di nuove grazie!... Quì manducat meam carnem… in me manet, et ego in illo. Chi si ciba delle mie carni resta in me, ed io in lui. Quale grandezza! Quale felicità! La creatura  essere col Creatore! L'anima col suo Dio! Oh prodigio di carità! Oh degnazione infinita!... L'anima dopo essersi cibata del corpo di Gesù, ella è nel suo centro, è nella sua requie, è nel suo Dio « in  manet ». Manet! E se l  ?anima è nelle mani del suo Signore, chi da lui la potrà mai staccare? Gesù lo disse: Et non rapiet eas quisquam de manu mea. Manet! Solo in Dio ha la pace, la fermezza, la stabilità; mentre lontano da lui è amarezza, tempesta, dolore...  Oh Comunione! Oh Sacramento! Oh Amore, che unisci l'anima con Dio, la creatura col Creatore! Vede te processo di sapienza! L’anima va a Gesù perchè prima da lui tirata ed invitata con grazia e lume interno. Si accosta al suo Signore, al suo  Dio, e gli dà il bacio dell'amore filiale: e così il Padre riconoscendola per sua diletta dall'abito della carità, la benedice, la introduce nel suo seno, la fa riposare nel suo cuore: Manet. La riscalda col suo amore, la purifica col suo sangue,  la vivifica col suo palpito, la decora ed abbellisce delle sue grazie: In Deo manet. Rimane in Dio! ecco l'anima che all’altare s'incontra col suo Dio! Quivi lo tocca, lo riconosce, lo abbraccia... In lui si rimane: In Deo manet. L'anima ritorna  al suo Principio-Creatore da cui ebbe l'esistenza. Ritorna al suo Principio-Salvatore, da cui fu redenta. Ritorna al suo Principio-Amore, da cui fu predestinata e santificata. Ritorna al suo Dio, e si rimane nel suo Dio. Rimane nel suo Dio perché si  cibò delle immacolate carni dell’UomoDio.
Oh Comunione, che rendi strettissima la unione dell'anima col suo Dio! L'anima nella Comunione tocca Iddio! Quale tocco? Quale senso? Quali effetti? Oh tocco di fede! Oh tocco di amore! Oh tocco  di vita!!! Ed ora che l'anima si è appressata e toccato Dio, Dio si accosta e tocca l'anima col rimanere in essa: In me manet, et ego in ea. Il fine dell'Amore è qui raggiunto, Dio è nell'anima sacramentalmente! Dio tocca e si unisce nella Comunione  all'anima! Quale momento ineffabile per l'Amore! La tocca, la stringe all'amoroso seno... la bacia!.. Vede... contempla la sua immagine e si delizia!... Vede l'opera delle sue mani e della croce, e vi si compiace! Oh Dio! Oh Anima! Quale unione intima,  vera, reale tra Dio e l'anima! L’anima è in Dio, Dio nell’anima. L'anima rimane in Dio, Dio nell'anima! Qui manducat meam carnem, in  manet, et ego in ea... Gli Angeli stupiscono nel contemplare quotidianamente questo spettacolo di  amore. Il loro amabile e glorioso Signore ha fissato il suo trono, la sua sede nell'anima: Ad eam veniemus, et apud eam mansionem faciemus. Dio ha trovato il suo riposo nell'anima, e vi ripete: Haec, requies mea…hic habitabo. 0 amabile Gesù,  o Diletto del mio cuore, sta sempre con me ed in me! Non ti partir mai più da me: Mane... mane nobiscum, Domine. Mio Dio ed ogni mio bene, ti poni come amoroso suggello sul mio cuore e sul mio braccio, acciò io non ami altri che te; non operi e  travagli che per te. Mi dici che non sai star senza di me!... Ah mio Dio!... ed io posso stare, posso respirar senza di te?! Mi ripeti che ogni dì mi avvicini a te per riceverti in Sacramento... Oh Amore... oh Amore... oh Amore, sì, vieni... vieni...  sempre, sempre a me, che verrò a te!... e ti risponderò: « Ecce adum ». Mio Gesù… Cuore del mio cuore. Amore dell'amor mio, metti la tua mano sul mio cuore!... Consacralo tu stesso a te, alla tua gloria, alla maestà tua!... V'imprimi  le tue amabili piaghe, che un dì per me versarono prezioso sangue! Comandagli da Dio: Amami... che ti amerà!... Lo benedici!... E manda gli Angeli tuoi che custodiscano la casa tua, da te consacrata!... Mio Diletto… una per una adoro... e  bacio le piaghe dammi un bacio della tua bocca, prima che da me parti... Osculetur me osculo oris sui !!!

Ascensione ventesimaquinta

Il ringraziamento o il debito all'Amore

Spiritus quoque levavít me et assumpsit me. (Ezech. III)
Il ringraziamento è la estensione della Comunione. Trattenendomi  col mio Dio abitante in me sacramentalmente, più lo conosco, più rilevo le sue grandezze e perfezioni, ed io più desidero essere con lui. Amando la sua beata presenza, ne segue la salutare frequenza in Sacramento. Col conoscere, si ama Dio: Cognoscendo  diligitur Deus. Il ringraziamento è una elevazione dell'anima unita in quell'ora al suo Amore sacramentato: spiritus levavit me et assumpit me. Lo spirito del Signore, solleva me sopra di me, mi segrega dalle terrene cose, e m'introduce nel mondo della  grazia e delle beatitudini. Dio è con me! Dio è in me! Gesù in Sacramento mi visitò, ed ora è come negli splendori della celeste gloria, abitante realmente e sostanzialmente in me!!! Mi aprì il petto, mi mostrò il suo bel cuore fiammeggiante  di carità... e mi disse: « Vedi come ardo per te!... Vedi quanto ti amo »...
Ah mío Gesù, lasciami riposar sul tuo petto!... nel tuo cuore... Mio Dio... io sono con te!... Dimmi tutto. Non mi nasconder nulla. Dimmi, per chi palpita  questo bel core? Per chi hai tu tante grazie e tanti tesori? Per chi sei nel Sacramento dell'altare? Per chi... mio Gesù... per chi tanto amore?... « Ah figlia... tutto... tutto per te!!! ». Oh mio
Diletto, quanto sei bello ed amabile! Quanto  tenero ed amoroso!... Mi manca il respiro!... Oh delizia degli Angeli! Oh Gloria dei Santi! Oh Gesù in Sacramento, quali azioni di grazie ti renderò per tanta degnazione?! Quid retribuam, Domino, pro omnibus, quae retribuit mihi? Dunque, o mio Gesù,  tu sei in me, ed io sono in te! Tu sei in me, sei giunto cioè all'ultimo grado di tua degnazione visitando me nel SS. Sacramento! Ed io sono in te, val dire sono arrivata all'ultimo grado della mia felicità! Perchè hai tu rivolti gli occhi tuoi  misericordiosi sopra dell'ultima tua ancella, perciò tutte le genti mi chiameranno beata: Quia respexit Dominus humiliatem, ancillae suae, ecce enim ex hoc beatam, me dicent. Gli Angeli esultano, i Santi rallegransi meco che io possiedo nel mio cuore  il più ricco tesoro del Cielo e della terra, il Figlio Benedetto di Dio, il mio Gesù in Sacramento!... Sì, ecco colui che io ho desiderato, già il vedo col lume della fede: colui che ho colla speranza aspettato, già io tengo: e colui a  cui ho sempre anelato, felice già possiedo: Ecce, quod concupivi, iam video: quod speravi iam teneo: quod desideravi iam habeo. A lui io son congiunta mediante il Sacramento dell'altare con vincoli dì eterno amore. Con lui immedesimata e fatta un  cuore ed un'anima sola! Mio Gesù, tu sei mio ed io son tua!... Tu sei mio, essendoti a me donato in questo Mistero augusto tutto ed intero. Mi hai donato il tuo corpo benedetto, che tanto patì per me: il tuo sangue prezioso di cui mi adorno ed abbellisco:  l’anima santissima... la divinità... tutto... tutto o mio Dio quanto hai, e quel che sei, hai in questo Sacramento a me donato!… Diletto mio, quanto godo ed esulto che tu
sei colui che sei!... Sei il mio Dio... il mio Signore...  la mia grandezza!... Sei il Santo dei Santi… Il Re dei re... il Creator di tutte le cose visibili ed invisibili!... Dinanzi la tua Maestà tremano le colonne del firmamento. Le Potestà ed i Troni riverenti ti adorano. E tutte le virtù al  tuo cospetto si prostrano. La tua potenza non ha limiti, la tua sapienza non ha termine, perchè sei colui che sei!...
0 mio Signore e mio Dio, cogli Angeli ti adoro, coi Serafini ti amo, e con tutte le angeliche schiere ti lodo e ti benedico  con incessante voce dicendo: Santo... Santo... Santo... sei tu mio Gesù! Santo tu sei, o mio Dio!... Tu sei sempre nuovo per me. Voglio sempre bere alle cinque fonti delle tue piaghe. Mio Gesù... ho sete!... Quale sete? Ho sete di te... Padre mio...  di te... Amore mio... di te!!!
Mio Diletto, come va che molti fuggono da te!... appena ti ricevono, ti lasciano... e via?!... Oh si scirent donum Dei!... Oh se conoscessero il dono infinito che loro hai tu fatto!... Oh se udissero una sola tua parola!...  Oh se ponessero una volta la mano nelle tue piaghe e nel tuo costato!... Oh!... venite... venite... al mio Gesù... Venite... restatevi ai suoi piedi, ed ascolterete la sua voce... Venite... e non partirete mai più da lui!... Amor mio, ho pena se  non vedo tutti... tutti prostrati dinanzi la tua infinita Maestà! Mi sento un chiodo al cuore, quando cogli occhi miei propri vedo che tutti non ardano per te... che tutti non amino solo te.... che tutti!... Mio Gesù intendo di adorarti per tutti:  amarti e benedirti per tutti: glorificarti ed esaltarti per tutti; supplire all'onore ed all'amore che tutti a te, sommo Bene, pur devono!... Mio Gesù, mi offro per tutti... Mio Diletto, salva e santifica tutti. Oh Padre mio!... tutti... tutti... Un  dì mi dicesti: « Amami, e chiedi... Amami, e speri... Amami... » Sì, io ti amo e chiedo la conversione di tutti peccatori, la perseveranza di tutt’i giusti, la santificazione di tutte le anime, la liberazione di tutte le anime purganti.  Io ti amo, o mio Gesù, e spero che il tuo nome santissimo sia in ogni luogo e da tutti benedetto, amato e glorificato. Spero che la tua gloria e maestà sia sempreppiù conosciuta ed esaltata, che i tuoi disegni e desideri tutti si compiano in  noi. Che il tuo tenero cuore sia in tutto contento e soddisfatto. Questo è il mio contento, o Amore, che tu sii contento. Io cerco te in te, te in me!.. Sì, che io vivo, ma non io, solo vive in me Dio! Vivo ego, iam, non ego; vivit vero in me Christus!...  L’amore mi portò all'altare, mi uni a sé! Spiritus levavit me, et assumpsit me!

Ascensione ventesimasesta

Il tabernacolo o la casa dell'Amore

Ecce tabernaculum Dei eum hominibus (Apoc. XXI).
Dovendo il re Salomone edificare una casa, un tempio al Signore, quanti anni impiegò, quante ricchezze profuse,  di quanta magnificenza lo decorò! Ripieno di alto stupore esclamava: «E’ mai vero, è mai credibile, che Dio abiti, cogli uomini sulla terra»? Ergo ne credibile est, ut habitet Deus cum hominibus super terram?. Se il cielo ed i cieli  dei cieli non ti capiscono, quanto meno questa casa da me edificata? Si, coelum e t coeli coelorum non te capiunt, quanto magis domus ista, quam aedificavi? E che avrebbe
mai detto il re sapiente nel mirare la nuova casa del celeste Salomone, il  Tabernacolo Eucaristico?! E' mai vero, è mai credibile che il Dio della gloria e della maestà abiti e
dimori di notte in una pietra... in un piccolo tabernacolo?! Ergo ne credibile est? Sì, è un fatto: factum est. E' di fede cattolica,  che qui nel SS. Sacramento, in questo tabernacolo conservato v'è vivo e vero Gesù, il benedetto Figlio di Dio! Qui vive ed abita il mio Creatore... il mio Redentore... il mio Amore... La casa del mio Dio in terra è
questo Tabernacolo! Un  dì ascoltai una gran voce che veniva dal trono, e mi disse: Ecco il tabernacolo di Dio cogli uomini: Ecce Tabernaculum Dei cum hominibus. Abiterá con essi, ed essi saranno suo popolo, e lo stesso Dio, sarà con essi il Dio loro. Iddio asciugherà  le lagrime dagli occhi loro: non si vedranno più miserie ed afflizioni, perchè il Consolatore è con essi. Scrivi, mi disse, imperocchè queste parole sono degnissime di fede. Ed a chi ha sete io darò a bere della fontana di acqua viva. Disse,  ed ogni cosa fu fatta: Dixit, et facta sunt.
Oggi non fa d'uopo interrogare Gesù coi discepoli del Battista: Maestro, dove abiti? Rabbì, ub habitas? Perchè egli ci risponderà: Venite e vedete... Venite, et videte... Ecce tabernaculum!  Oh tabernacolo!... Oh casa sacra pel Re dei Cieli, umiliata e prostrata nella polvere io ti adoro... io ti venero... io ti saluto… 0 pietra, su cui è fondata la Chiesa di Dio, quanto sei preziosa! Tu reggi sempre immobile nelle più sanguinose  persecuzioni! I secoli tremanti ti riverirono! Contro di te non mai prevarranno le porte dell'inferno! 0 pietra sacratissima! Oh gemma infinita, tu fosti… tu sei… tu sempre sarai in mezzo alla Chiesa del Nazareno! Oh! e che mai sono le aule  dei grandi del mondo? Che sono le superbe reggie dei monarchi? Che sono tutte le grandezze, tutte le ricchezze terrene innanzi al tabernacolo del mio Dio?! Oh grandezza della terra! Oh ricchezza dell'universo... avere, possedere il tabernacolo di Dio!...
Bello è il cielo seminato d'innumerevoli fulgide stelle: oh quanto è più bella la terra, sulla cui superficie, in tante città, villaggi, borghi è eretto il Tabernacolo di Dio! Quanti luminosi soli sulla terra! Quanti tabernacoli! Da tutti  questi punti si eleva continuamente al trono dell'Altissimo l'incenso della lode e della preghiera dell'Agnello divino: il grato profumo del mistico e reale sacrificio è una gloria infinita alla Maestà della Triade sacrosanta! Dovunque trovasi un  baluardo inespugnabile, ivi scorre una fonte perenne di acque vive e salutari: ivi è la benedizione più copiosa del celeste Padre.
La terra è inondata dalle iniquità degli uomini però essa è meno odiosa agli sguardi di Dio Padre,  perchè la terra è seminata ancora d'innumerevoli tabernacoli, nei quali vive ed abita l'oggetto delle sue eterne compiacenze, Gesù benedetto. Questo Figlio lo disarma: questo divino Agnello lo placa: Advocatum habemus apud Patrem, Jesum Christum  justum. 0 mio Dio... 0 Signore degli eserciti, quanti sono belli ed amabili i tabernacoli tuoi sparsi per tutta la terra! Quam dilecta tabernacula tua, Domine virtutum! L'anima mia si consuma di desiderio di abitare in essi. Il mio cuore e la mia carne  esultano nel mio Dio vivo e vero nel Sacramento di amore! Ah! il passerello si
trovò una casa, e la tortorella un nido ove riposarsi. E tu, o mio Signore forte e grande, hai posto sugli altari tuoi la tua dimora, il tuo tabernacolo! Altaria tua  - Domine virtutum!! Beati si, e mille volte coloro, o Signore, che col cuore e cogli affetti abitano con te in questa magione Eucaristica: essi abiteranno un dì con te nella magione celeste: e per tutti i secoli ti loderanno! Desiderò l'Apostolo  Pietro di erigere un tabernacolo a Gesù là sul Taborre: Faciamus hic tria tabernacula... Tibi unum. 0 santo Apostolo, i desideri tuoi sono soddisfatti; il tabernacolo è già eretto dall'amore di Gesù! Gesù è già nel suo tabernacolo  Eucaristico. Egli è, non come sul Taborre trasfigurato di luce e di gloria, ma qui appare velato dalle specie sacramentali e nasconde ai nostri sguardi tutta la sua grandezza e maestà; ma si rende con ciò più amabile e bello al nostro cuore!  0 tabernacolo di Dio, o casa sacra del mio Gesù, quanto sei ammirabile! Chi può narrar le tue glorie, narrar le tue grandezze, mentre racchiudi in te il Signore delle virtù e delle maraviglie! O tabernacolo, tu sei il centro dei cuori, la calamita  delle anime, il Paradíso delle delizie. Tu l’asilo sicuro, il porto tranquillo, il tesoro nascosto.
O tabernacolo di Dio, io t'invidio che chiudi nel tuo seno dì e notte il mio Diletto!... E perché non mi accogli entro di te, acciò  sempre io viva colla mia dolce Vita?... O mio Gesù quanto è bella la tua casa! Quando è prezioso il tuo tabernacolo! Oh sì, qui fermerò la mia dimora, qui vivrò, qui morirò! 0 mio Gesù dilati ed amplifichi la gloria del
celeste  tuo Padre, la tua Chiesa sparsa per tutta la terra, ed entrino tutt'i fedeli ne' padiglioni di Sem! Dilatet Deus Japhelt, et habilet in tabernaculis! Sem! Cioè nei tuoi padiglioní Eucaristici!!!


Ascensione ventesimasettima

Il cuore dello sposo

Cor meum, et caro mea exultaverunt. (Ps. LXXXIII)
E' scritto che il mio Diletto è tutto bello ed amabile; tutto candido e rubicondo. E' il più specioso  tra i figli degli uomini, è l'unico della madre sua. Egli è vago come l'olezzante leggiadra rosa di Gerico. È maestoso come la sublime palma di Cades. È glorioso come il cedro del Libano. Di lui si farà memoria per tutte le generazioni.  Chi ascolta la sua parola non rimarrà confuso: e quelli che per lui operano, non peccheranno. Egli è un favo di miele dolcissimo: quanto più si gusta tanto più se ne ha fame. Più del mare sono vasti i suoi Pensieri ed i suoi consigli sono  più profondi dell'immenso oceano. Il suo cuore è vasto e dilatato com'è l'arena che sta sul lido del mare. Dedit (illi) Deus latitudinem cordis, quasi arenam quae est in littore maris. Questo cuore è il fonte delle divine grazie. Da lui scorrono  perennemente nella sua Chiesa acque di salute e di benedizioni, ed innaffia il giardino delle sue mistiche piante.
O cuore grande, o cuore amabile, o cuore del mio Dio, io ti adoro, io ti amo e ti benedico! Ho trovato il mio Tesoro!... Ho trovato  il Cuore del mio Gesù!... Qual felicitá avere un cuore che mi ama, un cuore che mi compatisce, un cuore che mi provvede?! Me fortunata! E tutto questo è per me il cuore del mio Diletto!... egli mi ama!... ed oh da quanto!!!... Mi compatisce...  ma in che modo!... ci provvede... ed in quante maniere!... Il cuore del mio Gesù è il cuore principe fra tutti. Tutti vivifica col suo tocco divino, tutt'illumina colla sua vivificante luce. Tutti riscalda colle fiamme ardenti della sua inestinguibile  carità. Ama senza mercede ed interesse. Benefica gratuitamente. Dona senza misura. Rimunera da Dio! E' sempre umile, sempre mite, sempre amabile, sempre bello! Ascolta con ineffabile bontà tutti… in tutte le ore... in tutti i bisogni... e  consola tutti!... Non rimprovera infedeltà passate, non ricorda torti sofferti, non si adonta nelle offese: il suo cuore è sempre aperto… a tutti aperto.. sull'altare aperto! Tanto più gode quanto più dona, e quanto più dona più  desidera largire.
Si protesta il Diletto, che il suo cuore e la sua carne esultano sull'altare!... Quando, e perché? Perché qui Gesù si unisce coi figli suoi cuore a cuore, carne a carne! Qui dà compimento ai suoi desideri, alla istituzione  Eucaristica; e perciò giubilando esclama: Cor meum, et caro mea exultaverunt! Intendete l'Amore? Ora che egli a me dà il suo
cuore e la sua carne in cibo, in alimento, in vita; ora esulta!... Ora che si unisce a me, s'immedesima con me, fa  di lui e me, mediante questo Sacramento, una sola e medesima cosa: gioisce ed esulta! O Amore, quanto sei incomprensibile ed ineffabile! Quanto sei forte e Potente! Dici... desideri... e il tutto è fatto! Qui all'altare è la prodigiosa unione dei  cuori. Qui il bacio delle anime. Qui ha specialmente il suo compimento la divina preghiera di Gesù all'eterno Padre nell'ultima cena quando disse: «O Padre santo, io prego per quelli che hai dato a me. Siano tutti una sola cosa, come tu sei in me,  o Padre, ed io in te: che siano anche essi una sola cosa in noi: Pater Sancte pro eis rogo quos dedisti mihi, ut omnes unum sint, sicut tu Pater in me, et ego in te: ut et ipsi in nobis unum, sint. E’ questa mirabile unione all'altare dei nostri  cuori col cuore di Gesù, e della nostra carne colla sua carne sacratissima, bene è espressa nel pane e nel vino, sotto la cui specie a noi è dato l'augusto Sacramento: nel pane composto di molti granelli di grano, nel vino composto di molti acini  di uva. Unione sì intima, vera e reale, che noi diventiamo un sol corpo, un sol cuore, un sol tutto con Gesù! Colui che è eternamente, pieno di stupore esclamava il Nisseno, ci dà a mangiare se stesso, affinchè ricevuto che l'abbiamo dentro  di noi, diventiamo noi quello che egli è. E lo stesso divin Maestro ce lo assicura: « Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, sta in me, ed io in lui ». E perciò all'altare il suo cuore e la sua carne, perchè quivi opera prodigi inauditi  di amore. Quivi si sazia dei figli suoi. Quivi stringe al suo seno le anime da lui create e redente! O amore!... O Gesù... O Sacramento!... O cuore dolcissimo del mio Gesù, ti lodino per tutti i secoli tutte le generazioni per tale degnazione! 0  cuore del mio amante Signore, ti glorifichino gli Angeli ed i Santi tuoi per tutti i secoli!... 0 cuore sacratissimo… 0 cuore, fonte di luce e di misericordia, io ti adoro... venero... e benedico!... O cuore apriti… accoglimi... nascondimi  dentro di te!... O cuore... tu sei la mia vita, la mia grandezza, la gioia mia!... Mi abbandonino tutte le creature, mi voltino le spalle terra e cielo... 0 cuore del mio Gesù... tu solo mi basti!!! In te io viva tutti i giorni del mio esiglio, in  te muoia e spiri quest'anima da te redenta col tuo sangue!... O cuore sii nel tempo e nella eternità la mia requie, il mio riposo, la mia gioia! Qui sempre canterò: Haec requies mea in saeculum saeculi: hic abitabo, quoniam elegi eam!
0 cuore  del mio Gesù, quanto sei bello e glorioso! in te abitano e vivono i Santi tuoi vestiti della tua eterna superba luce aventi sulle teste la corona di pietre preziose! 0 cuore!... Tu sei la gloria dei celesti comprensori. Tu li letifichi colla tua beatitudine,  li abbracci tutti in te, e l'introduci nel tuo eterno gaudio. Il tuo gaudio è sempre nuovo. Quivi è sempiterna allegrezza senza mestizia, salute senza dolore, vita senza morte. Quivi è ogni bene, ogni gioia, ogni gloria, perchè il cuore del  mio Gesù è un cuore di un Dio!!! 0 Amore... e chi non ti amerà, mentre mi hai amato sino alla morte, e morte di croce? O cuore del mio Gesù, e chi non si consumerà di amore per te, mentre tu ti sei consumato di carità per me?!


Ascensione ventesimottava

Un atto di amore

De excelso misit ignem in ossibus meis. (Theren. I)
Che cosa è la istituzione del SS. Sacramento? E’ un atto di amore del mio Gesù. Che cosa è la dimora perpetua del mio Diletto nel santo Tabernacolo? E' un  atto di amore.
E quando si mette nelle mani del Sacerdote che celebra i divini misteri, che fa lo Sposo? Fa un atto di amore. A me viene ogni dì nella santa Comunione; ed ogni volta egli fa un atto d’amore. Gl'infermi sono in pericolo di  vita, desiderano una visita del loro Signore sacramentato; Gesù è già alla sponda del loro letto; si è dato ad essi, ha fatto un atto di amore. Gl'infelici si presentano al suo trono di grazia chiedenti misericordia; Gesù li ha tosto consolati,  ha fatto un atto di amore. Quanti lumi, quante ispirazioni, quante grazie partono dal suo bel cuore nelle anime, sono tutte un atto di amore. E tutta la sua vita, dal primo istante della Incarnazione fino all’ultimo respiro sulla croce, fu un continuo  e non mai interrotto atto di amore. E la sua vita eterna prima della Incarnazione, in seno al divin suo Genitore che cosa era? Era, ed è, e sarà un eterno atto di amore!!!
0 Verbo... o Amore.... o Gesù... non sei che amore… e non  vivi che di amore! E questo fuoco di amore tu sei venuto ad accendere nel mondo: Ignem veni mittere in terram; et quid volo, nisi ut accendatur? E questo fuoco tu hai posto nelle mie ossa: De excelso misit ignemi in ossibus meis. Mio Dio!... hai posto  fuoco… e fuoco nelle ossa: Ignem in ossibus meis!... Si, che il divino Amore é un beato fuoco che ogni cosa distrugge, divora, consuma nell’anima di quanto mai trova di terreno ed indegno degli occhi Purissimi di Dio. E' attivo e potente;  dice ed opera. Non ammette dimora ed indugio. Per lui non vi sono ostacoli e difficoltà. La sua vita è nell'azione, la sua quiete è quando è irrequieto. E' impaziente, se non trova quel che desidera. Gode quando è presente all'amato; si  rattrista quando ne è assente. Questo amore non è naturale ed umano; no, ma è soprannaturale ed infuso da Dio. L'amore è la vita dell'anima, come questa è la vita del corpo. Chi adunque non ama, è morto. L'amore è geloso, non ammette  rivali; vuole tutto, domanda tutto, perchè merita tutto. L'amore è un bene infinito, unisce l'anima con Dio, la rende bella ed amabile agli occhi del celeste Padre, la fa erede di Dio, coerede di Gesù Cristo. L'amore è l'unica veste degli  eletti e predestinati alla gloria; senza questa veste non vi è accesso per alcuno. Senza l'amore non giova la distribuzione delle facoltà terrene, non giova subire l’istesso martirio. L'amore solo fa tutto nell'anima. Solo l'amore provvede,  arricchisce, illumina, conforta, perfeziona: Charitas omnia potest. E questo amore viene da te, o mio Gesu! Questo amore tu medesimo sei venuto ad accendere sulla terra. Il centro di questo fuoco è il SS. Sacramento!...
0 mio Diletto, dolcissimo  Gesù, dove tu sei, dove son io? Tu sei qui nel SS. Sacramento, vivo e vero! Sei realmente, sostanzialmente in anima, corpo, sangue e divinità! 0
Maestà infinita del mio Dio, umiliata, prostrata nel mio nulla, ti credo fermamente, ti adoro  profondamente, ti benedico cordialmente. 0 Amore... quanto sei grande!... quanto sei bello!... quanto sei amabile!... Più ti contemplo, più bello ed ammirabile sei al cuore mio! Mi rallegro, o mio Gesù, che tu sei colui che sei, mi rallegro,  che tu sei il mio amabile Dio... il mio Creatore... il mio Redentore… il mio Signore … il mio sommo Bene!… Bellezza del paradiso… gioia degli angeli… stupore dei secoli... estasi dei Serafini… ti adoro, esulto  innanzi a te … ti amo!... O Amore… riposati sul mio cuore, che io non posso vivere un istante senza di te!... Sorreggimi il capo colla tua mano sinistra e colla destra abbracciami, perché io languisco: Amore langueo!
Padre mio  ?Tesoro Mio… Gesù mio, quanto è intollerabile l’amore tuo! E’ un fuoco che divora e consuma, è un fuoco che penetra sin le midolla delle ossa: Misit ignem in ossibus! O Amore eccomi, innanzi al tuo trono... eccomi innanzi  a te: fa pur di me quel che tu vuoi. Feriscimi, uccidimi, bruciami, purchè io m’unisca a te centro degli amori miei!... Ah Diletto, com'è lenta la morte!... e perchè non viene? perchè non mi divora, acciò io mi unisca a te presto...  presto?! Vengano su di me tutti i tormenti, vengano le croci... le fiere... il fuoco… vengano… mi uccidano, mi divorino, purché io mi unisca a te... purchè io goda te: Ignis, crux, bestiae, et tota tormenta in me veniant, tantum ut  Christo fruar. Son frumento di Cristo debbo essere stritolato e macinato dai denti delle bestie: Frumentum Christi sum, dentibus bestiarum molar. O mio Gesù, lume degli occhi miei, quando ti vedrò, ed amando mi sazierò di te? Mio Diletto, quando  bacerò nella carità perfetta e consumata le piaghe tue, il tuo bel cuore?! O Gesù, o vita eterna, a cui tutte le cose vivono: o vita che mi dai la vita; o vita, per cui io vivo, senza di cui io muoio; quando in te vivrò? Mio Gesù, gaudio  ed esultanza mia, mostrami il tuo bel volto, allegra l’anima mia di te sitibonda! Dove o mio Gesù… quando ti troverò? Odo la tua voce, esulto; ma tu non mi appari ancora!... sento la tua fragranza più amabile del balsamo e dello  storace, ma non ti veggo!... Ti tocco in Sacramento... ma i veli eucaristici agli sguardi miei ti nascondono! La cortina della fede, dimmi, o Diletto, quando tu l'alzerai? Quando ti troverò... ti vedrò a faccia svelata... quando ti abbraccerò?  In quel dì, bellezza mia... in quel dì, desiderio unico del
cuor mio... in quel dí ti vedrò! ti abbraccerò!… ti possederò!... o beatitudine mia!... Tu sarai in me, io sarò in te. Tu amerai me eternamente, io amerò te  perfettamente... Tu esulterai perchè salvasti la tua pecorella; io gioirò perchè ho ritrovato il mio Pastore. Tu mi benedirai, ed io cogli Angeli e Santi sempre ti loderò... Tu!.... o mio Gesù presto
su… presto, quando apparirà  questo beato giorno?... Quando veniam, et apparebo ante faciem tuam? Su vieni, o sposo mio... Su, ti avanza, o mio Diletto tendi l’arco, uccidimi con un dardo del tuo amore, prostrami ai tuoi piedi vittima del tuo amore... e regna in me eternamente!  Specie tua, et pulchritudine tua intende; prospere, procede, et regna. Mio Gesù... Sposo mio, ricordati di me!!!

Ascensione ventesimanona

Il custode della purità

Nisi Dominus custodierit civitatem: frustra vigilat qui custodit eam. (Ps. CXXVI)
Che volete? Il pensiero che al mio fianco è Gesù in Sacramento, qual  felicità per me!... Il pensiero, che il mio Diletto è nel tabernacolo, e pensa a me, al mio bene, alla mia prosperità, qual giubilo per me!... Il pensiero che io sono sempre sotto gli sguardi amorosi del Padre mio, sguardi che m’innamorano,  mi feriscono, m’inffiammano, qual pace e gioia per me!... Sì che è bello e glorioso abitare collo sposo!... vivere con lui è la beatitudine vera! Uno sguardo... uno sguardo di Gesù, ah come ti penetra, come ti esilara... come ti fa  versar lagrime di tenerezza! Gli occhi di Gesù sian sempre sopra di me! Quanto è bello Gesù nel Sacramento! E' la ricchezza della S. Chiesa, la sua gloria, il suo trionfo. E’ il fervore degli Apostoli la sapienza dei Dottori, la fortezza  di Martiri. E’ la purezza delle vergini, l'erario di tutti i Santi. 0gni anima quivi trova quanto vuole e desidera. Qui tutte le virtù, tutte le grazie, tutti i meriti. E’ qui aperto a tutti in tutte le ore il fonte delle divine benedizioni  come il fonte stabilito nel Paradiso terrestre, che innaffiava ed irrigava tutte le piante.
O mio Gesù… O divino Sacramento, tutti ti conoscano, tutti ti amino!!! Il mio letto è l'amante buon Pastore, il quale un dì diè la vita  per le sue pecorelle. E queste, oggi, egli stesso nutre ed alimenta nel SS. Sacramento colle sue sacratissime carni e col suo prezioso sangue. Ah! molte madri danno i propri figli alle nutrici perchè li alimentino; ma Gesù, ciò non soffrì.  Ha voluto, a sè, per sé, da sè alimentarsì i figli suoi ! E così nutrendoli, li custodisce. Mediante questo augusto Sacramento, li pasce nell’intelletto, fuga le tenebre cagionate dal peccato. Rivela la bellezza delle verità rivelate,  la magnificenza delle virtù, i pregi della fede.
Insegna il debito della creatura in servire ed amare il suo Creatore, e la sua felicità nell'adempimento di tal suo dovere. Gesù è un Maestro invisibile nell'anima; maestro amabile, forte,  potente, efficace; illuminando, custodisce; svelandosi all'intelletto lo preserva tirandolo a sè, prima ed eterna verità, dà la vita all'anima. Già l'anima cosi ammaestrata ed illuminata corre dietro il suo Diletto all'odore degli unguenti  delle sue vestimenta. Gode, esulta che ha trovato il sommo, Vero Iddio. Esulta che già, possiede il suo Tesoro; quindi dà e dispensa tutte le cose che prima possedeva. Ella dà tutto, perchè ha trovato il tutto: Detit omnia sua et comparavit  eam, cioè l'eterna Verità.
Gesù dunque in questo Sacramento ciba l'uomo con pane di vita e d'intelligenza: Cibavit illum pane vitae, et intellectus; anche gli dà a bere acqua di sapienza e di salute: et aqua sapientiae potabit illum.  E così stabilisce in lui la sua sede, la quale sarà stabile: et firmabitur in illo, et non flectetur. Però la verità conosciuta, la bellezza della fede rivelata non si restringe in sé, o si occulta, ma si desidera manifestarla in pubblico,  comunicarla agli altri. Il fuoco ristretto con violenza scoppia; cosi è chi ha conosciuto Dio, somma ed eterna verità: lo zelo lo divora, pace non si dà, desidera a tutti predicare Dio…acciò tutti lo credano, lo confessino, lo benedicano:  In medio Ecclesiae (Dominus) aperiet os suum; et ademplebit illum spiritu sapientiae, et intellectus. Oh alimentato e nutrito col cibo eucaristico, come si professa a fronte scoperta la fede di Cristo! Come esulta il confessore trovarsi per amor di Cristo  innanzi i presidi ed i regi! Non gli fan spavento le carceri, le spade, le mannaie, tutt’i tormenti… la morte! No… quel che desidera è di suggellar col sangue quell’amabile fede che Gesù gli rivelò… ed oggi  confessa colla voce e colla vita la sua piena ed inconcussa credenza. O Sacramento, quanto sei ammirabile! Doni e custodisci nelle anime la purità dell’intelletto e della fede: doni e custodisci la purità della lingua, o della confessione  e della fede. Doni, infine, e custodisci la purità del cuore o della carne. Sì il giglio della purità e verginità del corpo nasce all’altare, cresce rigoglioso all’altare, viene coronato all’altare. Gesù in sacramento  è l’eletto frumento che fa germogliare le vergini: Frumentum electorum germinans virgines. La carne sacrosanta di Gesù che riceviamo all’altare è carne divina, vivificante perché unita ipostaticamente alla persona del Verbo.
Quindi dà ai nostri corpi la incorruzione, ora dalla colpa, nel dì del giudizio dalla morte. E' seme in noi d'immortalità. E' causa il suo corpo glorioso, della nostra risurrezione nel dì finale. Per tutti i corpi, sian degli eletti, sian  dei reprobi è causa efficiente: dei corpi poi degli eletti è causa esemplare, mentre a questo si conformeranno nella chiarezza, come dice l'Apostolo: Reformabit corpus humilitatis nostrae, configuratum corpori claritatis suae. Noi nella santa Comunione  diventiamo, come dice San Cirillo, concorporei e consanguinei: facciamo con lui un corpo ed un sangue.
Mirabile unione! E comunicandoci, non convertiamo in noi il cibo Eucaristico, si come avviene dei cibi comuni; ma noi siamo cangiatí e quasi  convertiti in lui. Egli è il lievito sacratissimo che fermenta nella purezza e nella santità la massa della nostra carne e del nostro sangue. E’ la luce che illumina e purifica il nostro corpo. E' il balsamo che sana le sue piaghe, e le profuma  di soavità celeste. Fà dei nostri corpi, vivi tabernacoli, consacrati dalla sua presenza Eucaristica. Li canonizza tempi dello Spirito santo, case animate del Dio vivente! Santifica, purifica sempre più, in ogni visita, quel cuore è quel corpo  che con le debite disposizioni lo riceve. E' giglio, e frequenta fra i gigli. E' agnello, e si diletta della innocenza. E' padre ed accetta la penitenza. Si delizia convivere cogli uomini. Il suo genio è di felicitare le sue amabile creature. E' contento  appieno quando le ha visitate in Sacramento, e versato nel loro seno le sue grazie, le sue benedizioni. E cosi Gesù in Sacramento dà e custodisce in noi la purità dell'intelletto, colla piena adesione a tutte le verità della Fede. Dà e  custodisce infine la purità della carne, col farci vivere secondo la fede, amare le leggi della fede, attendere le promesse e le corone della fede!... 0 mio Diletto, quante bellezze e ricchezze del SS. Sacramento che mi riveli! Custodisci in me la  purità di mente, di spirito, di carne, perchè questo è dono, è grazia tua: Nisi Dominus custodierit civitatem; frustra vigilat qui custodit eam!

Ascensione trentesima

La benefattrice

Quid dignum poterit esse Beneficiis ejus? (lob. XII)
Mi assido ogni dì alla cena del gran Padre di famiglia. Mangio e bevo cose nuove, ineffabili, celesti.  Mangio le carni del divino Agnello, bevo il suo prezioso sangue! L'anima mia, il mio corpo esultano di gioia in Dio vivo! Qual sorte per me! Qual felicità, qual mente umana ed angelica escogitar potea simili prodigi di amore? Ah solo il
cuor del  mio Diletto, egli solo, perchè grandemente amò noi, escogitò e fece grandi cose per noi. Sì, al suo gran cuore conveniva operare cose grandi: Magnum magna decent.
Dare il suo corpo a noi in cibo, il suo sangue in bevanda... quale eccesso  di amore!!! Io adunque son partecipe dei commensali: chi mi c’invitò! Quale mano benefica vi condusse ed introdusse! Chi mi disse al cuore invisibilmente ma sensibilmente: siedi… e mangia?... O amabile Maria… o degna Madre di Dio  ? o gloria dell’umanità… Oh, Dio ti salvi, o Maria, piena dì grazia! Dio ti salvi o mia dolce Benefattrice! Dio ti salvi, o allegrezza dei giusti... o speranza dei peccatori… o vita, dolcezza… tesoro nostro! O Maria,  dimmi, che potrò mai renderti per un tanto beneficio? Quid digum poterit esse benediciis tuis? Sì, per te o Maria, noi abbiamo accesso al tuo figlio in Sacramento; come pel tuo Figlio abbiamo accesso all’eterno Padre. Per te, o Novella Eva,  noi comunichiamo al frutto di eterna vita: Per te fructum vitae communicavimus.
L’antica madre dei viventi a noi somministrò una bevanda mortifera e velenosa: tu, o vera Madre della vita, ci hai dato a bere il calice salutare del prezioso  sangue del divino Agnello: Per Evam potus mortis porrigitu, per mariam vitae poculum exhibetur. Tu sei la felice porta del cielo Janua coeli: Tu la porta del Tabernacolo, per cui a noi viene il Diletto in Sacramento: Paradisi portae per te aperta sunt.
La stella che guidò i Magi alla grotta di Betlemme, si fermò sopra il luogo dov’era il Bambino annunziando loro che ivi era la casa del pane. Ivi era il pane vivo, venuto in terra a dar la vita di grazia a tutti. Così, o Maria, o fulgida  stella di Giacobbe, così raggiante di luce e di bellezza tu stai sull’Eucaristico tabernabacolo, additando a tutti i figli tuoi, che quivi è la casa del pane celeste. Per te i Magi trovarono ed abbracciarono l’Infante divino. Per te  noi troviamo ed adoriamo Gesù qui regnante, sull'altare. Quelli lo videro Bambino stretto tra fasce, noi lo abbiamo glorioso ed immortale ligato dai veli Eucaristici. Quelli credettero e lo adorarono prostrati al suolo: Procidentes adoraverunt eum:  e noi lo crediamo, ed esultando, lo veneriamo: Tantum ergo Sacramentum: Veneremur cernui. 0 Maria, o celeste Benefattrice, dov'è il tesoro, colà è il cuore.
Il tuo tesoro in terra dov’è? E’ nel Sacramento! Il tuo Gesù...  l'amabile tuo Gesù, o Maria, è sui nostri altari!...E quivi io trovo il cuor tuo!...Tu sei più zelante dei Cherubini vegliando alla custodia del Frutto del tuo seno. Tutt'inviti che vengano al Fonte di eterna vita. Tutti illumini ed esorti, che  corteggino il Re dei Cieli. Zeli la sua gloria. Promuovi il suo culto. Predichi le sue grandezze. Dispensi i suoi tesori. Ah! forse non grida la Madre della Sapienza! E la Madre del bello Amore non alza essa la voce! Nelle cime più alte, nei luoghi  pubblici, ai capi delle strade ella sta e grida: O uomini a voi s'indirizza la mia parola, prestate attenzione: il mio Frutto è miglior dell'oro e delle pietre preziose: Melior est enim Fructus meus auro, et lapide prezioso. Questo frutto è mio:  Fructus meus. Io l’ho concepito nel mio seno, io gli ho somministrato il mio sangue e la mia carne. Io l’ho nutrito col mio latte... io... io sono la sua madre! Io ho prodotto questo frutto dalla terra verginale del mio seno! E questo Frutto  io dò e dispenso a coloro che mi amano, io ne li fo ricchi: Ut ditem, diligentes me. Beato l’uomo che mi ascolta e veglia ogni dì all'ingresso della mia casa, e sta attento sul limitare della mia porta! O Gesù!... O Sacramento!... O Maria!...  Quanta relazione tra la Madre ed il Figlio, tra Maria e Gesù in Sacramento! Quella carne che io mangio all’altare, quel sangue che io bevo, Gesù non li portò dal Cielo, non li creò dal nulla, ma li prese dalla carne e dal sangue di  Maria Vergine. In lei s’incarnò, e fu concepito: da lei nacque: Caro Christi, caro est Mariae carnem non de nihilo non aliunde; sed materna traxit ex carne… Conceptus est de Spirito Sancto, natus ex de Maria Virgine.
Sì, nel seno  verginale di Maria fu seminato questo Frumento eletto che fa germogliare le vergini. Maria è la benedetta terra di promissione, da cui a noi scorre il latte ed il miele della santa Eucaristia. E' il campo evangelico, che racchiuse il Tesoro ed oggi  arricchisce le anime nostre; Maria è il Tabernacolo vivo di Dio, è l’Arca dello Spirito santo, che contenne e conservò nel suo seno, la manna vera del Cielo. Maria perciò invita al convito eucaristico i figli suoi. Venite, ella dice,  venite o carissimi, accostatevi,
mangiate, bevete ed inebriatevi: Come dite amici, bibite etinebriamini carissimi. Oh sì alziamo la voce colla donna dell'Evangelo e ripetiamo nell'esultanza del nostro spirito: 0 Gesù.. . amabile Gesù, beato  il seno che ti alimentò: Beatus venter, qui te portavit; et ubera quae suxisti! Tutte le genti perciò la chiameranno beata. O Maria, dimmi che potrò mai renderti per tanto beneficio? Per te ho trovato il mio Dio. Per te vivo col Padre mio. Per  te seggo alla sua mensa Eucaristica. Per te... a me venne ogni bene, ogni grazia, ogni benedizione. 0 Madre, cosa ti renderò? quid retribuam tibi? Prendo il calice della salute; prendo tutto il corpo del tuo dolcissimo Figlio, e con questo tesoro infinito...  ti ringrazio... ti benedico, ti amo!... Quanto hai fatto a me, l'hai fatto a Gesù: e perciò con Gesù ti glorifico... con Gesù ti esalto... con Gesù ti offro il mio cuore, o Maria, Madre mia, prega Gesù per me. Impetrami gran conoscenza  del SS. Sacramento, grande amore al mio Amore sacramentato. 0 Madre, dammi sempre Gesù in Sacramento. 0 Madre, benedicimi nel cuor di Gesù in Sacramento. 0 Madre, fa che io spiri quanto ho nel mio cuore il santissimo Sacramento. O Madre. Amen...  Amen.


Ascensione trentesimaprima

La dipartenza dall’Amore


Domine memento mei. (Luc. XXIII)
Per un cuore amante vi è ora più dolorosa di quella di assentarsi dalla persona amata? Soffre ed oh quanto quella  madre, la quale dalle braccia gli sfugge l'unico diletto figlio! Patisce quel figlio il quale dal caro padre si congeda... mio Gesù, amore unico del cuor mio! Mio Gesù, maestro, padre, sposo mio! Mio Gesù, bella luce degli occhi miei... dunque  debbo partir da te!... Dunque assentarmi da te! Allontanarmi da te!... da te!... o Fonte di eterna vita; e dove infelice andrò? Dove lontan da te?... Quo ibimus? verba vita aeternae habes! Come, dimmi, posso io vivere senza di te, vita mia! Come veder  senza di te, lume eterno e vivificante?! Come, e dove trovar più pace? Ah, mio Diletto, il mondo è immondo! Nel mondo non si ode il nome tuo dolcissimo. Non si trattano gli interessi della tua gloria. Non si amano se non cose del mondo! Ed io, Sposo  mio, posso ritornar nel mondo?! Quale attinenza ho col mondo? Quid mihi, et illi?... Il mondo è con tutt'i suoi falsi beni e vana scienza a me crocifisso, ed io sono a lui: Mihi mundus crucifixus est, et ego mundo. Io un dì ero del mondo, e tu fissando  su di di me l'amoroso tuo sguardo mi chiamasti alla tua sequela: ed ora avventurata già sono.
Tu venisti nel mondo, ed il mondo non ti conobbe; amò piuttosto le tenebre che la luce. Il mondo ti odiò, ti perseguitò, ti tolse la vita!...  E come ritornerò io nel mondo?... Come perseguitò te, Diletto, perseguita me e tutti gli amanti tuoi. Però, adoro la tua volontà. Benedico la tua sapienza, che permetti che noi tuoi fìgli viviamo in mezzo al mondo per vincerlo colla tua  grazia. Permetti la tentazione, per acquistare maggiori meriti e corone. Vivere sì nel mondo, ma non secondo il mondo. Abitare nel mondo ma non pel mondo. Siamo di Gesù Cristo. Viviamo con Gesù Cristo e per Gesù Cristo. Moriremo in Gesù  Cristo: Sive vivimus , sive morimur, Domini sumus.
O mio Dio, qual differenza tra la dolce solitudine del tuo santuario e le forsennate grida del mondo! Tra il dell'Amore e gli odi del secolo! Tra il bacio della pace, ed i tradimenti! Tra il Fonte  delle divine grazie e la sentina di tutt’i vizi! Tra il Gaudio celeste e le amarezze interminabili.
O Santuario di Dio! O Chiesa! o Tabernacolo... tu sei la casa mia; tu la mia vita! Mio Gesù, fonte di vita, eccomi a te: dimmi che vuoi?  Oh quanto sei bello ed amabile! Vuoi che io vado nel mondo; vado, ubbidisco. Tu ubbidisti per me sino alla morte, e morte di croce: ed io per amor tuo ti ubbidisco ancora fino a portar la croce del mondo! Diletto, farò come la colomba spedita da Noè;  se ci vedrò fango ed immondezza, neppure poserò il piede; tosto volerò a te qui nell'Arca eucaristíca: vado si, ma ricordati di me: Memento mei. Mandami gli Angeli tuoi, che mi assistano e mi custodiscano in ogni via; essi mi conducano qui  a te sana e salva. Vado, ma tu stesso sii il mio protettore ed il mio scudo, acciò l'avversario non mi offenda. Difendimi, o mio Signore, e proteggimi nell'andare e nel venire. Sii il mio aiuto e la mia fortezza in ogni ora. Non permettere che il mio  piede vacilli, ma che speditamente percorra la via dei tuoi soavi comandamenti. Non mi bruci di giorno il sole, nè mi nasconda la luna di notte. Custodiscimi, o Gesù, da ogni male. Sii la mia luce nelle tenebre del mondo, la mia sapienza nel vivere,  il mio consiglio nelle opere. Vado sì, o Diletto, parto da te, mio Bene, ma ricordati di me: Memento mei. Tutte le creature si scordino di me; ma a me basta che tu solo te ne ricordi. Le creature mi rifiutino, mi scaccino; ma tu ricordati di me: Memento  mei. L'oblivione delle creature, non mi nuoce. Gesù... Gesù ricordati di me!... La tua memoria è vita per me; è fonte di grazie, di salute. Ricordati di me, o Diletto, e prenditi cura e pensiero di me, ed abbimi sotto la tua onnipotente protezione.  Sì, ricordati ora ed in ogni istante, o Signore, di me. Di me che sono opera delle tue mani. Di me, redenta col tuo prezioso sangue. Di me, serva ed ancella del tuo cuore. Di me, esposta a mille insidie, a mille pericoli. Di me, che in me e da me nulla  posso, nulla so, nulla penso. Di me ricordati, acciò io viva sempre unita a te. A te, fortezza e grandezza mia. A te, sapienza e gloria mia. A te, centro e fonte di tutt’i miei beni nel tempo e nell'eternità: Mihi vivere Christus est.
Diletto, tu sei la vita mia. Senza te non posso, non voglio, non so vivere un istante. Vado si, amor mio, vado da te, ma con te. Vado da te col corpo, ma qui ai piedi del tuo trono lascio il cuore mio, gli affetti miei, i pensieri miei, l'anima mia!...  Lascio la vita mia… O Tesoro infinito... O bellezza sempre antica e sempre nuova, fammi morire qui di amor per te!... Io imiterò la tua condotta, quando visiti per Viatico gl'infermi. Tu pietoso li consoli, ed ubbidisci al tuo cuore tenero ed  amante; ma tosto ten ritorni nel tuo Tabernacolo. Tu vai... visiti... e torni. Anche io andrò... visiterò... a te ritornerò. Dippiù quando tu vai e visiti gl’infelici, li colmi delle tue grazie, e ritorni contento. Signore, vado per  amor tuo a visitare le pazientí creature; dammi le tue grazie per sollevarle. Benedicimi, o Padre mio, prima che da te parta. Benedicimi, o Signore, quanto hai fatto e patito per me. Benedicimi il sangue sparso per me, la croce patita per me. Benedicimi  tutti i passi dati per me, i palpiti del tuo tenero cuore, le parole, i respiri, i travagli, la Passione, la morte, tutto, tutto benedicimi, o mio Gesù... o Padre mio... o Sposo mio! Ed io coi Santi, cogli Angeli e con Maria intendo sempre dì e  notte innanzi a te cantare le tue lodi, benedire le tue ineffabili misericordie, esaltare il tuo amore immenso specialmente che in noi ti sei restato nel SS. Sacramento. O mio Gesù... vado da te!... Vado con te!... Ricordati di me... che mi ricordi  sempre di te... Gesù, amor mio, ricordati di me: Domine, memento mei!...


C o n c l u s i o n e

In principio erat Verbum. (Joan. I)

Nel principio era il Verbo, ed il Verbo è Dio, e Dio è carità, è amore sostanziale. Questo Amore è eterno, immenso,  infinito. Sempre nuovo e sempre antico; fresco, vitale, potente. Tutto sa, tutto comprende, tutto muove. E' bellissimo, fortissimo, amabilissimo. E' investigabile, incomprensibile, inenarrabile. Contiene ogni cosa senza essere incluso; porta le creature  senza peso: le regge e le governa senza tedio e stanchezza. E’ sempre attivo, sempre tranquillo. Tutte le cose soavemente dispone, e con fortezza ne raggiunge il fine. E' grande senza quantità, perciò immenso: è buono senza qualità,  e perciò somma bontà. E' la vita e il gaudio dei celesti comprensori. Il giubilo, la gloria della Chiesa: è il pane dei giusti, la consolazione dei penitenti, la speranza dei peccatori. Oh che immenso oceano di meraviglie e di bellezze che è  l'Amore! Beati sono quelli che già abitano nella casa dell'Amore! Essi, sì, sono appieno contenti, perchè gia veggono a faccia svelata l’eterno Amore: lo veggono e lo possiedono! lo veggono e lo amano! lo veggono ed esultano in quell'immenso,  interminabile, infinito oceano dell'Amore!... Son sempre sazi, e sempre sitibondi: sempre sitibondi e sempre beati! L'Amore è sempre nuovo per essi. L'Amore son tanti anni, tanti secoli che ad essi si è manifestato, ed essi lo godono; ma l  ?Amore è sempre nel principio: In principio erat Verbum. In ogni ora, in ogni istante fa sempre nuove cose: Ecce nova facio omnia. E' sempre per essi nuovamente ammirabile: Mirabilis Deus in Sanctis suis. Oh con quanta magnificenza rimunera in quella  beata patria gli amanti suoi!… Egli, egli stesso è la loro ineffabile mercede. Et erit merces vestra multa. Egli stesso il premio ed il premiatore: la corona, la palma ed il datore! Tutti egli abbraccia al suo seno: tutti stringe al suo cuore:  tutti sono entrati nel suo medesimo gaudio: Intra in gaudium Domini tui. Veggono in quella luce increata ed interminabile, veggono il loro dolce, prezioso, amabile Dio-Amore! Veggono ed esultano che questo Amore è colui che è, santo cioè beato,  eterno, infinito, bello. Sono beati della sua beatitudine, felici della sua felicità, grandi della sua grandezza. Veggono ’immenso pelago di luce l’oggetto del loro eterno amore, e ne gioiscono. Veggono le tre divine persone, ed  esultano. Contemplano l'amore reciproco ed eterno del Padre al Figlio ed allo Spirito santo. Del Figlio al Padre ed allo Spirito santo. Dello Spirito santo al Padre ed al Figlio: veggono ed esultano nel loro Dio-Amore! Veggono l’amore eterno che  ciascuna divina persona porta a se stesso, e gioiscono. Veggono in quello specchio tersissimo della divinità, l’amore di Dio in comunicarsi alle sue creature, che sono in Cielo ed in terra, e godono ed esultano nel loro Dio-Amore! E questo loro  gaudio e beatitudine è sempre nuovo, sempre fresco, sempre nel principio: In principio erat Verbum. Dio-Amore si manifesta in Cielo, in terra e negli abissi. In cielo nella Maestà e nella godente sua gloria. In terra nella misericordia e nell  ?amoroso suo conversare cogli uomini. Negli abissi coi rigori della sua giustizia, perchè disprezzato dai reprobi.
Dovunque e sempre l'Amore è ammirabile, è laudabile. Ammirabile nella creazione, nella redenzione, nella glorificazione e  colla punizione. Quanto fa, quanto patisce, quanto dona e largisce, tutto fa per amore, perchè egli è Amore. Fa ed opera nella creazione. Patisce nella Passione e morte. Dona e rimunera nella glorificazione. Crea ad ogni istante anime umane, riproduce  esseri novelli già preesistenti, colla medesima soavità e tenerezza della prima ora della creazione. Applica con ineffabile gaudio a tutte le anime ed a ciascuna i frutti della sua passione e morte: quanti modi, quanti mezzi usa ed inventa per giovare  a tutte! Tutte le opere dei suoi amanti egli ha registrate: tutti i patimenti offerti per suo amore, tutte le parole, tutt’i pensieri, tutto... tutto è stato già notato nel libro della vita, e tutto sarà premiato, rimunerato, glorificato  dal suo esuberante amore! Ed ogni cosa fa ed opera in terra ed in Cielo Dio-Amore, sempre con egual dolcezza, fortezza e dilezione, come al principio: In principio!
O Amore, quanto sei bello ed amabile! O Dio, quanto sei tenero e compassionevole!  0 Verbo... Tu sei nelle tue beneficenze sempre nel principio! In principio erat Verbum! La tua generazione, diceva il Profeta, chi mai potrà narrarla? Generationem ejus quis enarrabit? E la generazione delle innumerabili grazie, doni e benefici da  te fatti in Cielo, in terra e sotto terra, chi potra enumerarla? Quis enarrabit?... Chi narrerà specialmente la generazione delle tue grazie fatte in questo adorabile Sacramento dell’Altare, in cui stai vivo e vero, glorioso ed immortale, come  ora siedi alla destra del Padre?! Chi narrerà quante anime hai tu santificate! Quante cavate dai vizi, quante consolate, quante!... quante!... 0 Amore, tu sempre doni, e sempre sei nel principio!... sempre dispensi… e sempre insaziabile di donare.  In principio erat Verbum!!!
Oh qual vena, qual fonte di grazie hai qui aperta a tutti!... ed a tutti tu doni che a te chiedono perchè dici che nostri sono i tuoi tesori:  eorum repleam. Con tutti sei grande e magnanimo, ma cogli amanti  tuoi, o dolcissimo Gesù, tu non hai misura e termine, dando ad essi stessi la chiave dei tuoi tesori : Ego diligentes me, diligo, et thesaurus eorum repleam. E quando tu li visiti, e ti ricevono nel loro cuori ah! tu sempre loro doni nuove grazie,  nuove benedizioni, nuovi lumi: sei sempre nel tuo amabile principio! In principio erat Verbum!...
O Amore... o Gesù... Principio di ogni bene in Cielo ed in terra! Principio dei doni di natura, di grazia e di gloria!... Oh mio Dio... adoro la  tua maestà!... benedico la tua misericordia!... amo la tua bontà!... Qui, a questo altare ebbe principio la sorte mia! qui nel Sacramento ti conobbi, o mio Dio, qui mi crescesti come pianta di verdeggiante oliva, innaffiandomi colle acque di questo  Sacramento! Ora già sono con te, tu sei con me!... Dunque vieni, veni Domine, noli amplius tardare! Mi dimostri la tua bella faccia!... Da te, o mio Verbo, io venni: ritorni perciò a te, mio principio! Tu, o Amore, cominciasti l'opera tua in me,  tu la compi! A te chiamami!... Basta... a me rivelati... più non posso!... 0 Amore!... quando.... quando ti vedrò la prima volta in Cielo! Ti vedrò… e canterò… veggo, già posseggo il mio Verbo, il mio Dio, il mio Amore  ?la gloria, la beatitudine, principio per me, non avrà mai… mai fine: In principio erat verbum !!!

A P P E N D I C E

Trattenimento per i giorni delle Quarantore

Trattenimento Primo - La esaltazione


Et ego si exaltatus fuero a terra, omnia traham ad me ipsum. (Joan. XII)

O amabilissimo mio Gesù, dove oggi tu sei, dove son io? Tesoro unico del mio cuore,  amore tenero dell'anima mia, tu sei in questo dì in trono di grazia e di misericordia! I raggi della tua amabile maestà scendono luminosi da quel seggio di gloria, ed illustrano le nostre menti, ed infiammano i nostri cuori. Quanti Angeli, quanti  Serafini qui stanno innanzi il tuo trono prostrati ad adorarti, a benedirti, ad amarti!... O mio Gesù… O Agnello di Dio, o Amore, tu lo dicesti: «Quando sarò levato dalla terra, allora a me attirerò tutt’i cuori, tutte le anime:  Et ego si exaltatus fuero a terra omnia traham ad me ipsum. Oh centro di amore! Oh sole di gloria e di luce! Oh calamita dei cuori!  santissimo Sacramento Si… si… si, ferisci i nostri cuori… Potente magnete, a te li attirasti  ? Innanzi a te palpitano di fede, di amore, di gioia! Vivono della tua vita godono del tuo gaudio, bevono alle tue inesauste fonti di grazia, cioè alle tue piaghe, al tuo cuore! Mio Gesù, chi ha più sete, tu di dare e dispensare a noi, o noi  di chiedere e ricevere da te? Chi ha più sete ardente, tu di visitare i figli, o questi di riabbracciare il Padre? Chi ha più divorante sete, tu di noi, o noi di te? Oh! Gesù… oh Amore... quanto sei grande! Oh! Gesù... oh Carità...  quanto sei amabile! Oh Gesù... oh Verbo... quanto sei ammirabile! Ti lodino e ti benedicano gli Angeli ed i Santi. Ti adorino e ti confessino tutte le genti! Ti amino e ti glorifichino tutt'i cuori e tutte le lingue! Oh mio Gesù... oh Amore, quanto  sei bello su questo trono  gloria! Ti contemplo in Cielo tra il Padre e lo Spirito Santo; ti contemplo sul Taborre in mezzo ai Profeti Mosè ed Elia; ti miro sul Calvario in mezzo ai due ladri. Ed oggi ti considero su questo trono in mezzo ai figli  tuoi! Medium in Sancta, Triade; medium inter Moysen et Eliam: medium inter latrones; medium inter filios! Quale spettacolo! Quale mistero!
Gesù è in Cielo ed in  terra sempre in mezzo! In Cielo è il Verbo, per cui tutte le cose furono fatte, e senza di lui niuna cosa fu fatta.
In terra è il Verbo incarnato per cui tutto è riparato e riformato di quanto creato aveva nel principio del tempo. Gesù  è sempre nel mezzo, perchè egli è il centro, la vita, la virtù di ogni cosa. E' in mezzo al seno di Maria. E' in mezzo del cuor di Giuseppe. E in mezzo della sua Chiesa. E' in mezzo dei Dottori nel tempio. E’ in mezzo degli Apostoli,  e li istruisce e consola. E' in mezzo dei Martiri, e ci conforta, li regge nei tormenti, li corona. Gesù è in mezzo delle vergini, e da queste raccoglie gigli di purezza, che vi seminò colla sua mano. Dovunque son congregati due o tre nel nome  di Gesù, Gesù è in mezzo ad essi: Ibi sum in medio corum. Gesù è, sempre nel mezzo, perchè egli solo è il mezzo assoluto, necessario. Per lui abbiam accesso all’eterno Padre. Per lui abbiam ricuperata la eredità celeste.  Per lui siam chiamati figli dal nostro Dio, e Dio chiamiam noi nostro Padre: Abbà, Pater. Per lui ogni grazia, ogni dono, ogni bene. Egli è per noi via, verità e vita.
Egli il principio, il mezzo, il fine della nostra vocazione, predestinazione  e glorificazione. Gesù gode della sua esaltazione; gode per sè, gode per noi. In tre punti lo contemplo esaltato; sul Calvario affisso all'adorabilissimo legno; in Cielo sovra tutte le schiere angeliche e cose create, sedente nella sua gloria e  maestà alla destra del Padre; e qui, nel santissimo Sacramento su questo trono di amore.
Ed ovunque egli è esaltato, sul Golgota, in Cielo, nel Sacramento, attira a se tutt'i cuori, tutte le anime: Si exaltatus fuero a terra, omnia traham,  ad meipsum. Gode l'amante Padre del suo esaltamento; peró sembra di non essere appieno contento se non ne renda partecipi i figli suoi, se non li tiri a sè colla sua luce, colla sua soavità. Non è contento se non si trova sempre ed ovunque  in mezzo ai figli suoi. Oh Amore, quando sei grande! Oh Gesù, quanto
sei amabile!
Gesù non è semplice uomo; egli è Uomo-Dio; è il Verbo fatto carne. Dunque è giusto ch’egli sia esaltato: Oportet exaltari Filium hominis.  Muore ed è elevato in croce. S’innalza dalla terra, perché non è terreno. S’innalza sulle teste di tutti gli uomini, perchè non è puro uomo, e perchè è il Signor degli uomini, val dire loro Dio. Si resta per noi in Sacramento,  gode che gli uomini lo contemplino sedente in trono di grazia. Si eleva su tutti, si avvicina a tutti; la sola nube della fede a noi lo nasconde: Elevatus est: et nubes suscepit eum. Ascende glorioso in Cielo e viene esaltato col sedere alla destra di  Dio Padre: Dextera ingitur Dei exaltatus.
La natura umana viene esaltata sulla dignità di tutte le celesti creature. L'Ascensione del capo è l’esaltazione del mistico corpo. E non solo siamo proclamati possessori del Paradiso, ma benanche  oggi penetrammo in Cristo nella Gerusalemme Celeste. L'inimico dell’uman genere per invidia ci espulse ;
dal possesso del Paradiso terrestre, ed il Figlio benedetto di Dio nella effusione della sua carità incorporatici spiritualmente a  sè, ci ha collocati nella sua esaltazione alla destra del Padre: Eos sibi concorporatos Dei Filius ad dexteram Patris collocavit. Dippiù, quel Gesù glorioso ed esaltato in Cielo è il medesimo nostro Gesù qui esposto in gioia? Gesù è  qui non solo in mezzo a noi, ma noi siamo uniti al suo cuore, concorporati al suo cuore.
Sacramento. A lui siamo nel vincolo dell'amore uniti, a lui concorporati. Quale gloria per noi, quale o amabile Salvatore... dolcissimo Gesù... quanta degnazione!  Quanto amore per noi. Sii in eterno e da tutti adorato, benedetto ed amato, o amatissimo Gesù sacramentato.

Si dicano infine 5 Pater, Ave, Gloria a Gesù sacramentato aggiungendosi ad ogni Pater, la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo  sacramento.


Trattenimento Secondo - Il trono della grazia

Adeamus eum fiducia ad thronum gratiae (Hebr. VI).

Accostiamoci con fiducia al trono della grazia. Quale consolante invito è mai questo?! Quale celeste rugiada  scende nelle anime nostre! Quale raggiante luce ravviva i nostri cuori! Siamo innanzi al trono di grazia! Innanzi al trono di amore! Innanzi al trono di Dio-Salvatore!... Ah! Pecca l'uomo: infelice, si nasconde, fugge da Dio! E Iddio compassionando alla  ruina dell’uomo si fa egli stesso uomo per salvare l'uomo. Viene il Pastore in cerca della sua pecorella errante, la trova, la salva, le dà una vita abbondante. Gli uomini sono stati riscattati e redenti col sangue prezioso del divino Agnello.
Non basta; ma egli stesso vuole alimentarli e nutrirli colle sue Immacolate carni. Egli stabilisce qui in terra la sua perpetua dimora sino alla consumazione dei secoli. Stabilisce in mezzo agli uomini il suo trono, il trono di grazia. Thronum gratiae!  E su questo trono Eucaristico glorioso egli siede: Vidi... in medio throni… Agnum stantem tamquam occisum. Quante meraviglie! Dio erige un trono in mezzo agli uomini. Un trono di grazia, e su questo siede l'Agnello! Ahi, tutti dovremmo colla fronte  per terra, sempre lodare e benedire tanta degnazione del nostro caro Dio! Stabilire il suo trono in mezzo a noi, che altro ci dice, se non ch'egli starà sempre con noi? Sempre nel SS. Sacramento il Padre starà in mezzo ai figli suoi? Il Pastore  colle sue pecorelle; il Redentore colle anime redente?! E questo trono è assolutamente, semplicemente trono di grazia, trono di misericordia e di perdono, trono di amore e di benedizione!
E su questo trono non siede il Dio degli eserciti, il Dio  forte e grande, la cui voce gli ebrei temono ascoltare; ma siede il Dio della clemenza, della bontà, il Dio della carità: siede il divino Agnello! Vidi in medio throni Agnum! In ispirito tanti secoli, prima vide il profeta Isaia il divin Redentore,  e lo salutò Agnello mansueto, paziente, umile, mite, che non avea parole dure, aspre minacce, rimproveri no. Egli era muto in questo: Quasi agnus obtumescet, et non aperiet os suum. Il Battista vide Gesù su le rive del Giordano, ed esultando gridò:  Ecco l'Agnello di Dio: Ecce Agnus Dei. Il diletto Discepolo rapito in spirito vide Gesù nella gloria, e lo vide come Agnello mansueto. Però egli ci rivela che questo Agnello ora è sedente sul trono: ora lo contempla stante su i piedi, per manifestarci  i diversi caratteri e ministeri che compie Gesù, l'Agnello di Dio sul suo trono, sia in Cielo, sia in terra nel SS. Sacramento.
Siede Gesù sul trono, e si annunzia nostro Dio, nostro Re, nostro Giudice, nostro Maestro. Egli siede, perchè  è l'unico nostro Dio, è l’Eterno l'Immutabile, l'Antico dei giorni. Siede perché è il Re dei regi è il Signor dei dominanti. Regna su i cuori, impera sulle menti, detta leggi e precetti, punisce i delinquenti, governa l’universo.  Gesù siede: Vidi Agnum sedentem, perché egli è il Giudice dei vivi e dei morti: corona i giusti, castiga i rei. Siede perchè nostro unico Maestro: Magister vester unus est Christus. Ma egli sta pure nel suo trono su in piedi: Vidi Agnum stantem.  Così anche lo vide Stefano: «Ecco già che io vedo aperti i Cieli, ed il Figliuol dell’uomo stante alla destra di Dio. Gesù sta all’impiedi come nostro avvocato presso l’eterno Padre; come sommo Sacerdote, come Pontefice.  In quanto uomo perora la nostra causa innanzi l'eterno Genitore. Gli presenta le piaghe ed il costato; gli presenta la sua amara passione e morte. Gesù sta come Sacerdote e Pontefice sul suo trono, offrendo sé stesso al divin Padre per la nostra  salute. Sta in piedi pur di notarci la sua amorosa sollecitudine in aiutarci e sollecitarci. E' in piedi, perchè sempre anelante di venire sacramentato nei nostri cuori!... O Gesù... o Amore... o Trono di grazia!... O Signore, quanto è mai grande  la tua maestà!
Ti vedo assiso su questo trono eccelso ed elevato, e le grazie che da te scendono riempiono il tempio. Quanti Serafini circondano questo seggio Eucaristico! E ripieni di stupore per tanta tua degnazione ti danno mille benedizioni,  non cessando mai di ripetere: Santo, Santo, Santo, sei tu, o Signor nostro Gesù, o Signore delle virtù. La tua maestà e gloria riempiono tutta la terra. Sei grande su questo trono, ma insieme, sei amabile, sei re, ma sei padre; sei ricco, ma  pur per noi. Allora esulti quando ci ricolmi dei tuoi beni, delle tue grazie. Sei felice, o Diletto, quando hai fatto felici gli amici tuoi. Il tuo bel cuore chi lo scandagliò? Ami senza modo e misura. Benefichi senza limiti e termine. Doni, arricchisci  e rimuneri con maestà reale.
Il peccatore trova a questo trono il perdono. Il giusto il fervore e la tua compiacenza. L'afflitto la pace. Il povero la ricchezza. Ogni anima che a te viene qui trova il suo Dio, il suo Padre, il suo Salvatore.  Tu siedi sul tuo trono, ed anche un trono tu prometti in Cielo agli amanti tuoi: Sedebitis super duodecim tribus Israel. Tu siedi sul tuo trono, ed hai promesso di far sedere teco colui che vince. Mio Gesù... Amore infinito, sii benedetto nel trono  del tuo regno: Benedictus in throno regni tui. Sii lodato e glorificato per tutt'i secoli. Le tue misericordie ti esaltino. Le grazie a noi largite ti benedicano. Ogni lingua ti lodi. Ogni cuore ti ami. Ogni creatura ti magnifichi, sopra tutte le cose,  per tutti i secoli. Così sia.

Si dicano i cinque Pater colla precedente giaculatoria.


Trattenimento Terzo - La riparazione


In ipso condita sunt universa in coelis, et in terra. (Colos. I)

Venite, o anime redente, venite in questo dì, accostatevi a questo trono di amore, su  cui siede il nostro amabile Salvatore. Venite, esultiamo di gioia alla sua divina presenza; cantiam le lodi al nostro Dio sacramentato. Corriamo a presentarci davanti a lui colla preghiera e con la orazione, e cogl'inni e coi salmi celebriamo le sue ineffabili  meraviglie operate in questo Mistero augusto dell'altare. Imperocché Gesù è il nostro Signore Dio; è il re grande, e pieno di gloria e di maestà. L’ampiezza tutta della terra egli tiene nella mano, ed a lui appartengono tutti gli  altissimi monti. Di lui è il mare, ed egli lo fece; e dalle mani di lui fu fondata la terra. Venite, adoriamolo e prostriamoci ai piedi del suo trono: versiamo lagrime di tenerezza dinanzi il Signore, di cui siam fattura. Imperocché egli è il  Signore Dio nostro, e noi popolo dei suoi ubertosi pascoli e pecorelle del suo gregge.
Ah noi avventurati! Noi felici, che siamo del popolo eletto di Dio, le pecorelle predilette del divin pastore Gesú! Noi siamo di Dio, e Dio è il nostro!  Noi siamo di Gesù, e Gesù è il nostro! O amabile Gesù... o tenero Padre, ti adorino e ti benedicano tutte le creature che sono in Cielo ed in terra! Venisti nel mondo, ed apportasti a noi la vita della grazia. Ci redimesti col tuo prezioso  sangue, ci riconciliasti col celeste Padre: lacerasti il chirografo di morte e lo affiggesti alla croce. E per te furono riconciliate tutte le cose, rappacificando, mediante il tuo sangue divino, e le cose della terra e le cose del Cielo: Per eum reconciliare  omnia, pacificans per sanguinem crucis ejus, sive quae in terris, sive quae in coelis sunt... E quando tu facesti un di per virtù della croce oggi lo compii per mezzo del SS. Sacramento. In questo e per questo Sacramento tu salvi gl’interessi  del Cielo, e ripari alle necessità della terra, perchè tutte le cose per te furon fatte, sia in Cielo sia in terra: In ipso condita sunt universa in coelis, et in terra.
Gesù nel SS. Sacramento salva gl'interessi del Cielo. L'uomo deve al  suo Dio l’onore, l'amore, la lode. L'onore, come a suo Signore e Creatore. L'amore, perchè suo padre per adozione. La lode, come a suo Benefattore nei doni di natura, di grazia, e della futura gloria. L'uomo però dimentica i suoi essenziali  doveri verso del suo Dio Signore, padre e benefattore. Gli nega il tributo dell'anima, del cuore, della lingua; gli nega la totale sudditanza. Ed ecco l’amabile Gesù che ripara a tutti questi, danni; salva nel SS. Sacramento gl'interessi del  Cielo, cioè di Dio. Su questo altare, sotto i veli Eucaristici Gesù vivo e vero, Agnello benedetto di Dio, Ostia di propiziazione, si umilia, si esinanisce innanzi l'eterno Genitore. La sua sacratissima umanità adora la beata Divinità: onora  con tutte le facoltà dell'anima Iddio. Onora a nome suo ed a nome di tutti gli uomini la maestà infinita dell'Altissimo, e la onora con infinito onore. Il suo bel cuore palpita nel santissimo Sacramento sempre di amore verso Dio. E lo ama per sè,  lo ama per noi. Stringe tutti gli uomini al suo seno, li mette nel suo cuore, e con questo immenso cuore ama il suo e nostro Dio, il suo e nostro celeste Padre. Gesù infine da questo trono eleva continuamente la sua divina lode alla SS. Trinità!  Oh com' è bella la lode dell'innocente Abele! Oh come è amabile e soave all'orecchio di Dio la lode dell'Agnello divino, del suo diletto Gesù!... E Gesù qui loda sempre la individua Trinità; e la loda per noi. Benedice per sè, benedice  per noi!... Gesù ha cosi nel SS. Sacramento salvati gl'interessi del Cielo, dico di Dio: Per eum reconciliare omnia quae in coelis sunt. Ed oh qual giubilo per noi il conoscere che qui Gesù in Sacramento risarcisce la divina gloria da noi rapita?!  Quale dolcezza al nostro cuore vedere su questo altare l'amante nostro Gesù il quale fa in ogni istante per noi atto di riparazione all'eterno Padre!... E la riparazione di Gesù in Sacramento è più eloquente di tutte le nostre ingratitudini  ed iniquità. E Gesù è qui doppiamente amabile, perchè riparando gl'interessi della gloria di Dio, ripara a nome nostro! Risarcisce in luogo nostro, in persona nostra!!! Oh, sia in eterno benedetto, lodato e glorificato il nostro amantissimo  Gesù sacramentato!!!
E non solo Gesù in sacramento salva gl'interessi del Cielo, ma provvede benanche alle necessità della terra. Gesù venne affinchè non solo a noi arrecasse la vita di grazia, ma benanche in abbondanza. Tutto questo  opera il SS. Sacramento, il quale perciò è dato a noi sotto le specie di pane e di vino, nel modo cioè di cibo e di bevanda; perocchè questo Sacramento produce nelle anime gli stessi effetti che produce nel corpo il cibo e la bevanda materiale.  Il cibo corporale ripara, sostenta, aumenta, diletta. E questo opera nelle anime Gesù in Sacramento. Ripara le perdite, rianima lo spirito, rinvigorisce il cuore, rialza, fortifica, risana, ravviva l'anima. Sostenta, alimenta, pasce, nutre l'anima  di luce, di grazia, di virtù, di Dio. Aumenta, accresce la grazia, il merito, la bellezza: aumenta l'amore, la dilezione, l'intensità, la estensione, la grandezza della carità. Diletta, ricrea, rifocilla l’anima, la inebria, la eleva,  la unisce intimamente col suo Dio, ripetendo: «Vivo io, ma non io, in me vive solo Dio»! Giacchè egli stesso disse: Qui  me, vivet propter me. Chi si ciba di me, vivrà della vita che riceverà da me. E come io vivo pel Padre, cosi  chi si ciberà delle mie carni vivrà per me. Egli sta in me ed io in lui. Oh Amore... oh Gesù... oh Sacramento!... L'anima è già unita al suo Dio! Le infermità dello spirito sono sparite. Le tiepidezze dileguate. Trionfa solo l'Amore,  Gesù ha compiuto il suo ministero di carità, ha riparato alle necessità delle anime nostre. Oh Gesù... oh Amore in Sacramento... quanti prodigi tu operi ad ogni ora nelle anime! Quante gemme metti a questo trono Eucaristico! Quante stelle  splenderanno per te nella Gerusalemme celeste! Oh Gesù, degno tu sei di ogni lode, di ogni gloria e benedizione per tutt'i secoli. Cosi sia.

Indi si faccia il seguente

Atto di riparazione

Christus vobis reliques exemplum ut sequamini vestigia ejus. (1 Petr. II)

O amabilissimo mio Gesù, o mio divin Maestro, quale consolante dottrina tu c'insegni su  questo altare! Quale esempio luminoso tu ci dai quotidianamente nel SS. Sacramento, di zelo, di amore, di misericordia! La tua vita Eucaristica quanto è qui inenarrabile, incomprensibile, inaccessibile ad ogni intelligenza umana ed angelica! Nel santuario  della Eucaristia a niuno degli uomini e degli Angeli è dato di penetrare: solo ha l'accesso la fede e l'amore. O Gesù, o amore infinito, quanto è gloriosa la tua vita Eucaristica! Quanto operosi i giorni tuoi! Tu qui ripari e salvi gl’interessi  del Cielo e della terra. Ripari e salvi i diritti di Dio e la dignità dell'uomo. O Amore... o vincolo di unità! 0 Amore... o centro di pace e di riconciliazione! Qui su questo altare, qui nel SS. Sacramento, qui nello adorato tuo cuore unisci le  infinite distanze, l'uomo al suo Dio. Pacifichi in questo propiziatorio la creatura col Creatore. In questo santuario Dio dà alle anime il bacio della pace! Quanti misteri! Quante meraviglie! Quanta degnazione! Quanta bontà!!!
O mio Gesù,  io resto fuori di me nel considerare la infinita tua bontà! Quanto vorrei che tutti conoscessero chi tu sei!... Quanto vorrei che tutti conoscessero quello che tu fai nel SS. Sacramento per essi! Quanto desidero che tutti non pensassero che a te! Non  amassero che solo te! Non lodassero che te! Oh Gesù... oh uomini! Oh amore... Oh ingratitudine! Oh eccesso di bontà... oh eccesso di mostruosità! Diletto... eccomi a te... un cuore ho io... prendilo, o Verbo, questo è tuo. Si io intendo supplire  per tutti, riparare per tutti, adorarti... amarti... lodarti per tutti!.... Ma, o mio Gesù, e come ciò potrò mai fare? Come la creatura può riparar gl’interessi del Creatore? L'uomo salvare i dritti e la gloria di Dio? Ah ben lo so  che da me nulla posso, nulla so, nulla penso! Tu. sei, o mio Gesu, la ricchezza mia. L'Apostolo me lo attesta. Si, mi hai fatto ricco, o amabilissimo mio Redentore, donandomi i tuoi meriti infiniti, la tua vita, la tua Passione, la tua morte, le tue grazie,  i tuoi beni, donandomi tutto te stesso in questo Sacramento! Dunque posso anche io riparare! O amantissimo mio Gesù, quale pena io sento, quale amarezza nel vedere la tua infinita maestà vilipesa ed oltraggiata da tante ingratissime tue creature!  Quale dolore, o mio tenero Padre, considerando che il tuo bel cuore invece di corrispondente amore, non riceve in questo divinissimo Sacramento, da tanti sconoscenti, che freddezza ed amarezza! Quale spasimo; o Dio tutto bontá... 0 amore eterno...  che invece di lode e benedizione, non ascolti che ingiurie!...
Mio Gesù, padre di misericordia! Piango, gemo, sospiro per questi oltraggi fatti alla sovrana tua maestà!... All'adorabile tua bontà! Mio Gesù ti offro questa mia amarezza  unita a quella che provasti nel Getsemani, e che ti fe' sudare sangue vivo!... Signore, umiliato nella mia polvere ti adoro cogli Angeli e coi Santi tutti del Paradiso. Ti adoro colle adorazioni di Maria SS. 0 mio Gesù, o Signore eccelso, sii sempre,  ovunque e da per tutto sconosciuto, onorato, glorificato. O Amore, ti amo per tutti: ti amo ad ogni respiro con l'amore di tutti gli amanti tuoi che sono in cielo ed in terra, e saranno sino alla consumazione dei secoli. O Gesù, o mio tesoro! O Gesù,  o fonte ed origine di ogni bene, ti lodo, ti benedico, ti esalto insieme coi comprensori celesti e con tutte le anime di te amanti. Il tuo regno di amore sempre più si estenda sulla terra, e tutte le genti vengano quanto prima alla cognizione della  tua amabile ed amano te maestà. O mio Gesù, non son contento ancora. Tu sei degno di un onore, di un amore, di una lode infinita. Padre diletto soccorrimi... vorrei onorarti, amarti, lodarti in un modo infinito! Tu lo meriti... io non posso... Gesù,  mi slancio nel tuo cuore!... Gesù uniscimi a te! Gesù fa di te e di me un sol tutto! Viva in te... operi in te… con te!... Per te!... Mio Gesù offro te nel tuo cuore sacramentato, offro te a te. Offro te con te. Offro te per te.
Gesù,  maestà infinita, onoro te con te amo te per te lodo te in te. Gesù, eterno Sacerdote, sull'altare del tuo cuore presento ed offro alla tua amante divinità i tuoi palpiti, le tue lagrime, le tue parole, i tuoi passi, la tua vita, la tua passione  e morte, il tuo sangue! Offro i tuoi patimenti, le tue umiliazioni, le tue preghiere, la tua croce, la tua sepoltura! Offro a te, o divin Redentore, quanto hai detto, quanto hai fatto, quanto hai patito per gli uomini! Mi unisco in tutto a te, ed intendo  fare a nome mio e di tutti quanto tu fai in ogn'istante in questo SS. Sacramento. Intendo con te lodare te, mio Dio. Con te amare te,
Bontà infinita. Con te onorare te, glorificare te, Maestà divina. O mio Gesù, o vita mia dolcissima, deh  illumina i peccatori acciò ti conoscano e vivano! Gesù, mio Salvatore, usa la tua misericordia, riconduci al tuo seno gli erranti.
Gesù, Pastore tenerissimo, colla tua possente grazia richiama al tuo ovile le smarrite pecorelle! Cuor del  mio Gesù, misericordia! Passione del mio Gesù, misericordia! Sangue prezioso di Gesù, misericordia! Morte dolorosissima di Gesù, misericordia! Mio Gesù... mio Salvatore... misericordia! Dolcissimo... amabilissimo... tenerissimo Gesú  ? misericordia! Deh, ci usi qui misericordia, acciò salvandoci possiamo in Cielo cantare le tue divine misericordie. Amen. Cosi sia.


Si dicano i 5 Pater colla giaculatoria come avanti.

Trattenimento Quarto - La benedizione


Et benedicentur in te... cunctae tribus terrae. (Gen. XXVIII)

Quale gioia, quale grazia per noi, che questa ineffabile promessa del nostro Dio è stata  già verificata! Tutte le tribù, tutte le nazioni della terra sono state già benedette nel diletto Figlio suo! La terra oggi non è più agli sguardi del celeste Padre luogo di desolazione e di maledizione: no! dal primo istante della Incarnazione  del Verbo nel seno della Verginella Nazarena, da quell'istante la terra fu benedetta da Dio e benedetta nel Figlio suo fatto carne: Et benedicentur in te... cunctae tribus terrae. Perciò gridava il Profeta, che i Cieli si fossero distillati, ed avessero  piovuto il Santo, il Giusto; che la terra avesse germogliato il Salvatore!... Ah il Giusto è venuto! Il Salvatore è in mezzo a noi! E noi siam tutti benedetti in lui!
O mio dolce Salvatore, dove sei?... O amabile Gesù, dimmi, ove fai la  tua dimora? Al Patriarca Giacobbe fu sol promesso che dal suo seme nascer dovea il sospirato Messia, ed esultò. E quando si svegliò dal sonno, pieno di gaudio e di stupore esclamò: «Veramente il Signore è in questo luogo ed io nol sapea:
Vere Dominus est in loco isto, et ego nesciebam!» Ah, noi con più ragione di Giacobbe dobbiamo esultare di gioia e ripetere: «Veramente il Signore è in questo luogo: Vere Dominus est in loco isto! Si, qui, su questo trono di grazia è presente  il nostro Signore Iddio! E' qui su questo altare il nostro Salvatore Gesù vivo e vero, bello, glorioso ed immortale! In Gesù noi siamo benedetti da Dio Padre. In Gesù solo siamo l'oggetto delle paterne compiacenze. In Gesù e per Gesù su  di noi scendono tutte le divine grazie.
Diciamo pure coll'Apostolo: «Benedetto sia Dio, e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il quale ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale del Cielo, in
Cristo. In lui ci elesse prima della  fondazione del mondo, affinchè fossimo santi ed immacolati nel cospetto di lui per carità. Egli predestinò all'adozione di figliuoli per Gesù Cristo a gloria sua, secondo il beneplacito della sua volontà. Onde si celebri la gloria della  grazia di lui, mediante la quale ci ha renduti accetti nel diletto Figlio suo, in cui abbiamo la redenzione pel sangue di lui, la remissione dei peccati per la dovizia della sua grazia, la quale ha sovrabbondata in noi ogni speranza e prudenza. Per far  noto a noi il mistero della sua volontà, secondo il suo beneplacito, che avea egli seco stabilito, di riunire nella pienezza dei tempi in Cristo tutte le cose, e quelle che sono in Cielo e quelle che sono in terra». Gesù dunque è la origine,  il fonte e la causa delle nostre benedizioni. Al popolo Ebreo Iddio facea del bene per riguardo di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e di altri Santi: così con più verità e ragione si dica, che l'eterno Padre per amor del suo Figlio Gesù faccia  a noi tutte le grazie e ci ricolma delle sue benedizioni: imperocchè Gesù è stato la causa dell'amore di Dio e dell'adozione alla sua figliuolanza.
O finezza di carità del mio Gesù! Perchè gli sguardi del celeste Padre fossero  necessariamente rivolti sempre alla nostra terra, egli si resta personalmente in terra nel SS. Sacramento! E quand'anche le nostre iniquità fossero come le arene del mare, ah, Iddio guardando il Figlio suo in terra nel SS. Sacramento si placa: invece  di fulmini e castighi, concede perdono, usa a tutti misericordia! L’Agnello divino nella Eucaristia disarma la divina giustizia, perchè intorno al suo trono rifulge sempre l’iride di pace. Gesù è l'oggetto delle compiacenze dell'eterno  Padre. E per lui ed in lui diventiamo anche noi oggetti delle divine compiacenze! L'eterno Padre deliziandosi infinitamente e sempre nel suo Diletto Figlio qui vivo e vero nel Sacramento, gli rinnova sempre la promessa: «O
Figlio, in te sono e  saranno benedette tutte le genti della terra: Benedicentur in te... omnes tribus terrae».
Gesù dunque in Sacramento è il fonte stabilito da Dio nel mistico suo paradiso terrestre, dice la Chiesa, da cui e per cui scorrono i fiumi delle  impetuose acque spirituali in tutte le anime, per innaffiarle, farle crescere e produrre ad ogni ora nuovi frutti di vita eterna. Si, quanto bene facciamo, quanto bene speriamo tutto ci viene per Gesù e da Gesù: Da lui, come a principio e causa.  Per lui, come conservatore e custode. A lui, come ad ultimo fine. Sicchè ogni distinta opera buona è una distinta benedizione di Gesù. Ha origine da Gesù. Si alimenta e si perfeziona per Gesù. E' coronata ritornando al suo centro e fine,  cioè al cuor di Gesù. Ogni parola virtuosa, ogni pensiero santo è una speciale benedizione di Gesù: é una grazia che parte dal suo cuore. E questa prima benedizione e grazia, perché si fecondi ed aumenti in noi, e sia coronata in fine,  oh qual cumulo di benedizioni e di grazie deve concomitarla!... O felice necessità, per cui da noi nulla possiam fare o pensare di bene, senza di Gesù. Si, o amantissimo nostro Gesù, a te solo sia la lode, la virtù, la benedizione. Dinanzi  a te ci prostriamo, che siedi sul trono, e ti adoriamo, o Signore, che regni e vivi nei secoli dei secoli. T
Tu sei degno, o Signore Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la virtù: imperocchè tu creasti le cose tutte, e per volere tuo  esse sussistono, e furono create. O Gesù... o nostro Padre... noi partiam da te! Signore, benedici i servi tuoi!... Ci benedici, o Gesù, quanto hai fatto e patito per noi!... Ci benedici il sangue per noi versato!... Ci benedici la Passione e la  morte sofferta per noi!.. Ci benedici i palpiti e gli affetti del tuo cuore!... Ci benedici tutte le grazie fatteci... Ci benedici in vita, in morte, nel tempo e nella eternità... Ci benedici, o Gesù, col Padre e collo Spirito santo, ora e per tutti  i secoli. Cosi sia.


Si dicano 5 Pater ecc. come sopra.

Visite Ai Santi Sepolcri

I - Eccesso di amore

Et dicebant excessum eius, quam completurus erat in Ierusalem. (Luc. XV)

O quale spettacolo straziante si presenta quest  ?oggi agli sguardi miei!... Vedo le genti di ogni età, di ogni sesso e condizione, come onde del mare girar per le strade, per i vichi e per le piazze! Vanno taciturne, meste, addolorate! Gli uomini portano la tristezza scritta in fronte! Le donne  a bruno vestite, squallide, piangenti, desolate! I sacerdoti gementi, le vergini inconsolabili, i fanciulli mutoli, la città tutta oppressa da incomprensibile amarezza: e perché? Ahi gemono e piangono perchè i figli han perduto l'amato Padre!  Piangono, chè le pecorelle han perduto il tenero Pastore! Le anime il loro unico Sposo! O Gesù... O padre amante! 0 Gesù, pastore divino!... O Gesù, sposo dolcissimo, dove oggi tu sei? Vita dei nostri cuori, cuore della nostra vita... 0 amabilissimo  Gesù, dove, dove ti vedo?
Nel sepolcro!!! Il sole dunque, che illuminava ogni uomo, oggi è ecclissato... riposa nella tomba!... Colui che dà la vita al Cielo ed alla terra, oggi giace estinto!... Il Fior Nazareno é appassito! L'allegrezza  degli Angeli è muta là nel sepolcro! Gesù... Gesù... il benedetto Figlio di Dio giace morto ed esanime nella pietra! O pietra... 0 tomba... 0 sepolcro, dinanzi a te prostrato io ti adoro, io ti venero, io ti benedico!... O tomba, quanto sei  amabile!... O sepolcro quanto sei prezioso!... Tu racchiudi in te il Tesoro mio... racchiudi nel tuo seno il Padre mio!... O mio Gesù, diletto dell'anima mia!... Mio Gesù, unico amore mio!... Mio Gesù, dimmi dove tu sei? E perchè mi hai lasciato  ancora in vita? E perchè, mio Bene, non mi seppelliscono qui con te?
Posso più vivere senza di te, luce bella degli occhi miei? Sposo del cuore mio, dove ti ridusse l'amore!... Dove l'amore per me ti trasportò... fin nel sepolcro!... O Amore...  quale umiliazione... quale degnazione è mai questa! Nascesti uomo per salvare l'uomo. Però sei morto per amor dell'uomo come l’ultimo degli uomini. Ed oggi discendi nel sepolcro dell'uomo per risuscitare con te l’uomo!
Diletto,  ti benedicano gli Angeli ed i Santi nel contemplare questo eccesso del tuo amore per l'uomo. Mio Gesù, credo in te, spero in te, amo te: mi pento delle offese fatte a te. Signore, per amor di questo giorno usami la tua misericordia. Donami il santo  Paradiso. Così sia.

Si dicano 5 Pater, 5 Ave ed un Credo, indi l'orazione: Respice quaesumus, Domine, etc.

II - Eccesso di dolore

Et Dominus voluit conterere eum in infirmitate (Isai.LIII).

O Amore, mi dice il Profeta che tu fosti come manipolo di frumento stritolato! Mi dice, che dalla pianta  del piede síno alla sommità del capo in te non vi era
vestigio di santità. Fosti dispregiato, addivenisti l’infimo degli uomini, l’uomo dei dolori! In te non più splendeva la singolare tua bellezza, ed era quasi ascoso il  tuo volto; sicchè gli uomini non fecero stima alcuna di te. Ah tu veramente, o Signore, prendesti sovra di te i nostri languori, e portasti i nostri dolori! Ma tu sei stato piagato a motivo delle nostre iniquità, e stritolato sotto il torchio dell  ?amara Passione per le nostre scelleratezze. O mio Gesù, o dolcissimo Padre, se meno peccati avessi io commessi, meno al certo avresti tu patito. Se meno piaghe avessi io fatte all'anima mìa, meno ferite e squarci mirerei nel tuo sacrato corpo!
O Amore... quanto sei incomprensibile!... O Amore!... quanto sei tenero! O mio Gesù sei sempre amabile; ma nel sepolcro ti rendi amabilissimo! Ahi, per liberare me dal sepolcro dei miei peccati e dei miei vizi, tu ti degni scendere nel sepolcro! Per  cavare l’anima mia dalla caverna infernale, tu permetti di abitare per tre giorni sotto terra! Per risuscitare me, scendi esangue e morto nella tomba! Le tue piaghe sono la mia salute. Le tue lividure la mia vita. La tua sepoltura la mia risurrezione.  Sei contento, o Amore?... Sei soddisfatto, o Padre?... Che più!... Adoro, o mio dolce Redentore, la tua santa Passione! Bacio, o mio Gesù, le tue insanguinate piaghe! Benedico la tua infinita carità! Amo la tua sempre amabile bontà! O Angeli  della pace, o Serafini beati, che dite , che mai dite del vostro e mio Signore qui nel sepolcro?
Colui che regge e governa l’universo! Colui che creò con un fiat i cieli e la terra! Colui… ah, Colui… oggi giace nel sepolcro!...  Ahi! È scomparsa dalla terra la sua gloria, la sua grandezza!... Ah, come un baleno è stato svelto da mano crudele questo candido Giglio, la cui fragranza imbalsamava e terra e cielo! Il Consolator degli afflitti… La Ricchezza dei poveri  ? il Benefattore universale… Il Padre amante…Il tesoro di tutti... dov' è? Oggi dov'é? Nel sepolcro!...
0 cieli… o terra... o creature... stupite ed inorridite sopra tal fatto! O pietre spezzatevi; o monti e rupi, scuotetevi  dalle fondamenta! E tu, cuore, che fai? vivi tuttora; mentre la tua vita è spenta e giace fredda ed esanime nella tomba? Ah, mio Gesù.... non so... non posso staccarmi da te! Comanda alla creatura che muoia qui col Creatore! Comanda che io qui spiri  ai piedi tuoi… Che sepolta sia qui con te!!! Mio Gesù, credo in te. Spero in te. Mi pento delle offese fatte a te. Signore, per amor di questo giorno, usami la tua misericordia. Donami il santo Paradiso. Così sia.

Si dicano i 5 Pater ecc. come sopra.

III - Eccesso di zelo


Zelus domus tuae comedit me. (Psal. LXVIII)

O amabilissimo mio Gesù! O pastore tenerissimo… non ha tregua quest’oggi la pupilla dell  ?occhio mio! Il mio cuore non ha pace!.. Inconsolabile è l’anima mia!... Vado... vengo... esco... ritorno... e il mio Diletto dov'è? La gioia dei Santi... l'allegrezza del Paradiso...Il mio Gesù dòv'è: nel sepolcro!! Questa è  dunque l’ultima comparsa in terra del Figliuol benedetto di Dio… nel Sepolcro!! Questa è dunque l’ultima dimora della sua vita mortale… nella tomba!!! Egli
entra nel mondo, e fa la sua prima dimora nel seno di Maria.  Ed oggi partendo dal mondo fa l’ultimo suo riposo nel sepolcro! Il seno di Maria gli dà la vita mortale , il sepolcro gliel'ha tolta. Il seno di Maria è il trono del gaudio, il sepolcro la sede del dolore. Maria lo partorisce esultando, il  sepolcro lo riceve nel suo seno fra le lagrime delle creature. Tre dì, tre mesi il Signor riposa nel seno della Madre. E tre soli giorni egli dorme nel suo funebre Tabernacolo. Vergine è il seno di Maria, vergine e nuovo è il sepolcro del Redentore.  Intemerato e sacro lasciò il seno della Genitrice nascendo al mondo; intatto ed inviolato lasciò il suo sepolcro risorgendo da morte!
O mio Gesù, quanto sei grande e glorioso nelle stesse tue umiliazioni! Patisci come uomo: ma dirigi le  cose come Dio! Ti sei degnato di patire e di morire perchè tu lo volesti. Sei disceso nel sepolcro perchè tu lo volesti! O Amore... ti sei precipitato in mezzo a tutt'i dolori... a tutte le umiliazioni a tutte le amarezze, perchè? Per me! Per  salvare me... per condurre me con te in Paradiso! Il servo pecca, ed il Signore paga la pena. Io vivo nei diletti, e tu soddisfi per i miei delitti! Io contraggo debiti colla divina Giustizia, e tu ti esibisci mio mallevadore! Io mi covro d'iniquità,  e tu ti vesti di prezioso sangue! Io perdo la vita della grazia, e tu corri fra le braccia della morte! Io mi seppellisco nella tomba di tutti i vizi, e tu discendi nel sepolcro della salute!
O amore... sii in eterno lodato e benedetto!... O Gesù...  ora… io so che tu mi ami. Si che mi ami, e veramente mi ami!... Il sepolcro sol ti rimane… Solum mihi superest sepolcrum mi ripeti… e nel sepolcro per me oggi discendi!!! O degnazione!... O zelo... Oh carità! Lodino gli Angeli  le tue misericordie, o Signore! Benedicano tutti le ineffabili meraviglie del tuo zelo, o Diletto! Mio Gesù, credo in te; spero in te; mi pento delle offese fatte a te. Signore, per amor di questo giorno usami la tua misericordia, donami il santo Paradiso.  Così sia.

Si dicano 5 Pater, etc. come sopra.

IV - Eccesso di grazia

Ubi abundavit delictum, superabundavit gratia. (Rom. V)

Dove abbondò il delitto sovrabbondò la grazia. Quale grazia? Quale dono? Quale prezzo? Ah fummo comperati  a caro prezzo! Non isborsò argento ed oro, ma tutto sparse il suo prezioso sangue il divino Agnello! Dette quanto avea l'amante Redentore per ricomperare l'anima. Dedit omnia sua, et comparavit eam. Tutto, si, tutto donò per la nostra Redenzione!  Ci amò, e ci lavò nel suo prezioso sangue. Ci amò, e ci avvicinò al suo paterno cuore; ci ravvivò della sua vita, ci abbelli ed arricchi della sua grazia! La sua vita fu fatta per noi, un dono fatto a noi. La sua passione amarissima e divinamente  feconda fu patita per noi, donata a noi. La sua croce, la sua morte furono a noi lasciate in eredità. La sua sepoltura fu l’ultimo tesoro che a noi delegava! Scese nel sepolcro, e ci seppellì con lui, per risuscitarci indi con lui, e con  lui farci sedere in Cielo. Gesù ha posto fuori tutte le abbondanti ricchezze della sua grazia per farci ricchi in lui.
O mio Gesù, comprendo, si, comprendo le tenerezze del tuo cuore! Gli arcani del tuo cuore a me son palesi per le moltipliche  piaghe del tuo corpo. E per queste fonti di grazia in me scorrono le tue paterne benedizioni. Le tante tue ferite sono bocche di grazia e di carità! Le tue piaghe mi rivelano le viscere della tua infinita misericordia. La tua sepoltura è il Sacramento  della tua ineffabile pietà... 0 piaghe di Gesù... 0 morte di Gesù... 0 sepoltura di Gesù... voi siete la salute mia! Le tue piaghe mi risanano, la tua morte mi vivifica, il tuo sepolcro mi risuscita.
Si, riposati, o Padre mio, riposati  della ben lunga e laboriosa carriera percorsa! Riposati, o mio dolce Creatore ed amabile Salvatore: l’opera tua è già compiuta: l'uomo… la gioia del tuo cuore è redento.... è salvo! Dormi tranquillo! Fa sonno pacifico... perchè  oggi è contento il tuo cuore... Ripeti... si, ripeti pure: - In pace in idipsum dormiam, et requìescam - Ripeti: Ego dormivi, et soporatus sum. O Gesù, quanto é fiorito il tuo letto di morte! O celeste Salomone, questo tuo letto non è circondato  oggi dai forti armati d’Israello, no, ma è coronato dai figli tuoi, i quali hanno spezzato il cuore per dolore! O forte Leon di Giuda, morendo vincesti!... T’inoltrasti fra le tenebre del sepolcro, e vi apportasti a noi luce, vita e risurrezione.  Il tuo sepolcro perciò sarà sempre glorioso. Tutte le genti vi accorreranno piene di fede, di gratitudine, di amore. Il tuo sepolcro, o Diletto, non è vuoto, no, ma è ripieno di grazia, di meriti, di benedizioni; perchè noi troviamo te  nel sepolcro, autore di ogni grazia e di ogni bene. Te adoriamo in questa urna preziosa! Te amiamo, o fonte di pietà! Te benediciamo, nostro amante Redentore!... O Gesù… Tutte le lingue ti lodino!... Tutt'i cuori ti amino! Tutte le creature  ti adorino.
O Gesù, credo in te.- Spero in te. Amo te. Mi pento delle offese fatte a te. Signore, per amor di questo giorno usami la tua misericordia. Donami il santo Paradiso. Cosi sia.

Si dicano i 5 Pater, ecc. come sopra.

V - Eccesso di degnazione


Posuerunt me in lacu inferiori. (Ps. LXXXVII)

Compiuto è il sacrifizio. La divina vittima è deposta dall'altare. Gesù esangue, piagato, consumato  più dall'amore che dal dolore fra le braccia degli amanti suoi. La Madre, Giovanni, le Marie col cuore grondante di sangue, più che lagrime dagli occhi ricevono, abbracciano, stringono al seno il Diletto... l'Amabile... l’unico loro Amore,  perchè unico loro Dio. Non spirano sulle straziate membra del morto Dio, perché la divina Onnipotenza li regge e li serba in vita. Quante lagrime spargono sulle divine piaghe! Quanti infocati baci imprimono su i crivellati piedi! Stringono fra le  loro, le mani forate, squarciate del Redentore!... E quel costato… e quel cuore... aperto, asperso di sangue ed acqua, è la più acuta lanciata ai loro cuori ineffabilmente straziati!... Ma già il sole declina, le tenebre si estendono sulla  terra... si seppellisca il morto Signore! Gesù è sempre ubbidiente, vivo e morto. Egli come degnossi di ubbidire fino alla morte, e morte di croce, ora si degna di ubbidire fino al sepolcro! Et posuerunt eum in monumento!
Quanta degnazione!  Il Figliuol di Dio sotto terra l'Unigenito dell'eterno Padre collocato in una fossa profonda: Posueruut me in lacut inferiori! - Oggi l'Uomo-Dio perviene all' ultimo grado della umiliazione scendendo nel sepolcro! Però non disdicevole alla sua divina  persona, perchè tutto ciò che serve ai disegni dell'Amore ed alla salute dell'uomo è gloria pel Redentore. E glorioso è stato in verità il sepolcro per Gesù, come lo è stato salutare per noi.
Per la croce Gesù ci redense,  pel sepolcro fummo consepolti pel battesimo. Sulla croce fummo rigenerati alla vita della grazia, pel sepolcro siamo risuscitati alla gloria. La croce è la speranza dei vivi, il sepolcro la dolce aspettazione dei morti. Entrambi, la croce ed il sepolcro  sono la causa della nostra salute. Oh pietà inestimabile! Oh finezza di carità! L'eterno Padre nel redimere il servo non perdona il suo proprio Figlio; e il Figlio non la perdona a sè stesso! Si assoggetta alla umiliazione della croce e del sepolcro  per dar vita e risurrezione all'uomo! O eterno Padre... questo benedetto vostro Figlio oggi io vi offro...
Miratelo qui nel sepolcro l'innocente Agnello... la fiera inesorabile della Passione e dell’Amore lo ha divorato!... Cinque lamentevoli  scissure sono nei suoi piedi, nelle mani e nel costato. Tutto il corpo è straziato, insanguinato!... Padre... é appieno soddisfatto la vostra divina giustizia! Oggi e per tutt'i secoli sempre stillerà come rugiada vivificante la vostra misericordia  sulle anime nostre! O Padre, vi offro il vostro morto Gesù in rendimento di grazie per tanta degnazione.
Padre, per amore di Gesù salvateci, santificateci. Padre, benediteci oggi e sempre in Gesù. O mio Gesù, credo in voi. Spero in voi.  Amo voi.. Mi pento delle, offese fatte a voi. Signore, per amore di questo giorno usatemi la vostra misericordia. Donatemi il santo Paradiso. Così sia.

Si dicano i 5 Pater ecc. come sopra.

Affetti E Preghiere


A Maria SS. Addolorata

Maria... il Figlio tuo dov'è? La luce degli occhi tuoi... la gioia del tuo cuore... l'unico tuo amore dov'è? Nel sepolcro!!!  O Madre Addolorata!... O Donna inconsolabile, si, come il mare è amarissima la tua tristezza!.... Si, non vi è fra tutti i suoi cari chi ti possa consolare!... Il Sole divino che ti illuminava e ti letificava, dagli occhi tuoi è sparito!... La  tua gloria... la tua grandezza... il tuo Gesù... l’amabile tuo Gesù... o Madre, è nel sepolcro!... Quale acuta spada ti aperse... ti squarciò il cuore quando sotto gli occhi tuoi ti chiusero il tuo Gesù nel sepolcro?! Rimanesti,  o desolata, gelida, senza parola, senza respiro! Chiuso nella tomba il tuo Gesù... tutto fini per te! Desiderasti, o amante Madre, seppellirti col Figlio tuo!... Desiderasti, o cuore straziato, finir di battere e vivere, perchè la vera vita tua  era gia spenta!... O Madre!... O Figlio!... O Maria!... O Gesù!... O Gesù morto e seppellito, ti adoro, ti amo, ti benedico colle benedizioni della inconsolabile Madre tua! Ella in quell'ora ti adorò per me, ti amò per me , ti benedisse per  me. Lo so... mio Gesù, lo so... Maria gli uffici che ti prestò allora lo fece per sé, per me, per tutti noi!... O Maria... ti benedico.... O Maria, te ne rendo grazie... O Maria , ti amo!...
Dunque anche io fui allora presente sul Calvario?!  Dunque anche io allora colle tue adorazioni adorai il mio morto Gesù!... Anche io colle tue labbra verginali baciai le mille volte le straziate membra dell'estinto Padre mio! Anche io colle tue mani imbalsamai il suo corpo sacrosanto... e lo riposi  ? e lo adagiai.. nel santo sepolcro! O Maria... O vera Madre mia... ti adoro... ti amo... ti benedico cogli Angeli, coi Santi, con tutt'i figli tuoi!... O Madre, amore con amor si paga. Oggi per te con te io qui visito ed adoro il dolce Figlio tuo nel  sepolcro. Per te, con te lo benedico e lo amo. Per te e con te gli offro il mio straziato cuore, la desolata anima mia! O Maria, con te vo' sempre piangere. O Maria seppelliscimi nel seno della divina misericordia. O Maria, ricordati di me nell'ora della  morte mia! Ricevi fra le tue braccia l’anima mia, quando uscirà dal corpo. Il tuo cuore sia il suo riposo. Le piaghe di Gesù... il cuore di Gesù siano la sua requie. E pel sepolcro di Gesù, o Madre , risorga il mio corpo nel dì finale  a vita gloriosa ed immortale. Così sia.

Via Crucis

Proposta da S. Alfonso M. de' Liquori


Signor mio Gesù Cristo, voi in questo viaggio andaste con tanto amore a morire per me, ed io tante volte vi ho voltato le spalle: ma ora v’amo con tutta l  ?anima mia, e perchè vi amo mi pento di vero cuore d’avervi offeso: perdonatemi, e permettetemi ch'io venga ad accompagnarvi in questo viaggio. Voi andate a morire per amor mio, voglio venir ancor io con voi a morir per amor vostro, amato mio  Redentore. Gesù mio, sempre unito con voi voglio vivere e morire.

STAZIONE PRIMA

Gesù è condannato a morte.

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.  Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera come Gesù Cristo dopo essere stato flagellato e coronato di spine, fu ingiustamente condannato da Pilato a morire crocifisso. Adorato mio Gesù, non fu Pilato, no, ma furono i peccati  miei che vi condannarono alla morte. Pel merito di questo doloroso viaggio, vi prego di assistermi nel viaggio che l'anima mia sta facendo all'eternità. Io v'amo, Gesù, amor mio, più di me stesso: mi pento con tutto il cuore di avervi offeso.  Non permettete ch' io, mi separi pià da voi. Fate che io sempre v’ami, e poi disponete di me come volete. Io tutto accetto quel che piace a voi.

Pater, Ave, Gloria,

Caro Gesù, a morire ten vai per amor mio, voglio venire  anch' io, voglio morire con te.

Si replica in fine di ciascuna stazione.

STAZIONE SECONDA

Gesù è caricato della croce.

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera come Gesù  Cristo camminando in questo viaggio colla croce sulle spalle a te pensava, e per te offriva a Dio la morte che andava a patire. Amabilissimo Gesù mio, io abbraccio tutte le tribolazioni che mi avete destinato fino alla morte; vi prego, pel merito della  pena che voi soffriste in portar la vostra croce, a darmi l’aiuto in portar la mia con perfetta pazienza e rassegnazione. Io vi amo, Gesù amor mio. Mi pento di avervi offeso. Non permettete ch' io mi separi più da voi. Fate che io sempre  v'ami , e poi fate di me quel che volete.

Pater, Caro Gesù, etc. come sopra.

STAZIONE TERZA

Gesù cade sotto la croce la prima volta

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera questa prima caduta di Gesù Cristo sotto la croce. Aveva egli le carni tutte lacerate  da' flagelli, la testa coronata di spine, ed aveva sparso gran copia di sangue, onde stava cosi debole, che appena potea camminare; portava poi quel gran peso sulle spalle; i soldati gli davano spinte, e così più volte cadde in questo viaggio. Amato  mio Gesù, non è il peso della croce, ma quello de’ miei peccati che tante pene vi fa patire. Deh! Pel merito di questa prima caduta, liberatemi dal cadere in peccato mortale. Io v'amo, Gesù mio, con tutto il cuore. Mi pento di avervi offeso.  Fate ch'io sempre vi ami, e poi fate di me quanto vi piace.

Pater, Caro Gesù etc. come sopra.

STAZIONE QUARTA

Gesù incontra la sua afflitta Madre

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera l'incontro  che ebbero in questo viaggio il Figlio colla sua Madre. Si guardarono insieme Gesù e Maria, e i loro sguardi divennero come saette, con cui si ferirono i loro cuori innamorati. Amatissimo Gesù mio, per la pena che provaste in questo incontro, concedetemi  di esser vero divoto della vostra SS. Madre. E voi, Regina mia addolorata, ottenetemi colla vostra intercessione una continua ed amorosa memoria della passione del vostro Figlio. Vi amo, Gesù, amor mio, mi pento di avervi offeso. Non permettete ch'io  vi offenda più. Fate ch'io v’ami, e poi fate di me quel che vi piace.

Pater, Caro Gesù etc. come sopra.

STAZIONE QUINTA

Gesù è aiutato dal Cireneo a portar la croce

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera  come vedendo i giudei che Gesù per la debolezza andava a ogni passo quasi spirando l'anima, temendo che morisse per la via, essi che voleano vederlo morto colla morte infame di croce, costrinsero Simone Cireneo a portar la croce. Dolcissimo Gesù  mio, non voglio come il Cireneo ricusar la croce; io l'abbraccio e l'accetto; accetto specialmente la morte che mi sta destinata, con tutte quelle pene che l'accompagneranno; l'unisco colla morte vostra, e ve la offerisco. Voi siete morto per amor mio,  io voglio morire per amor vostro e per darvi gusto. Soccorretemi voi colla vostra grazia. V'amo, Gesù, amor mio. Mi pento di avervi offeso. Non permettete ch'io vi offenda più. Fate ch'io vi ami, e poi fate di me quanto vi piace.

Pater,  Caro Gesù etc. come sopra

STAZIONE SESTA

Gesù è asciugato dalla Veronica

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera come la santa, donna Veronica vedendo  Gesù così affannato e col volto bagnato di sudore e di sangue, gli porse un pannolino, e con quello asciugandosi nostro Signore, vi lasciò impressa la sua sacra immagine. Diletto mio Gesù, il vostro volto prima era bello, ma in questo viaggio  non comparisce più bello, ma tutto difformato dalle ferito e dal sangue. Ohimè, che l’anima mia anche fu bella quando ricevè la vostra grazia nel battesimo; ma io l’ho difformata poi coi miei peccati. Voi solo, mio Redentore, potete  restituirle l’antica bellezza: fatelo per la vostra passione.

Pater, Caro Gesù etc. come sopra

STAZIONE SETTIMA

Gesù cade la seconda volta

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera la seconda caduta di  Gesù sotto la croce, colla quale si rinnova all'afflitto Signore il dolore di tutte le ferite del suo venerando capo e di tutte le altre sue sacre membra. Mansuetissimo Gesù mio, quante volte voi mi avete perdonato ed io son tornato a cadere e ad  offendervi! Deh pel merito di questa nuova caduta datemi l'aiuto a perseverare nella grazia vostra sino alla morte: fate che in tutte le tentazioni che mi assaliranno io sempre mi raccomandi a voi. Io vi amo Gesù amor mio, con tutto il cuore. Mi pento  di avervi offeso. Non permettete ch'io vi offenda più. Fate ch'io sempre v’ami, e poi disponete di me come vi piace.

Pater, Caro Gesù etc. come sopra

STAZIONE OTTAVA

Gesù parla alle donne che piangono

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera come le donne  vedendo Gesù Cristo cosi affannato, che andava scorrendo sangue per la via, piangevano per compassione; ma Gesù loro disse: non piangete sopra di me, ma sopra de' vostri figli. Addolorato mio Gesù, io piango le offese che vi ho fatto per le pene  da me meritate, ma più pel disgusto che ho dato a voi che tanto m'avete amato. Non tanto l'inferno quanto l'amor vostro mi fa piangere i miei peccati. Gesù mio, io v'amo più di me stesso. Mi pento d'avervi offeso. Non permettete che io vi offenda  più. Fate ch'io sempre v’ami, e poi disponete di me come, vi piace.

Pater, Caro Gesù etc. come sopra

STAZIONE NONA

Gesù cade la terza volta

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera la terza caduta di Gesù  Cristo. Era troppo la debolezza di Gesù e troppo era la crudeltà dei manigoldi, i quali voleano ch'egli affrettasse i passi, quando appena avea forza di camminare. Strapazzato mio Gesù, deh! pel merito della debolezza che voleste patire nel viaggio  al Calvario, datemi la forza bastante a vincere tutti i rispetti umani e tutti i miei malvagi appetiti, che nel passato mi hanno indotto a disprezzare la vostra amicizia. Io vi amo, Gesù amor mio, con tutto il mio cuore. Mi pento di avervi offeso.  Non permettete che io vi offenda più. Fate ch'io sempre v'ami e poi disponete di me come vi piace.

Pater, Caro Gesù etc. come sopra

STAZIONE DECIMA

Gesù è spogliato delle sue vesti

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera come Gesù  venendo da' carnefici spogliato con violenza, perchè la veste interiore erasi attaccata colle carni lacerate dai flagelli, nell'essergli strappata quella veste gli fu strappata ancora la pelle. Compatisci il tuo Signore, e digli: Innocente mio Gesù,  pel merito del dolore che allora sentiste, datemi aiuto a spogliarmi di tutti gli affetti alle cose di questa terra, acciocchè io riponga tutto il
mio amore in voi, che, troppo siete degno d'essere amato. V'amo con tutto il mio cuore. Mi pento  d'avervi offeso. Non permettete ch’io v’offenda più. Fate ch'io v'ami, e poi disponete di me come vi piace.

Pater, Caro Gesù etc. come sopra

STAZIONE UNDICESIMA

Gesù è inchiodato sulla croce

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera come Gesù essendo  gittato sopra la croce, stende le mani ed offerisce all'eterno Padre il sacrificio della sua vita per la nostra salute. L'inchiodano quei barbari, e poi alzando la croce lo lasciano a morir di dolore su quel patibolo infame. Disprezzato mio Gesù, inchiodate  voi questo mio cuore a' piedi vostri, acciocché resti ivi per sempre ad amarvi, e non vi lasci più. Io v'amo più di me stesso; mi pento di avervi offeso; non permettete che io v'offenda più. Fate ch'io sempre v'ami, e poi disponete di me come  vi piace.

Pater, Caro Gesù etc. come sopra

STAZIONE DODICESIMA

Gesù muore in croce

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera come il tuo Gesù dopo tre  ore di agonia sulla croce, finalmente consumato dai dolori si abbandona col corpo, china la testa e muore. O morto mio Gesù, bacio intenerito codesta croce, ove per me siete morto. Io, per i mie peccati, merito di fare una male morte, ma la vostra  morte è la speranza mia. Deh! per i meriti della vostra morte datemi la grazia di morire abbracciato ai vostri piedi, ed ardendo per voi d'amore. Nelle vostre mani raccomando l’anima mia. Io vi amo con tutto il cuore. Mi pento di avervi offeso;  non permettete che vi offenda più. Fate ch’io sempre v’ami, e poi disponete di me come vi piace.

Pater, Caro Gesù etc. come sopra

STAZIONE TREDICESIMA

Gesù è deposto dalla croce

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera come essendo già  spirato il Signore, lo scesero dalla croce i suoi discepoli Giuseppe e Nicodemo, e lo riposero in braccio all’afflitta Madre, la quale con tenerezza l’accolse e lo strinse al seno. O Madre addolorata, per amor di questo Fíglio accettatemi  per vostro servo e pregatelo per me. E voi, mio Redentore, giacchè per me siete morto, accettatemi ad amarvi, mentre io solo voi voglio, e niente più. V'amo, Gesù mio, e mi pento di avervi offeso: non permettete ch'io vi offenda più. Fate  ch'io sempre v'ami, e poi disponete di me come vi piace.

Pater, Caro Gesù etc. come sopra


STAZIONE QUATTORDICESIMA


Gesù è posto nel sepolcro


Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per S. Crucem tuam redemisti mundum.

Considera come i discepoli portarono  a seppellire Gesù già morto, accompagnato ancora dalla sua santa Madre, la quale lo accomodò nel sepolcro colle stesse sue mani. Dipoi chiusero il sepolcro, e di là tutti si partirono. Ah Gesù mio seppellito, bacio cotesta pietra che vi  racchiuse. Ma di là voi fra tre giorni risorgeste. Vi prego per la vostra risurrezione di farmi risorgere nel giorno finale con voi glorioso, per venire a star sempre unito con voi in Cielo, a lodarvi ed amarvi per sempre. Io v'amo, e mi pento di avervi  offeso. Non permettete ch'io vi offenda più. Fate ch'io v'ami, e poi disponete di me come vi piace.


Pater, Caro Gesù etc.come sopra


CANTICI SPIRITUALI


UNA VISITA A GESU’ SACRAMENTATO
La Diletta

Vengo a te, mio Ben, mia Vita,
a trovarti solo solo:
l'alma è già d'amor ferita,
vengo a darti il mio consuolo.
Qui tenstai e notte e giorno;
il tuo fin, mio ben, qual'è?

Ah! tu attendi il mio ritorno;
perciò sorgo, vengo a te.
Ecco ai piedi la diletta.
del pastor ve' l'agnellina;
chiede sol, da te si aspetta
starsi  sempre a te vicina.
A lei di' la tua parola;
anche a te la sua dirà:
non v'è tema, é sola, sola,
qui nessuno ci ascolterà.
Eh! tu parli e già nel petto.
strugger sento questo core:
l'è pur vero, o mio  diletto,
che per te morrò d’amore.
Deh! sorreggi la mia vita
ch'io per me non posso più
0 celeste calamita,
non lasciarmi, o mio Gesù!
Dimmi, o Amor, che mai facesti
Di restare sull'altare?
Come!...  allor, tu non vedesti
quanti oltraggi e pene amare,
Che tanti uomini malvagi
far dovean poscia a te?
Questi ah sono i loro omaggi
a colui ch'è il Re de' re? !
Ah! qual pena, o Padre, io sento,
che sen van da te lontano!
Prova Amor gran tormento...
vorrei! Tutti a mano a mano.
Qui condurre ai piedi tuoi
farli servi tuoi, signor!...
Con catene vorrei poi
a te stringerli d'amore!
Non sei tu la fonte viva
delle grazie e d'ogni bene?!
Il tuo sguardo, oh come avviva
come calma a noi le pene!
Io per me i miei dolori
Corro presto a dirli a te:
Tutt’i palpiti e timori
Lungi vanno allor da me.
Ah! qual padre è tanto amante,
come te, Gesù diletto?
E le madri, tutte quante
bruceran di tanto affetto?!
Il tuo amor non ha l’eguale,
nè capir da noi si può!
E' divino ed immortale,
qui nell'ostia ti legò!!!
Ti legò già in mezzo ai tuoi.
volontario  prigioniero!
Tu volesti allora a noi
te lasciare vivo e vero.
Si, bramasti di tua carne
noi nutrire, o mio signor!
Intendesti allor di farne
di noi tutti teco un cor!
Il tuo viver... quivi è arcano!
vivi, parli,  vedi ed odi:
sei tanto umil e sovrano:
la tua gloria sempre godi.
Sotto veli stai ristretto,
e comprendi terra e ciel!
L'uom ti chiude nel, suo petto,
e dal cor gli scacci il gelo.
Non ti movi, eppur dai moto,
non  sei visto, e ‘l tutto vedi,
sei vicino, sei remoto,
qui sei in, terra e in ciel tu sedi.
Sei perfetto e tutto intero
glorioso ed immortal!
Oh divino Prigioniero,
tu sei sol, non hai l'egual.
Gesù, dimmi, in  tutte l'ore,
che ten fai su questi altari?
Si, lo so, che aperto hai il core
ai vicini ed oltremari!
Hai le mani sempre piene
di giacinti e d'ogni fior
ed ogni alma, che a te viene,
tu ricolmi del tuo amor!
Mi rallegro,  o Dio, ché sei
si felice e si beato!
Questo in vita io sol vorrei,
che da tutti fosti amato !
Tutt'i i cuori fosser presi
dall'amor di tua bontà!
Ah! Perchè non son compresi
Della dolce tua beltà?
Sì,  dovunque, o Amor, ti miro,
ti ravviso sempre bello!
Bello il tuo primo respir
che tu desti bambinello!
Bello in croce e sull’altare!
tutto bello nel mio cor!
Quanto son leggiadre e care
le bellezze tue, signor  !!!
Ah! perdona il troppo ardire...
dammi un bacio di tua bocca!
Vedi il cor per te languire...
col tuo labbro ah si mi tocca.
Tre ne chiedo, e li darai,
uno in fronte... in bocca... e al cor…
il perchè, mio  ben, lo sai,
sono sposa tua, signor!
I tre baci a me son pegni
dell' amor che a me tu porti,
son per me tre forti impegni,
che da sposa mi comporti!
La parola ed il pensiero
son sacrati a te Gesù:
sacro è  il core, o prigioniero
e' già tuo ma mio non più!
Che bel nome tu mi desti.
ti ricordi, o padre mio!...
Esultante tu scrivesti
sul mio cor: lode di dio!
La mia lingua ed il mio core
lodin, dio, la tua bontà!
Sia la vita Lode... Amore...
spiri un dì di carità!!!
Sì, l’èver, mio Ben, desio
di vederti presto in cielo;
là star sempre teco, o dio,
ad ogni ora io chiedo e anelo.
Ma tu dimmi, o Amor, s'io moro
a chi mai ti lascerò?
Il nascosto mio Tesoro
a chi allora io fiderò?
Tal pensier m'è crudo affanno
qui, lasciarti in sacramento!...
Non potresti ad un tal danno
riparar con un portento?...
Tu lo puoi... Signor...  lo credo...
qui cogli angeli starò!...
Tal favore, lo spero, e vedo…
sempre teco qui vivrò!...
Basta, o Amor, deh benedici
la tua ancella e pur tua amante:
i tuoi giorni sia felici:
e le genti tutto quante
A te vengan, mio Tesoro
si consacrin tutti a te !...
O qual gloria, o qual ristoro
e’ servire al re dei re !!!



La Colomba


La colomba gira e vola,
dove il piede poserà?
E' raminga, é tutta sola,
poverina dove andrà?
Vien la timida inseguita
da carnivoro  sparvier:
in periglio é la sua vita;
torna al loco suo primier.
Più nel mondo scorge loto,
imbrattar non vuole il píè:
si dà fretta, si dà moto,
fugge all'arca di,Noè!
Qui nell'arca la salvezza
la colomba ritrovò:
gode ormai la sicurezza,
che pur tanto sospirò!
Alma mia, che fai nel mondo...
non vi scorgi e frode e duol?!
Questo è un mare assai profondo:
quante spine ha questo suol!!
Ah! dunque è  nero inganno...
la tristezza ed il dolor;
trovi sol miseria e affanno,
che fan strazio d'ogni cor!
Vedi ancor colomba e mira,
l’ infernale tentator!
Sempre intorno a te si aggira
pien di rabbia e di furor!
O Colomba, anima mia,
fuggi il mar d'iniquità!
non fermare il vol per via,
lo sparvier girando va'.
Fuggi all'arca salutare
del bel core di Gesú:
gli é là su quell'altare,
che t'invita... vanne orsù.
In quel core benedetto
troverai la libertà:
esso a tutte dà ricetto,
vita, pace, gaudio dà!
Là non odi la tempesta,
non il vento aquílonar!
Non sarai più afflitta e mesta,
la tua vita e giubilar!
Ivi è un'aria dolce e pura,
é balsamica e vital:
sarai lieta e insiem sicura,
è l'asilo del mortal!
La colomba ha il suo soggiorno
nel forame dell'altar!
Lieta vola là d'intorno,
là vuol sempre riposar.
Oh! quante alme son sicure
di Gesù nel dolce cor!
Son colombe bianche e pure,
tutte ancelle del Signor
Son lavate, son mondate
in quel sangue di Gesù:
son felici e son beate
e non han desìo dippiù.
Tutte  son leggiadre e belle,
piene tutte di splendor:
alma statti insiem con quelle,
per trovare il mio tesor!
Le colombe fanno il nido
nella pietra dell’altar;
han dei figli dal lor Fido,
loro insegnasti a volar!
Vola... vola, anima mia
nel bel core dei mio Gesù...
il riposo tuo là sia:
che bramar potrai dippiù?!
Me beata... me felice...
ho trovato il mio Tesor!
per ricetto a me s’addice
il divino e sacro Cor!
Dal momento che trovai
il mio Ben che mi chiamò:
quanta pace allor provai
provo, e sempre proverò!
Sia lodato e benedetto
il mio amabile Gesù:
tutto io sacro a lui l’affetto,
sua già son, e mia non  più!
O Signor, quest’alma mia
sia colomba innanzi a te,
innocente, casta, pia,
serbi intatta la sua fè.
La difendi dagli artigli
del nemico tentator,
deh! la cacci dai perigli,
venga presto a te Signor!
L’ amante del S. Cuore di Gesù
Padre e Signor nascondimi
nel core tuo divino:
vedi che sono un esule,
ed umil pellegrino:
allor sarò contento,
io quando ogni momento
in te, con te vivrò!
Nel core  tuo desidero
fermar la mia dimora:
lo più non posso vivere
di là lontano un'ora:
0 vita mia diletta,
deh! per pietà, ti affretta;
uniscimi con te!
Oh quanto sono amabili
le fiamme del tuo core!
Son  desse che m'infiammano
del tuo divino amore,
non farmi, più languire:
abbi pietà di me!
Gesù, mio Ben, ricordati
dell' alma tua promessa:
per consolar noi miseri
colla tua bocca stessa
dicesti una parola,
che tanto mi consola,
lenisce il mio dolor:
«figli, qualunque grazia
« a me voi chiederete
« abbiate fè vivissima,
« che certo l'otterrete.
« tutto nel nome mio
« vi donerò quell’io,
« via, vita e verità »!
Ed or potrai respingere,
signor, la mia preghiera,
che sciolgo fra le lagrime
a te da mane a sera?!
Gesù tre volte santo
asciuga il largo pianto;
basta, mio Ben, non più!
Nel  nome tuo dolcissimo
dà pace all'alma afflitta:
nel mondo è come un'orfana
da tutti derelitta,
ella non ha riposo,
lontana dal suo sposo;
il core tuo dov'è?!
Dimmi, non sei dei miseri
dolce consolatore?...
perché mi fai tu gemere
lontan da te Signore?
Oh quanto, Amor, desio
a te venire, o Dio....
mi scaccerai da te?!
Mira in qual mare torbido
lo passo i giorni e gli anni!
Son pieni di pericoli,
di mille orrendi  affanni!
Non sono mai sicuro
in questo esiglio duro;
abbi di me pietà!
Qual gemebonda tortora
va errando l'alma mia:
trova dovunque triboli,
e lacci in ogni via:
infin le dai ricetto,
signore nel tuo petto:
non farla più patir.
Ascolta i tanti gemiti
della colomba ansante:
sen va raminga ed esule
in cerca del suo amante.
l'accogli nel tuo core,
deh! salvala, signore;
usa la tua bontà!...
Perche mi fai tu struggere
di amore e di desio?
il mio pensiero è unico,
uno l'affetto mio.
il cuore tuo sospiro,
intorno a lui mi aggiro
sempre la notte e ‘l di.
Almen, Gesù dolcissimo.
dimmi che fo nel mondo?
Vedi che di miserie
e di difetti abbondo?
non é migliore sorte
mandarmi, o Amor, la morte;
e ‘l tutto finirà ?
Come potran convivere
insiem dífetti e amore?!
A quelli vo' dar termine,
siam svelti dal mio core.
lo son  del mio diletto,
da me fra tutti eletto
a sposo mio un dì.
Spesso tu vieni, amabile,
a me nel sacramento;
mi rendi felicissimo
beato in quel momento!
Mi adagi sul tuo core;
languir mi fai d'amore...
e poi  ten vai da me?
Quando tu vieni all'anima
dimmi che fai tu allora?
Ella tripudia, giubila,
vorrebbe uscirne fuora:
tanto piacer ne prova,
che unita a dio sì trova:
oh! qual felicità.
Or mentre la tua visita
e' dolce, assai gradita:
mi lasci al cor, partendoti
larga d'amor ferita!
Si accresce più la pena;
mancando in me la lena;
muoio senza morir!
Finir vorrei di vivere
(me lo concedi almeno!)
spirar vorrei quest'anima,
quando ti stringo al seno!
Si, proprio in quel momento
che sei nel Sacramento,
ed abiti con me!...
Qual sorte a me dolcissimo
spirar con te nel petto!
Di tanta grazia, memore
sempre sarò, Diletto:
in cielo insiem  coi Santi
eterne lodi e canti
al core tuo darò!!!
Sfoghi del cuore
La fede m’insegna, Quant'havvi nel mondo
L'Amore, mi dice: Sen passa, finisce
Io sono felice, Qual’ombra sparisce
Amando Gesù, Grandezza,  beltà!
Ah! dimmi mio cor, Sol degna è d'amore
che brami díppiù ? L’eccelsa Bontà!
Che onore, che gloria Che valse del rege
Amare il Diletto! La ricca corona?
Sacrare l’affetto E' un'aura che suona,
Al Rege dei re?! Ma presto svanì!
Qual sorte più bella Beato il sovrano,
Di questa per te? Che a Cristo, servì!
Tacete… tacete… Ah, basta, o Diletto,
Capisco ed intendo, Depongo la lira:
l’Amore comprendo,Quest'alma  t'ammira,
Ch’è un ricco tesor! Sen resti con te.
Felice beato Qual sorte, o mio Bene,
Chi trova l’ Amor Restarti con me.
Che voglio, che chiedo, Venite, o figliuoli,
Qui in terra, su in cielo? Vi scovro un tesoro,
Sospiro ed anelo Più ricco dell'oro,
Te solo, o Gesù. Del mondo assai più.
Ah basta, mi lasci… E' desso l'Amante,
Signore non più!! L'amato Gesù!
Immensi tesori Amate… lodate…
Quel ricco possiede:  Il dolce mio Bene,
Se li usa con fede, Con forti catene
Beato sarà. Vi stringa d'amor!
Dei beni è la vita Felice, beato !
La soda pietà! Chi trova il Signor!
Quel dotto sui libri Tu vedi, o mio sposo.
Consuma la  vita! Ch’io muoio vivendo
Ognuno l’addita Pur vivo morendo…
Pel vasto saper. Ma senza morir!
E' dotto, se a Dio Accetta, o Signore
Consacra il pensier Il lungo martir!
Che giova sapere Si, vieni, mia Vita  ?
La umana scienza! Mio Amore, mio Bene,
Se l’alta sapienza Pon fine alle pene,
Del Ciel non so ? Esiglio non più !
Se studio la croce Deh muoia! Deh spiri,
Gran dotto sarò. Amando Gesù!!
Muoio, perchè  non muoio
Muoio, perché non muoio!
Ardo vedere Iddio!...
E soffro ogni momento
crucio, dolor, tormento:
ah requie più non ho!
Quando sarà che al cor l'abbraccerò?!
Muoio, perchè non muoio!
Vo' errando  e sospirando.
Qual cerva ch'é ferita
in cerca della vita;
La vita mia dov'è?
Gesù, mio amor, abbi,pietà di me!
Vedo la tua bellezza
Poss'io non sospirarla?!
Qual vita é mai la mia!
Patir lunga agonia,
senza poter morir!
L'è questo in verità nuovo martir!
Odo la voce tua,
che tutta mi comrnuove, ed in me nuove
fiamme di amore accende,
che questa vita rende
ripiena di dolor.
Muoio, perchè non muoio, o mio Signor!
Trovo il tuo nome scritto,
non veggo il tuo bel viso,
quegli occhi tuoi non miro
più cari dello zaffiro,
più fulgidi del sol,
la morte mi darà pace, e consuol.
Son figlia senza padre,
agnella senza guida!
Lo chiamo, e non risponde,
ferisce, si nasconde.
Dove lo troverò?
Senza morir, dunque patir dovrò.
Muoio, perchè non muoio!
Ah! scorron le grazie a mille;
Dico: dov'é l'Autore?
Io sento un grande ardore:
il centro dove sta ?
Mi spetta di morir di carità?
Vado... ritorno... e penso...
L'amor del mio Diletto
dove trovar potrei!
quando cogli occhi miei
vedrò la sua beltà?
Basta, o Signor, abbi di me pietà!...
Gesù tre volte bello,
Padre, Fratel, Tesoro!
Qual cosa mai desidero?
In terra, o in ciel sospiro?
Oggetto fuor di te?
Uno sguardo di pietà rivolgo a me!...
Se poi, o mio Diletto,
tu vuoi che io vivo ancora:
Si, vivere voglio io
per amor tuo, gran Dio;
Morir quando vuoi tu.
Accetto il tuo volere, o mio Gesù!
Invito per la santa Comunione
Che fai, che dici, o anima?
Ravviva la tua fede!
vedi Gesù, che siede
in  tron di maestà.
Come il suo core palpita
per te di dolce amore:
sospira il buon Signore,
ama venire a te!
Ravviva in Dio la speme,
l'amore e la tua fé.


GESU’

Vieni, o diletta, asconditi,
riposa nel mio petto:
qui troverai ricetto,
la pace ti darò.
Ah vedi come accendonsi
le fiamme nel mio seno!
questo d'amore è pieno,
e pien d'amor per te!
Ravviva in Dio la speme,
l'amore e la tua fé.
In questo dì lietissimo
oh quanto sospirai!
Tu dove troverai
chi t'ama come me ?
Sei figlia tu del Golgota,
sposa, del sangue mio:
si, questo é il mio desìo,
figlia, di unirmi a te.
Ravviva in Dio la speme,
l'amore e la tua fè.
Gesù, mio amor dolcissimo,
lo so, che indegna io sono;
ti chiedo pria perdono
per  ogni mio fallir.
Prostrata nella polvere,
dinanzi a te m' inchino
l'amore tuo divino
consumi quanto é in me.
Ravviva in Dio la speme,
l’amore e la tua fé.
Quale la cerva rapida
ferita corre all'onde,
si tuffa si nasconde,
di là non vuol partir.
Gesù, mio Ben, nascondimi
dentro del tuo bel cor,
deh, tempera l'ardor,
che forte sento in me.
Ravviva in Dio la speme,
l'amore e la tua fé.
Siccome inferma  al medico.
Io corro a te, mia vita,
vedi la mia ferita,
la sani per pietà!
Il mio pensiero è unico.
Unico il mio desio,
di unirmi a te, mio Dio,
spirar tu essendo in me.
Ravviva in Dio la speme,
l'amore  e, la tua fé.
Qual'ape mai desidera
volar sul grato fiore,
succhiarne il dolce umore,
partir poi ritornar?...
Vedi com'è famelica
di te, Signor, quest'alma!...
Le rendi tu la calma ....
Solo che vieni in me.
Ravviva in Dio la speme,
l'amore e la tua fè
Prima che vieni all'anima,
Gesù, ti credo e adoro:
spero, divin tesoro,
d'amarti in terra e in Ciel.
Sotto dei veli mistici
ti credo vivo e vero:
un tal divin mistero
compisti tu per me!
Ravviva la tua speme,
l'amore e la tua fè.
Un'anima nelle tentazioni
Una nube nera nera
per la mente mi passò:
feci a Dio la mia preghiera,
ed il Signore mi salvò.
O Gesù, non vedi  il forte.
Quanti assalti ognor mi dà?!
Ei pretende darmi morte,
spero in te che non sarà.
Quante reti tende all'alma!
Quante frodi inventa al dì!
Vuol strappar di man la palma;
0 Signor, non sia così!
Va, ritorna, tenta, assale,
per sedurre questo cor.
« Farò guerra al mio rivale ».
Disse l’empio, a te, Signor.
Insensato! Attenta al trono
di colui ch'é il Re dei re!
Ei pur sa che tua io sono,
che  mai dunque vuol da me?!
Io lo spregio e lo detesto,
ma costante torna ognor!
Gesù, chiamo, fugge presto,
fugge ardendo di furor.
Mio Gesù, mia dolce vita,
fino a quanto patirò?
Nei cimenti dammi aita,
Che  con te trionferò.
Fino a quando sarò segno
del nemico tentator!
Fino a quando questo indegno
ardirà sedurmi il cor?
Questo è tuo, o mio Diletto,
è il tuo trono, o mio Gesù,
lo riponi nel tuo petto,
tuo sia sempre, mio non più.
Venga, o Dio, quel dì segnato
nei decreti dell'Amor!
quel dì tanto sospirato
venga, e uniscami al tuo cor.


L'Angelo del Signore o la buona novella

Dal ciel discese un Angelo
ridente ed esultante,
di luce assai raggiante,
al cor mi s'accostò.
Come ad amico dissemi
dolcissima parola:
« Su figlio ti consola,
Oggi sarai con me »!
Tergi le amare lacrime,
l’esiglio è già finito;
Iddio pietoso ha udito
il lungo sospirar.
Si, molto a Dio graditi
già sono i tuoi desiri:
gli ardenti  tuoi sospiri
ferito gli hanno il cor.
Andasti quale tortora,
raminga e gemebonda,
fermata sulla sponda
in cerca del suo Ben.
Oggi ritrovi l’ unico
tuo Bene sospirato
ti renderà beato
felice o mai  di sè!!!
Infin sei giunto al termine
qual pellegrino affranto,
Gesù, chiedesti tanto,
oggi vedrai Gesù!
Lo sai... quest’oggi aspettati
il Padre tuo nel Cielo?!
Fra breve senza velo
vedrai la sua  beltà !
Lo sai... che l’alma Vergine
l' amata tua Signora...
la sospirata ognora
oggi vedrai su in Ciel!
Sai... tu... fra i cori angelici,
e in mezzo a tutt’i Santi,
tu scioglierai dei canti
d  ?amore al tuo Gesù ?!
E’ questa la lietissima
che arreco a te novella,
certo giammai più bella
di questa per te fu!
Siccome ad uom che svegliasi
dal sonno suo profondo,
cosi quest'oggi il mondo
dagli  occhi miei sparì!
Il mondo passò rapido
come abbagliante scena,
che visto solo appena,
tosto si dileguò.
Come baleno i palpiti
passaro, ed i timori,
le pene ed i dolori
tutto per me finì.
Felice,  beatissimo
chi scelse Iddio per sorte,
gran pace in vita,in morte
ei certo proverà.
Venite... ho quanto è amabile,
dolce, clemente e pio,
il nostro Padre, Iddio!
arde per noi d'amor!
Addio!... Q oggi è  l’ultimo
di star noi figli insieme!...
abbiamo in Dio la speme
di rivederci in Ciel !...
Ma già la morte appressasi,
mi scocca al cor lo strale,
amaro, no, vitale,
perchè mi schiude il Ciel.
Andiam...  andiam, bell' Angelo…
dove ci chiama Iddio...
Gesù... tesoro... mio...
ecco... che... io vengo... a te!!!


Sulla morte di Gesù Cristo
IL PIANTO

Vorrei pur sempre piangere,
perduto ho il mio Diletto!
Non voglio, no, più vivere,
il cor si spezza in petto,
a lui si deve il pianto,
la  vita ed il dolor!
Il Dio tre volte santo
è' morto per mio amor!
Amaramente piangono
la terra, il mar, le sfere!
Dalla feral tragedia
rifugge il mio pensier:
dunque non é più in vita
il mio Signor Gesù?!
E' la Beltà sparita...
Nel mondo non è più!!!
Gloria dell'uman genere,
splendor del mondo intero;
qual crucìo inesprimibile,
qual duol patisco fiero!
Sei morto, o Padre mio...
la luce mi sparì!
ah!  mi sorreggi, o Dio.
di pena io morrò qui!.
Dell'amor suo l'Altissimo
ci dié, tal Figlio in pegno:
Ei venne in mezzo agli uominì,
fondò suo dolce regno:
E l’uomo con qual mercede
pagò tal carità!
Crudele, e senza fede,
mostro d’iniquità!
Le mani sue sacrileghe
pose sull' uomo-Dio!
Ah! disumano e barbaro,
uccise il Padre mio!
quel Sol divino estinse,
che il mondo illuminò:
Gesù nel sangue  intinse
noi tutti, e ci mondò!
Chinato ha il capo languido
Il Nazareno fiore:
la terra e il Cielo imbalsama,
tramanda un grato odore.
Al vizio ha dato morte,
la vita alla virtú:
caduto è il Lion forte,
lo piangon le tribù!
Ah! per dolor si spezzano
monti, macigni e sassi!
Catastrofe si orribile
al mondo più vedrassi?
Si, piange la natura,
compresa da dolor!
E' mesta, è tetra, è oscura....
E morto il  Creator!
Nel duolo e nelle tenebre
immerso é il mondo tutto:
non altro ovunque scorgesi,
che orror, miserie e lutto!
Sparita è l’allegrezza,
l’amabile Gesù!...
Il Fior d'ogni bellezza
nel  mondo non è più!!!
Da noi spari quell'unico,
pastore delle genti!
Colui che in mezzo ai popoli
immensi oprò portenti;
fu pace dell'afflitto,
del zoppo ancor fu pié...
soccorse al derelitto,
ed oggi di  più non è!!!
A lui fra tutti gli uomini
saravvi un altro eguale?
Ah qual mai re, qual principe
mori per un mortale?!
solo Gesù ritrovo
comun benefattor!
Unico esempio e nuovo
morir per nostro amor!....
La gloria vostra, Arcangeli,
dov’ è? dove riposa?
il Giglio candidissimo
la rubiconda Rosa?
Ah, nel sepolcro giace.....
al sole si appassi!
Non parla più!... si tace...
Per amor mio mori!...
Madre dov'è  l’amabile
e dolce tuo Figliuolo?
Ah, nella tomba squallida
morto sen giace e solo!!!
La goia del tuo core,
la gloria del tuo sen...
morto è Gesù... l’ Amore
e sommo nostro Ben!
Vorrei pur sempre  piangere,
perduto ho il mio tesoro!
Morir vorreì fra lagrime,
la vita mi è martoro!
Si muoia col Diletto,
viver non voglio più...
lo bacio e stringo al petto...
vieni... Amor mio,.. Gesù!!!


L'AVE MARIA A NOSTRA SIGNORA DEL S. CUOR DI GESU’

Ave Maria, Vergine bella,
di tutt’i miseri consolatrice:
sei nelle tenebre lucida stella,
la dolce speme dell'infelice.
Appena spunta su in ciel l’aurora
te invoco, o Vergine, nostra Signora;
A  te consacro questo mio core.
Gli affetti, i palpiti, qual vuoi dolore:
difendi, o Madre, la vita mia,
Ave Maria, Ave Maria.
E' luce splendida, questo tuo nome,
nostra Signora del sacro core!
Erige il timido, conforta oh come!
Il pusillanime, il peccatore:
piena di grazia, e di salute,
salva dal baratro l'alme perdute.
Coraggio, o miseri, figli di Adamo,
in questa Vergine noi tutto abbiamo,
chi a tutti addita del Cìel la via,
Ave Maria, Ave  María.
Oh quale balsamo pel peccatore
chiamar la Vergine nelle sue pene!
Madre, deh aiutarni, teco è il Signore,
in grazia mettimi del sommo Bene:
tu sei, Signora, mia dolce vita,
non vorrai certo negarmi aiuto!
Oh qual tremenda battaglia fiera
mi dà l'inferno da mane a sera!
il cor purgami d'ogni follia,
Ave Maria, Ave Maria,
Qual terra barbara, qual lingua ignota
te non invoca, mia Benedetta?
la tua clemenza già a tutti è  nota:
chi chiede grazie, da te le aspetta:
in te ritrova la dolce sperne...
chi tra gli spasimi infermo geme;
La tua pietade presto soccorre
la poverella che a te ricorre:
sei tutta tenera, clemente e pia,
Ave Maria,  Ave Maria.
Su i monti alpestri nella foresta
questo bel nome risuona ognora;
grida il nocchiero nella tempesta,
nostra Signora - Nostra Signora!
La pastorella sulla collina
a questa Vergine, umil s’inchina;
Madre,  le dice, del santo amore,
Vergin, tu guidami al mio Signore:
di me ricordati nell’agonia,
Ave Maria, Ave Maria.
La chiave ha dessa del cor del Figlio,
delle sue grazie la tesoriera;
soccorre a tutti qui nell'esiglio,
che a lei ricorrono colla preghiera:
asciuga lagrime, reca conforto,
e dall’occaso infine all’orto
vede miserie, pietosa vola,
affanni scorge? presto consola:
la sua bontade lodata sia,
Ave Maria, Ave Maria.
O dolce, o amabile Madre di Dio,
pietà dei miseri, prega per noi!
Sì, questo è l’unico nostro desio,
che tu ci salvi, che il tutto puoi:
in tutt’i luoghi ed in ogni ora
te invocheremo, Nostra Signora:
ci assisti in vita, ci reggi in morte
del Ciel ci schiudi l’ eterne porte:
la canteremo con allegria,
Ave Maria , Ave Maria.
Questo bel cantico di gaudio e amore
su mille labbra sempre risuona
nel tempio santo di Dio  Signore
al sacerdote lieto l'intuona:
con esultanza la donna pia
ripete spesso Ave Maria,
ave le dice quel fanciulletto
con le manine conserte al petto:
tutti ripetono con armonia
Ave Maria, Ave Maria.
Oh! con qual  giubilo nei cieli s’ode
cantarsi l’Ave da tutt’i Santi!
Ripeton gli Angeli la stessa lode
sull' aure cetere con altri canti;
E questa amabile grande Regina
benigno il guardo su tutti inchina;
Esulta in  Dio il suo bel core,
chè madre vedesi del suo Signore:
a chi la ossequia la pace sia,
Ave Maria, Ave Maria.



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