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SERVO DI DIO PADRE GIUSEPPE MARIA LEONE CSSR
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Virtù e Fama di Santità > Voti religiosi

DELL’EROICA POVERTA’

POVERTA’ CONTAGIOSA
Niuna cosa lo interessava di questo mondo, essendo completamente distaccato da tutto, e perciò amava in estremo la povertà che avea professato. Sapeva poi inculcarla con tale forza di persuasione nelle anime religiose, che non gli si poteva resistere.
IL CROCIFISSO DI S.S. LEONE XIII
Ma quello che dava alle sue parole tanta forza di persuasione era l’esempio luminoso che egli dava a tutti di eroica povertà. Riceveva moltissimi doni, come oggetti di pietà, dolci, ecc.; ma tosto se ne disfaceva, nulla riservando per sé. Una volta per mezzo del Comm. Bartolo Longo ricevè in dono da Leone XIII un bellissimo crocifisso d’argento: egli lo diede subito alla Superiora delle suore di Regina Coeli. Questo amore alla povertà lo rendeva disinteressato nella pubblicazione dei suoi libri: ne lasciava il provento per opere di beneficienza. Per sé si contentava di riceverne alcune copie. Era pure sollecito di togliere dalla sua stanza tutto ciò che sapeva di superfluo. Nello scrivere, per amore della povertà, adoperava i ritagli di carta che poteva avere.
LA TONACA NUOVA PER ANDARE DAL CARDINAL PRISCO
Era poverissimo nel vestire. Voleva che la biancheria fosse di tela ordinaria, e ne aveva tanta, quanta appena gli bastava per mutarsi. E questa scarsa biancheria era poi tanto logora e rattoppata, che spesso le rammendatrici non sapeva più che fare per riparare i nuovi strappi. Così ancora la tonaca, il mantello, il cappello, le scarpe, ecc., erano vecchie e rattoppate. A vederlo tanto poveramente vestito, i devoti spesso o con insistenza o con artificio lo costringevano ad accettare qualche indumento nuovo. Stando in Napoli, il Servo di Dio, doveva andare a far visita al Cardinal Prisco. Le suore di Regina Coeli, osservando che portava una tonaca e un cappello troppo logori gliene prepararono dei nuovi. Ma egli non voleva accettarli, e solo cedette alla rispettosa ma insistente imposizione delle suore.
L'USO, PROIBITO, DELLA SETA E SUA PARSIMONIA
Era poi attento ad osservare ciò che prescrivono le Regole riguardo alla povertà religiosa. Una Suora Benedettina di Eboli, avendo offerto al Servo di Dio uno scapolare nuovo invece dello sdrucito, egli non volle riceverlo, perché era cucito con la seta; l’uso della seta è proibito dalla regola. Se ne dové fare un altro cucito col cotone. Qualunque cosa, però, ricevesse, come vesti, cibi, medicine, ecc., tutto riceveva per carità, e ne usava con estrema parsimonia.
LA ROBA NUOVA PER GLI ALTRI..., LA VECCHIA PER SE'
Ma quantunque amasse grandemente la povertà religiosa nel vestire, non oltrepassava però i limiti della decenza.
Curava, quindi, che le vesti fossero sempre pulite, quantunque vecchie e rattoppate. Per questo, una volta, comandò ad un fratello laico, che fosse andato immediatamente a cambiarsi la tonaca troppo lacera e sdrucita. Così ancora cercava di nascondere il più possibile questa  sua eroica povertà. A questo fine teneva qualche indumento nuovo alla vista di tutti, senza mai adoperarlo; e questo anche per distogliere tante pie persone dall'offrirgli roba nuova  in cambio della vecchia.
ALIMENTI COMUNI E ALLA SEMPLICE
La stessa povertà osservava nel cibo. Giacché questo non solo era assai parco, come abbiamo visto; ma ancora voleva che fosse di alimenti comuni e preparato alla semplice. Mentre si trovava in  Eboli presso le Benedettine, ordinò che non gli fossero apparecchiati cibi delicati o delicatamente preparati. E perciò una volta ricusò di toccare un uccello, ed un'altra un piccione, dicendo che non erano cibi convenienti a chi aveva professato la povertà religiosa. Per questo pure non mangiava dolci, né beveva liquori.

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